Nell’ex lavatoio apre il Performatorio: l’arte arriva in mezzo al pubblico

EVENTI. Inaugurato lo spazio cittadino in via Nazario Sauro gestito dall’associazione P-Aps. Senza palcoscenico, soltanto un lungo corridoio per ospitare rappresentazioni, incontri tematici e laboratori.

Da un ex lavatoio a spazio dedicato all’arte performativa. Dopo tre anni di lavori nasce a Bergamo il primo Performatorio, in via Nazario Sauro 3/a poco distante dall’Accademia Carrara e dalla Gamec, nato da un’idea di Fiorenzo Terenghi e Stefano Scandella, che hanno dato vita al progetto insieme a Laura Nozza attraverso la costituzione dell’Associazione P-Aps.

Il calendario

Inaugurato il 25 gennaio, il 3 febbraio darà il via alla programmazione artistica con la prima performance in calendario con il fotografo e performer Jacopo Benassi. A seguire, il 24 febbraio con Violaine Lochu; 29 marzo Ryosuke Kiyasu; 20 aprile Atelierst; 18 maggio Hyenaz; 7 giugno Jacopo Miliani. Performatorio vuole offrire una programmazione di eventi aperti al pubblico, live di arte performativa, incontri tematici, workshop, e vuole costruire in città un network di professioniste e professionisti che operano a tutti i livelli nell’ambito dell’arte e delle pratiche performative d’avanguardia. «In questi anni di amministrazione abbiamo visto tante partnership tra pubblico e privato, tutte diverse tra loro, costruendo molto insieme – commenta Nadia Ghisalberti, assessora alla Cultura di Comune di Bergamo – Come Daste nel quartiere di Celadina e l’ex monastero del Carmine in Città Alta. E la nascita del Performatorio ne è un nuovo e avvincente esempio. Sono ammirata dal coraggio di questa associazione che ha fatto proprio l’indirizzo politico che da sempre portiamo avanti a livello di amministrazione comunale: vale a dire spronare e sostenere i cittadini ad essere promotori di progettualità a beneficio della collettività».

Vicini al pubblico

Un luogo unico a Bergamo, dalla forma originale, senza palcoscenico, di piccole dimensioni e strutturato lungo un unico corridoio. «Forse è il più piccolo spazio performativo d’Italia – dichiara Laura Nozza – Ma non è da intendere come limite, ma peculiarità. Abbiamo infatti voluto dare vita ad un luogo dove accade qualcosa, in cui non ci sono opere appese alle pareti, ma in cui l’arte viene intesa e vissuta come esperienza e relazione. I perfomer entrano in contatto non solo con lo spazio, diverso dai classici destinati alle performance, ma con lo stesso pubblico a cui è molto vicino per dare vita ad una potente metodologia di espressione visiva e sonora».

La riqualificazione

Lo spazio è stato concesso dall’Assessorato al Patrimonio del Comune di Bergamo all’Associazione P-Aps attraverso un accordo pluriennale finalizzato alla valorizzazione dell’immobile, con destinazione culturale con l’obiettivo di restituire una nuova storia ad un luogo inutilizzato e ad un piccolo frammento della città, facendo cultura. L’Associazione si è occupata della riqualificazione dell’edificio, con un progetto curato e coordinato dall’Architetto Nicola Agazzi dello studio di architettura Agazzi di Bergamo. E il risultato è «uno spazio risanato e riqualificato dopo il complesso stato di deterioramento causato dalla vicinanza al corso d’acqua della Roggia Nuova; costruito con materiali ecologici, totalmente green e a zero impatto energetico grazie alla presenza dei pannelli fotovoltaici che permettono di accumulare l’energia prodotta», come racconta Nicola Agazzi.

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