Cronaca / Bergamo Città
Martedì 28 Giugno 2022
Nella nostra provincia 27mila famiglie povere: colpa anche del Covid
I dati Istat L’impatto della pandemia non si è ancora attenuato. Si tratta del 5,9% dei nuclei, cresce l’allarme per quelli più numerosi. Su L’Eco di martedì 28 giugno una doppia di approfondimento.
Il mosaico che ne esce è composito, e fondamentalmente preoccupante. Anziani, specie se soli. Stranieri. Soprattutto, le famiglie numerose: perché più cresce l’ampiezza del nucleo e più aumenta l’incidenza della povertà. La geografia della fragilità sociale traccia anche al Nord – anche nella «ricca» Lombardia, dunque fino alla Bergamasca – uno scenario sfilacciato da due anni di crisi, una dietro l’altra. Prima la pandemia, ora la guerra. La vita quotidiana è riassunta da un numero: sono circa 27mila le famiglie bergamasche in povertà relativa, cioè quelle famiglie «che hanno una spesa per consumi al di sotto di una soglia di povertà relativa convenzionale», cioè quella che l’Istat chiama «linea di povertà». In altri termini, una povertà non solo rispetto ai fabbisogni della sopravvivenza (povertà assoluta), ma anche rispetto agli standard prevalenti della comunità (povertà relativa).
«Il dato più attendibile stima tra 23mila e e 32mila (quasi) le famiglie che potrebbero ricadere in questa definizione»
Ed è proprio l’ultimo report dell’Istat sulla povertà a far da bussola. Nel 2021, infatti, l’Istat stimava che in Lombardia fosse in povertà relativa il 5,9% dei nuclei familiari, con un «intervallo di confidenza» tra il 5 e il 6,8%. Considerando che i nuclei familiari in Bergamasca sono circa 465mila, il 5,9% corrisponde appunto a circa 27mila famiglie in povertà relativa: il dato più attendibile all’interno di un margine che comunque stima tra 23mila e e 32mila (quasi) le famiglie che potrebbero ricadere in questa definizione. Numeri in leggero miglioramento rispetto al periodo più cupo della pandemia (nel 2020 il dato lombardo si era attestato al 6,7%), ma comunque carico di preoccupazioni considerate le difficoltà legate, oltre che agli strascichi dell’emergenza sanitaria, anche alla crisi in Ucraina.
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