Nella Bergamasca tutti i reati in calo tranne le estorsioni via cellulare: +300%

I dati. Il questore: «Non è pizzo, ma ricatti tra minori». Quest’anno in provincia le denunce scese del 36%. Nervi: «Bene quando i cittadini fanno la loro parte».

Tra il 2021 e il 2022 i reati in provincia di Bergamo hanno registrato un calo generalizzato del 36% (il 27% nel solo capoluogo), mentre se si raffrontano i dati di quest’anno (fino al 9 novembre compreso) con lo stesso periodo del 2019, l’anno prima della pandemia (nel corso della quale, soprattutto nel 2020, le statistiche dell’andamento della criminalità nella nostra provincia sono state completamente stravolte esattamente come le vite di ciascuno di noi) il calo c’è comunque ed è del -11%.

I dati sono stati presentati l’altra sera alla riunione del Lions Treviglio Host, nel corso di un incontro che ha visto la partecipazione del prefetto Enrico Ricci, del questore Stanislao Schimera e del comandante provinciale dei carabinieri, colonnello Alessandro Nervi, che sono intervenuti nell’analizzare l’andamento della criminalità nella Bergamasca e il livello della sicurezza, presentati dal presidente Roberto Valentin. Presente alla serata anche il sindaco di Treviglio Juri Imeri e altri primi cittadini della zona. In generale la situazione nella nostra provincia è stata giudicata buona: l’attenzione resta alta soprattutto nei confronti delle eventuali infiltrazioni della criminalità organizzata nel tessuto economico bergamasco. Sul fronte dei reati, quest’anno tutti gli indicatori dei reati hanno il segno meno, con un’unica esclusione: le estorsioni, che hanno registrato un incremento, dal 2021 al 2022 (sempre nel periodo dal primo gennaio al 9 novembre), pari al 300% in tutta la Bergamasca e al 438% nel solo capoluogo.

«Si tratta, purtroppo, soprattutto di ragazzi minorenni, che vengono costretti spesso da coetanei a pagare perché vengano cancellate le foto che avevano mandato in giro»

«Ma la spiegazione, seppure grave, c’è ed è semplice – ha spiegato il questore Stanislao Schimera –, visto che il dato ha fatto inizialmente balzare anche me sulla sedia e dunque ho deciso di andare ad approfondire ciò che un numero, da solo, non può certo spiegare. È emerso che non si tratta di casi di pizzo che viene chiesto ai nostri commercianti o imprenditori, quanto piuttosto di fastidiose richieste di denaro che arrivano tra chi si scambia foto osé sul cellulare: e si tratta, purtroppo, soprattutto di ragazzi minorenni, che vengono costretti spesso da coetanei a pagare perché vengano cancellate le foto che avevano mandato in giro».

Conseguenze, dunque, del cosiddetto «revenge porn», purtroppo dunque diffuso anche nella nostra provincia. Fenomeno che ha fatto registrare un boom nella Bergamasca proprio quest’anno, visto che il confronto tra il 2020 e il 2021 faceva segnare una diminuzione delle estorsioni del 28% (-23% a Bergamo città). I casi, in numero assoluto, sono passati dai 25 del 2020 ai 18 del 2021, ai 72 del 2022. In calo, invece, le truffe informatiche, che avevano invece registrato un’escalation proprio durante il periodo peggiore della pandemia: quest’anno sono scese del 41%, mentre tra il 2020 e il 2021 erano aumentate del 35%. Nel 2021 le denunce erano state ben 224, rispetto alle 166 del 2020 e alle 130 di quest’anno. In totale, i reati denunciati a tutte le forze dell’ordine nella nostra provincia quest’anno sono stati 2.389, appunto con un calo del 36%. I furti nelle abitazioni, in particolare, hanno registrato tra il 2021 e il 2022 un calo del 7% (-8% a Bergamo città), mentre l’anno scorso avevano registrato un +3% (e un +27% nel capoluogo), ma perché si arrivava dal confronto con l’anomalo 2020.

«Abbiamo deciso di intensificare la nostra presenza sul territorio per andare a prevenire e contrastare i reati là dove era richiesta una maggiore attenzione»

«Quando sono arrivato, a gennaio, a Bergamo, nel guardare che in tutto il 2021 c’erano stati soltanto 146 furti a Bergamo e provincia, pensavo di essere arrivato in un posto ben diverso da dov’ero prima, quando mi occupavo di omicidi e criminalità organizzata – ha detto il questore –. Invece mi sono accorto che ciascun territorio va giustamente inquadrato per le problematiche che presenta e che qui, per esempio, c’è molta sensibilità verso i furti. Motivo per cui abbiamo deciso di intensificare la nostra presenza sul territorio per andare a prevenire e contrastare i reati là dove era richiesta una maggiore attenzione».

«Noi viviamo in una zona dove l’asticella delle aspettative sul fronte della sicurezza è molto alta – ha aggiunto il colonnello Nervi –: è bene che anche il cittadino faccia la sua parte sul fronte della sicurezza, senza che diventi uno sceriffo, ma collaborando attivamente con noi».

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