«Nel pellegrinaggio c’è la nostra vita»

IL CAMMINO DIOCESANO. Giovedì 27 giugno la prima tappa a Tarvisio (Friuli) con la Messa nel santuario del Monte Santo di Lussari. Un posto caro al Vescovo Beschi: «In questo luogo segno dell’unità dei popoli vogliamo essere promotori di pace».

«Il pellegrinaggio è un viaggio particolare. Mettersi in pellegrinaggio non è semplicemente mettersi in viaggio, in qualche modo è proprio mettere la propria vita in un orizzonte che è sempre una sorpresa. Nel cuore del pellegrinaggio ci sta la nostra vita, i nostri desideri, le nostre speranze». Queste le parole del Vescovo Francesco Beschi ai 127 pellegrini bergamaschi riuniti nel santuario del Monte Santo di Lussari, a Tarvisio, in Friuli Venezia Giulia, la prima tappa del pellegrinaggio diocesano tra Austria e Ungheria che proseguirà fino al 4 luglio con l’obiettivo di andare alle radici della fede cristiana.

Un pellegrinaggio «speciale», ha sottolineato il Vescovo, «lo chiamerei un viaggio spirituale con una serie di tappe che ci portano verso Oriente, e quindi verso le tracce dell’esperienza cristiana nell’Europa orientale, segnata certamente dalla presenza del monachesimo, da figure grandi di santi e di martiri. Sarà un viaggio all’insegna di alcune coppie di martiri, di santi e di apostoli e sarà aperto e chiuso dalla devozione a Maria». Il folto gruppo di pellegrini - accompagnato anche da don Luca Della Giovanna, direttore dell’Ufficio per la Pastorale dei Pellegrinaggi, monsignor Giampietro Masseroli, segretario del Vescovo, don Ugo Patti, monsignor Pasquale Pezzoli e don Carlo Lazzarini - è partito giovedì mattina alle 6 da Bergamo: tre pullman pieni hanno lasciato la città per il Friuli-Venezia Giulia, in direzione di Tarvisio. Tra i passeggeri, sono diversi ad aver già partecipato a un «viaggio spirituale» di questo tipo con il Vescovo: chi in Terra Santa, chi a Lourdes, chi a Fatima.

Questa volta le tappe previste toccano Austria, Ungheria e Slovenia, con le rispettive capitali e alcuni degli edifici religiosi simbolo della cristianità. Arrivati a Tarvisio, la telecabina fino al Monte santo di Lussari, dove sorge il santuario intitolato alla Madonna, detto anche «dei tre popoli», visto che unisce nella stessa devozione mariana italiani, slavi e austriaci. Una storia, quella del santuario, che affonda le radici nell’anno 1360, quando un pastorello di Camporosso (frazione di Tarvisio), avendo smarrito il suo gregge, salì sulla cima del Monte Lussari e ritrovò le sue percorre adagiate attorno a un cespuglio, dentro il quale vide una statuetta della Madonna con Gesù Bambino in braccio. Decise di portarla a valle e di consegnarla al parroco, che la rinchiuse in un armadio, ma il giorno dopo la statuetta ritornò misteriosamente sulla montagna, nello stesso luogo.

Bergamo, la partenza del pellegrinaggio diocesano. Video di www.bergamotv.it

Dopo il ripetersi dello stesso episodio per più volte, e consultato il Vescovo del tempo, fu costruita una cappelletta sul luogo di ritrovamento della piccola statua. Col tempo il monte è diventato importante meta di pellegrinaggio. Proprio all’interno di questa chiesetta a 1.790 metri d’altezza si è tenuta la prima Messa del pellegrinaggio. «È un santuario a me molto caro – ha osservato monsignor Beschi –. Siamo nel posto più alto di tutto il nostro pellegrinaggio, quindi le nostre preghiere, anche per intercessione di Maria, salgono più rapidamente al cielo».

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«Essere artigiani di pace»

Nell’omelia il Vescovo ha spiegato come tutte le Messe saranno caratterizzate da un verbo. A partire dal verbo «fare», lo stesso che compare nel Vangelo di Matteo, quando Gesù, rivolgendosi alla folla, dice che «chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, questi è per me fratello, sorella e madre». «È importante fare la volontà di Dio – ha commentato il Vescovo –. Per sapere che cosa vuole il Signore da me in questo momento della mia vita, il punto di riferimento è la sua Parola. E il caposaldo della volontà di Dio è fare la pace: dobbiamo fare la pace, che significa essere degli artigiani di pace. Ci stiamo troppo rassegnando alle ragioni della guerra, in questo santuario segno dell’unità di popoli con storie molto diverse noi vogliamo essere promotori delle ragioni della pace». In tardo pomeriggio l’arrivo a Villach, nel sud dell’Austria, da dove venerdì il gruppo si muoverà per arrivare a Vienna.

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