Nel Pc più di mille foto e video pedopornografici: arrestato 60enne bergamasco

L’OPERAZIONE. Individuato dopo una lunga e complessa indagine partita da una segnalazione proveniente dagli Usa.

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Grazie ad una complessa e articolata indagine finalizzata al contrasto della pedopornografia online, condotta dagli investigatori del Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica di Milano in collaborazione con la Sezione di Bergamo e sotto il coordinamento della Procura di Brescia, è stato tratto in arresto un uomo italiano sessantenne, residente nella provincia di Bergamo, colto nella flagranza del reato di detenzione di materiale pornografico realizzato attraverso lo sfruttamento di minorenni.

All’origine delle indagini

L’attività investigativa è partita dall’analisi di una serie di segnalazioni internazionali, originate dall’organizzazione statunitense «National Center for Missing & Exploited Children», giunte al Centro Nazionale per il Contrasto della Pedopornografia Online (C.N.C.P.O.), operante in seno al Servizio Polizia Postale e per la Sicurezza Cibernetica.

Alla prima segnalazione, risalente al 2021 e relativa al caricamento di file pedopornografici su due popolari piattaforme cloud , hanno fatto seguito ulteriori e più recenti alert relativi a condotte analoghe, a dimostrazione della costante ricerca di materiale illecito da parte dell’indagato. La grande quantità di file caricati su tali piattaforme - in un arco temporale compreso tra febbraio 2021 e maggio 2024 - ha reso necessaria una complessa e laboriosa analisi delle connessioni internet utilizzate a tale scopo, al termine delle quali è stato possibile risalire al sessantenne bergamasco.

Dopo l’individuazione la perquisizione a casa del 60enne

La perquisizione domiciliare e informatica, eseguita dagli specialisti della Polizia Postale, ha consentito di individuare un gran numero di dispositivi di archiviazione di massa, oltre ai predetti spazi cloud. A seguito dei successivi approfondimenti investigativi sono stati individuati oltre 1000 file di natura pedopornografica, che vedevano coinvolti bambine e bambini, anche in tenerissima età. I dispositivi informatici e gli spazi cloud sequestrati saranno sottoposti a ulteriori analisi forensi allo scopo di definire tutti gli aspetti delle condotte illecite e, soprattutto, di contribuire ai costanti sforzi investigativi finalizzati all’identificazione delle giovani vittime, in Italia e all’estero.

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