Nel 2043 Bergamo avrà 130mila abitanti. Istat, le previsioni: la città attrae residenti

LA PROIEZIONE. Quello della nostra città è il più alto tasso di crescita in Lombardia: non per merito della natalità, ma per i flussi migratori. La sindaca Carnevali: «Un dato da capitalizzare».

Non ci sono i nomi e i cognomi, a identificare questi bergamaschi di domani. Ci sono però dei numeri e delle proiezioni: di qui al 2043, la città di Bergamo sarà cresciuta. E parecchio, a passo spedito: secondo l’Istat potrebbe superare abbondantemente i 130mila abitanti, col tasso di crescita più alto tra i capoluoghi in Lombardia.

Nel 2023 Bergamo contava 119.809 residenti, nel 2043 potrebbe arrivare a quota 132.850

I dati

A tratteggiare i contorni della Bergamo futura ci sono le recenti previsioni demografiche dell’Istat, che nelle scorse settimane ha pubblicato un nuovo studio con «scadenza» al 2043. Un lavoro di calcolo piuttosto elaborato, che tiene conto dei dati reali del 2023 e di ciò che è accaduto negli anni immediatamente precedenti – attenuando l’anomalia pandemica – secondo le quattro voci che compongono il bilancio demografico: natalità, mortalità, emigrazione (sia verso altri comuni, sia verso l’estero), immigrazione (sia interna all’Italia, sia da Paesi stranieri). Il risultato di tutte queste formule è in una corsa verso l’alto: nel 2023 Bergamo contava 119.809 residenti, nel 2043 potrebbe arrivare – questo è ciò che l’Istat definisce «scenario mediano», cioè un punto di caduta all’interno di una forbice – a quota 132.850. Sarebbero circa 13mila abitanti in più nel giro di vent’anni, con un balzo del 10,9%; tra i capoluoghi della Lombardia sarebbe appunto la miglior performance, superiore a quelle di Milano (+8,7%) e Brescia (+8,5%). Anche l’intera provincia è destinata a crescere (+3,5%, 38mila abitanti in più), così come la regione nell’insieme (+3,8%, 375mila residenti in più), mentre l’Italia ne uscirà «ridimensionata» (sempre entro il 2043 è previsto a livello nazionale un calo di 2,5 milioni di abitanti, -4,3%).

La dinamica della crescita

Le complesse formule dell’Istat restituiscono in sintesi la dinamica che guiderebbe questa crescita. Il «volano» non è la natalità: pur prevista in aumento (dagli attuali quasi 800 bebè all’anno, nel 2043 si potrebbe risalire attorno al migliaio, anche in funzione dell’incremento della popolazione), i nuovi nati non saranno infatti in grado di compensare i decessi (oggi attorno ai 1.400 l’anno, destinati a salire a 1.500 al termine delle proiezioni); così il «saldo naturale», cioè la differenza tra nuovi nati e residenti morti, nel giro di vent’anni farebbe diminuire la popolazione di Bergamo di circa 10.500 unità. A compensare questa traiettoria, sino a far espandere notevolmente la città, saranno le migrazioni. Non solo quelle legali dall’estero (la differenza tra bergamaschi che si trasferiscono fuori confine e stranieri in arrivo in città proietta un saldo positivo di circa 17.275 unità), ma anche quelle interne alla stessa Bergamasca e in entrata dalle altre province: anche in questo caso la differenza tra bergamaschi che si trasferiranno fuori Bergamo (in un altro comune dell’Italia) e residenti in arrivo da fuori città è positiva, attorno ai 6.300 residenti in più in vent’anni. Messe a sistema queste tre voci (-10.500 residenti circa col saldo naturale, ma circa +6.300 residenti dal saldo migratorio interno e +17.275 dal saldo migratorio estero), ecco che si spiegherebbe la crescita complessiva di oltre 13.000 residenti entro il 2043. A «validazione» dell’attrattività del capoluogo, le altre stime Istat segnalano un calo di residenti in gran parte delle valli orobiche, tra spopolamento e fuga verso i centri urbani.

I cittadini dagli 0 ai 19 anni aumenteranno del 4% e quelli tra i 20 e i 64 anni saliranno del 2,6%

Cambierà pelle, la città: guardando alle diverse classi d’età, i cittadini dagli 0 ai 19 anni aumenteranno del 4% e quelli tra i 20 e i 64 anni saliranno del 2,6%; il balzo sarà tra i 65-79 anni (+39,2%) e tra gli over 80 (+27,6%). Una nuova composizione anagrafica che porterà nuovi bisogni e nuove risposte necessarie.

La sindaca: «L’incremento della popolazione, soprattutto tra gli over 70, che si prevede aumenteranno di circa il 35% in termini assoluti, ci richiama a un impegno serio verso una “longevità attiva”»

Carnevali: «Capitalizzare l’attrattività»

Per la sindaca Elena Carnevali, nei dati Istat si trova la conferma di come Bergamo sia «tra le città destinate a crescere significativamente nei prossimi decenni. Bergamo mantiene, come poche altre città, una capacità attrattiva che dobbiamo in qualche modo capitalizzare. La nostra sfida, però, non può essere limitata alla crescita numerica. Per Bergamo la priorità è mantenere alta la qualità della vita, integrando sviluppo economico, sostenibilità ambientale e coesione sociale». Così, «essere attrattivi come città significa, innanzitutto, garantire opportunità educative, formative e lavorative, con adeguate retribuzioni, senza trascurare l’importanza di un ambiente sano e di spazi urbani vivibili e accoglienti – sottolinea Carnevali -. L’incremento della popolazione, soprattutto tra gli over 70, che si prevede aumenteranno di circa il 35% in termini assoluti, ci richiama a un impegno serio verso una “longevità attiva”. Dobbiamo progettare una città capace di offrire servizi per tutte le fasce d’età, promuovendo l’inclusione e il benessere dei cittadini anziani, i quali rappresenteranno una risorsa preziosa e non un carico sociale». In una città che invecchia e che potrebbe evolversi con questa parabola, è necessaria una sfida di progettazione capace di tenere conto di tante variabili: i servizi per i giovani, le nuove coppie e l’infanzia, le infrastrutture, soprattutto la residenzialità.

«In questo contesto – ragiona la sindaca – Bergamo deve continuare a investire in mobilità sostenibile, politiche ambientali e spazi verdi, costruendo un futuro che tuteli l’ambiente e favorisca il benessere dei suoi abitanti. Dovremo essere capaci di equilibrare le nuove esigenze demografiche con la qualità urbana e le opportunità per i giovani, per fare di Bergamo una città dove tutti, dai più giovani agli anziani, possano vivere al meglio».

Perché «l’obiettivo non è solo crescere, ma crescere bene – conclude Carnevali – puntando su inclusione, innovazione e sostenibilità, affinché Bergamo diventi un modello di riferimento insieme ad altre città italiane. Sarà essenziale creare condizioni per invertire la tendenza attuale e sostenere le famiglie nel desiderio di genitorialità. Solo con politiche familiari efficaci potremo costruire un futuro solido per la nostra città».

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