Mura, via libera al piano di gestione locale. Traffico e sosta nel mirino di Unesco

IL DOCUMENTO. Bergamo dovrà produrre un’analisi dei flussi turistici e della mobilità in centro storico, nell’ambito del sito sulle opere di difesa veneziane. I must: «Fare rete e accrescere la partecipazione della comunità».

Quando Unesco ha inserito nell’elenco dei beni patrimonio dell’umanità il «sito seriale transnazionale sulle opere di difesa veneziane tra XVI e XVII secolo» (di cui Bergamo con le sue Mura è capofila), ha dato il via libera al piano che definisce gli obiettivi strategici per la gestione del bene seriale. Uno strumento indispensabile ma non sufficiente. Ora è tempo dei piani di gestione locale. Bergamo ha avviato il processo di elaborazione del documento alla fine dello scorso anno ed è arrivata alle battute finali. Giovedì 16 maggio, a Palazzo Frizzoni, la presentazione del Pdg nel corso di un convegno ricco di interventi. Gli obiettivi del piano – ha ricordato Claudio Cecchinelli, responsabile del Servizio Cultura e Unesco del Comune – sono gli stessi per tutti e sei i componenti del sito, ma a ciascuno spetta il compito di declinarli in chiave locale. Unesco chiede a Bergamo – come a Peschiera, Palmanova, alle croate Zara e Sebenico e alla montenegrina Cattero – azioni capaci di potenziare i legami culturali tra tutte le componenti, incrementare la comprensione e la conoscenza del sito e dei suoi valori, conservare e valorizzare il bene, e accrescere la partecipazione della comunità locale.

Le richieste di Unesco

Bergamo, nello specifico, dovrà produrre un piano di gestione dei visitatori, che negli ultimi anni sono decisamente aumentati, in particolare dopo il titolo di Capitale italiana della Cultura, e in relazione al parcheggio della Fara sviluppare un piano globale che riguardi il traffico e la sosta in Città Alta, con l’obiettivo di ridurre la presenza delle auto in centro storico. Il piano di gestione locale redatto dalla Fondazione Links – ha spiegato il sindaco Giorgio Gori – sarà approvato dalla Giunta entro la fine del mese. Farà poi un passaggio al Ministero della Cultura prima di essere presentato agli uffici Unesco, entro dicembre 2024. Tra gli aspetti da valutare e aggiornare periodicamente (il piano ha una validità che non supera i 6 anni) un monitoraggio annuale dello stato di conservazione delle Mura, la mappa catastale e del contesto di prossimità, il piano urbano della mobilità sostenibile (da incrementare), la formazione di professionisti del settore turistico e del commercio. Proposta una «settimana delle Mura» per celebrare il riconoscimento Unesco, che nel 2027 compie 10 anni, tra le iniziative di sensibilizzazione da mettere in calendario.

I progetti futuri

Roberta Frigeni, direttrice scientifica del Museo delle Storie, ha illustrato il progetto «Panorama Mura» – incentrato sull’idea di «un patrimonio da condividere» – che in questi anni ha portato all’apertura al pubblico della polveriera di Colle Aperto, della Cannoniera di San Giovanni e dello spazio di Porta Sant’Agostino. Qui, a settembre, sarà inaugurato un nuovo allestimento multimediale dedicato alle Mura, destinato a diventare un museo permanente. Impegnata nello studio e nella valorizzazione del bene Unesco anche l’Università di Bergamo, che negli anni ha organizzato visite guidate e attività didattiche nelle scuole, prodotto volumi, ricostruzioni in 3D e modelli digitali delle Mura, e sta mettendo a punto un plastico del sito seriale transnazionale, hanno ricordato i professori Alessio Cardaci e Federica Burini. Plauso a Orobicambiente per il lavoro dei volontari nella pulizia e manutenzione delle Mura, senza i quali non sarebbe possibile mantenere la fortificazione nelle condizioni in cui si trova. Fare rete, dentro e fuori le Mura. Sul territorio orobico e oltre, per avviare un processo di valorizzazione internazionale. Questo l’appello finale condiviso dai partecipanti al convegno. A riguardo sarà valutata la sottoscrizione di un’intesa finalizzata alla collaborazione tra le diverse istituzioni, ciascuna nell’ambito delle proprie competenze, per la tutela, la conservazione e la valorizzazione delle aree ricadenti nel sito Unesco.

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