
Cronaca / Bergamo Città
Venerdì 04 Aprile 2025
Muoversi in città, sfida alle auto da pedoni e ciclisti
ECO.BERGAMO. Bergamo è al sedicesimo posto nella classifica dei capoluoghi di provincia italiani del rapporto «Ecosistema Urbano 2024» di Legambiente, che analizza indicatori come la concentrazione di PM10 nell’aria, la percentuale di raccolta differenziata dei rifiuti, la qualità del trasporto pubblico. Una posizione in più rispetto al 2023, quando Bergamo si era classificata diciassettesima. Un buon risultato, anche se c’è ancora molta strada da percorrere per raggiungere gli ambiziosi obiettivi prefissati dalla città per i prossimi anni.
Bergamo è al sedicesimo posto nella classifica dei capoluoghi di provincia italiani del rapporto «Ecosistema Urbano 2024» di Legambiente, che analizza indicatori come la concentrazione di PM10 nell’aria, la percentuale di raccolta differenziata dei rifiuti, la qualità del trasporto pubblico. Una posizione in più rispetto al 2023, quando Bergamo si era classificata diciassettesima. Un buon risultato, anche se c’è ancora molta strada da percorrere per raggiungere gli ambiziosi obiettivi prefissati dalla città per i prossimi anni.
Entro il 2030, una scadenza ormai alle porte, Bergamo punta alla neutralità climatica: la firma del «Climate City Contract» impegna la nostra e altre cento città in tutta Europa ad abbattere l’80% delle emissioni di anidride carbonica.
L’ampliamento del Parco dei Colli
Il futuro della città è al centro dell’inserto di otto pagine del prossimo numero di eco.bergamo, il supplemento di 52 pagine di ambiente, ecologia e green economy in edicola domenica 6 aprile gratis con L’Eco di Bergamo (resta poi disponibile in edizione digitale su questo sito). L’approfondimento si sofferma sui progetti che interesseranno il capoluogo nei prossimi anni. Si parla, in particolare, dell’ampliamento delle aree verdi protette, dei nuovi progetti di mobilità sostenibile, della riqualificazione di Porta Sud, una delle opere di rigenerazione urbana più importanti a livello nazionale.
I progetti urbani per la sostenibilità: l’ampliamento delle aree verdi protette, la mobilità sostenibile, la riqualificazione di Porta Sud
Oriana Ruzzini, assessora a Transizione ecologica, Ambiente e Verde del Comune, racconta i piani per la creazione di una città policentrica grazie ai progetti di rigenerazione urbana, come quello già realizzato di Chorus Life. Al contempo, l’amministrazione vuole tutelare l’indole del centro storico, in Città Alta e Bergamo bassa, cercando di contenere il fenomeno del turismo mordi e fuggi.
Dal parco nella città alla città nel parco
Oscar Locatelli e Angelo Colleoni, presidente e consigliere del Parco dei Colli, descrivono l’ampliamento verso sud dell’area protetta, fino a inglobare il Parco delle Piane Agricole. Un cambio di paradigma: dal «parco nella città» si passerà alla «città nel parco». Di una città resa sempre più attraente anche grazie alle operazioni di recupero si ragiona con Francesco Valesini, assessore a Rigenerazione urbana, Pianificazione urbanistica, Edilizia privata e Patrimonio del Comune.
Destinazioni in 10 o in 15 minuti
Qui sotto la mappa isocrona di Bergamo, a cura dell’Università di Heidelberg. La rappresentazione indica tutte le destinazioni raggiungibili in 10 o in 15 minuti a piedi (verde chiaro e scuro, rispettivamente), in bicicletta (azzurro e blu) e in auto (arancione e rosso), partendo da Largo Porta Nuova. Risulta che Bergamo è una città a misura di bicicletta, almeno in teoria: con una pedalata tutto sommato breve si può coprire non solo gran parte del territorio urbano, ma si possono raggiungere i vicini Comuni di Seriate, Torre Boldone, Ponteranica, Valbrembo, Mozzo, Curno. In qualche caso, a causa del traffico intenso, la bicicletta è più veloce dell’auto. Le quattro ruote hanno tempi inferiori di percorrenza se si devono raggiungere destinazioni non confinanti con il capoluogo.
Nel traffico pedoni e ciclisti possono rivelarsi più veloci delle auto: il confronto nella mappa dell’Università di Heidelberg
Da qui una proposta nasce spontanea: chiudere il centro di Bergamo, o almeno una sua parte, puntando sulla mobilità leggera e sul trasporto pubblico, con i relativi benefici per la salute, la sicurezza e l’ambiente. Perché non c’è solo la variabile tempo, ma anche quelle dell’inquinamento, della congestione, dello stress, delle malattie: a piedi e su due pedali si viaggia a impatto zero. E con meno traffico si può sperare in un calo degli incidenti mortali, in tragico aumento: le vittime, nei primi tre mesi del 2025, nella Bergamasca erano già 18 rispetto alle 12 dello stesso periodo dell’anno scorso.
La città del «terzo tempo»
I cambiamenti richiesti dalla transizione verde sono coraggiosi e potrebbero modificare il volto di Bergamo. Nell’ampio servizio del nostro supplemento si dedica spazio a quattro progetti d’avanguardia per la promozione della micro-mobilità, l’autosufficienza energetica, la progettazione del trasporto pubblico basata sull’intelligenza artificiale, l’edilizia sostenibile, tutti provenienti dal resto d’Europa e dagli Stati Uniti. Ma alle città è richiesto un cambiamento ancora più profondo. La proposta, a tratti rivoluzionaria, di Elena Granata, docente di Urbanistica del Politecnico di Milano, contrappone alla «città dei 15 minuti» quella del «terzo tempo», che, cioè, concede ampi spazi al tempo libero per «ritrovare il respiro e la dimensione giocosa della vita». Perché, alla fine, non si vive di sola produttività.
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