Muore a due giorni dall’incidente in bici. «Padre esemplare e marito amorevole»

«È un momento difficile, lui ha sempre fatto tutto per la sua famiglia. Era cresciuto senza papà e non voleva far mancare niente né a me né ai figli. Ci ha dato tanto amore». Rossemary Sandra ha 47 anni ed è la moglie di Ramiro Roberto Pardo Saavedra, deceduto giovedì pomeriggio 23 giugno all’età di 62 anni, a causa dei traumi riportati nell’incidente che l’ha coinvolto martedì pomeriggio, quando in sella alla sua bici si era scontrato con un motociclo Bmw lungo la via Provinciale (ex statale 525) a Dalmine all’altezza del civico 70.

La moglie parla con un filo di voce e le lacrime agli occhi e lo fa fuori dalla Terapia intensiva dell’ospedale Papa Giovanni XXIII, poche ore prima che venisse constatato il decesso del marito. Ramiro martedì stava andando in bici dal meccanico per chiedere di riparare la sua auto guasta. «Alle 20,10 non era ancora arrivato a casa - racconta la moglie - così abbiamo provato a chiamarlo ma non rispondeva. Poi l’ha chiamato mia figlia Natalia, ha risposto un medico per dirci dell’incidente e siamo andati in ospedale: è stato sottoposto a un intervento chirurgico per tutta la notte, poi è stato in coma fino ad giovedì. I figli sono venuti per salutarlo, ma non hanno ancora realizzato pienamente quanto successo».

Ramiro lascia nel dolore la moglie e tre figli: Melvy Natalia (22 anni), Daniela (14 anni) e Matteo (9 anni). Ramiro Roberto era nato a Cochabamba in Bolivia ed era arrivato in città nel 2006 per raggiungere la moglie (qui dal 2003). La famiglia aveva vissuto a San Tomaso de’ Calvi fino a quattro anni fa quando si era trasferita a San Paolo per poi tornare a San Tomaso due anni fa. Lui lavorava come autista e giardiniere per una famiglia e anche come dipendente per un’impresa di pulizie.