Cronaca / Bergamo Città
Martedì 09 Giugno 2020
Mortalità zero, il traguardo si avvicina
Domenica niente decessi, lunedì uno
L’epidemiologo Buzzetti: «Un lento ma costante miglioramento. Prudenza, non possiamo cantare vittoria»
Sono 51 i nuovi casi positivi accertati lunedì nella Bergamasca e si è registrato un solo decesso per Covid-19. La quota zero contagi giornalieri sembra ancora lontana, con il dato fluttuante dei tamponi che incide sui numeri dei positivi con frequenti oscillazioni (dai +7 casi del giorno prima ai +73 del 5 giugno), mentre la mortalità zero non sembra più un traguardo irraggiungibile. Lo certificano i numeri: domenica 7 giugno non è stato riscontrato alcun decesso nella Bergamasca (dato confermato dalla Regione) e dal 1° giugno a ieri si è registrato un decesso al giorno. Nella settimana dal 24 al 31 maggio sono stati riscontrati otto decessi e altri sette morti dall’1 all’8 giugno (15 vittime per Covid in due settimane). Bisogna risalire al 4 maggio per trovare l’ultimo incremento a due cifre dei decessi giornalieri (+11 in quell’occasione). Il totale aggiornato è di 13.609 contagi e 3.097 decessi ufficiali per Covid tra Bergamo e provincia.
L’epidemiologo bergamasco Roberto Buzzetti invita ad interpretare i dati con prudenza, sottolineando che «i numeri sono soggetti a oscillazioni come la Borsa e occorre sempre leggerli all’interno di un trend». Eppure c’è un dato oggettivo da rimarcare: «Il calo dei decessi è un gran bel segnale, perché la curva dei decessi è più tardiva rispetto a quella dei casi positivi. Il legame tra le due curve è problematico.
Faccio un esempio: se io mi ammalo oggi, vengo ricoverato nell’arco di una settimana e muoio entro un mese, c’è questo periodo di tempo da considerare che incide sulla curva dei decessi. Se un giorno arriveremo a zero contagi, avremo ancora per qualche giorno o settimana dei decessi. Pertanto bisognerà chiudere prima il rubinetto dei casi positivi, dopo finiranno anche i decessi».
I dati dei contagi in Lombardia continuano a oscillare: i 194 nuovi positivi riscontrati ieri sulla base di 4.488 tamponi hanno determinato l’incremento dall’1,6% al 4,3% del rapporto tra contagi e test giornalieri. Prosegue il calo dei ricoverati (2.708, -93 in un giorno) e l’aumento dei guariti e dimessi (54.768, +263), mentre non si sono registrate variazioni nei posti letto di terapia intensiva (107). Sono +32 in un giorno i decessi in Lombardia contro i +65 accertati in Italia e sui 280 nuovi contagi nazionali 194 sono lombardi. Buzzetti anche qui invita a leggere con attenzione i dati, influenzati dai tamponi: «Se mi sono ammalato dieci giorni fa e ho fatto il tampone tre giorni fa e oggi mi arriva l’esito, mi mettono tra i nuovi positivi, ma in realtà mi sono ammalato dieci giorni fa. Questi sono i difetti insiti nei dati».
Sui dati bergamaschi, l’epidemiologo Buzzetti aggiunge: «È evidente che si sia registrato nel corso delle settimane un lento ma costante miglioramento. Non c’è stato alcun disastro dopo le riaperture del 18 maggio, tuttavia è ancora presto per cantare vittoria. Bisogna essere prudenti e non possiamo rilassarci. Stiamo giocando il secondo tempo di una partita ancora lunga e con molte insidie prima del fischio finale. Chiariamolo: il virus non è diventato più buono».
Con la vita all’aria aperta sembrano essersi ridotti l’indice di trasmissibilità del Covid-19 e i numeri delle persone potenzialmente infettanti: «Ma non esistono soggetti più untori di altri. Se vado in un parco pubblico con tante persone, tutte distanziate con mascherine e all’aria aperta, probabilmente ne infetto zero. È stato fondamentale obbedire al lockdown con le regole di distanziamento sociale e i dispositivi di protezione. Speriamo di aver imparato la lezione. Circola anche un’ipotesi secondo cui il 20% delle persone contagianti provocherebbe l’80% dei contagi, mentre oltre il 70% dei contagianti darebbe zero contagi. Ma è una questione di circostanze e non di persone più infettanti di altre».
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