Cronaca / Bergamo Città
Venerdì 06 Dicembre 2024
Monterosso, la protesta dei residenti: «Senza Poste, pochi servizi e case vuote»
IN CITTÁ. I l presidente del Cte: «Qui tanta solidarietà, ma parte del quartiere muore». Contro la chiusura dell’ufficio in via Tremana 500 firme. Il Comune di Bergamo: ci siamo mossi, ma nessuna risposta.
«Ogni mercoledì a pranzo qui si siedono una sessantina di persone, i volontari cucinano per loro, il prezzo è simbolico e per chi è in difficoltà il pranzo è offerto. Lo facciamo volentieri, Monterosso è vivo e ricco di relazioni, ma c’è una parte del quartiere che sta morendo». Ci tiene a fare le dovute premesse Mario Vita, presidente del Cte di Monterosso che ieri, nei locali comunali, ha convocato una conferenza stampa per denunciare alcune criticità che sta vivendo il quartiere.
Poste addio
La prima riguarda la chiusura delle Poste di via Tremana, tra una decina di giorni, annunciata dagli stessi dipendenti dello sportello. «Sappiamo bene che non è un servizio comunale, ma non è possibile che il Comune non possa fare nulla – denuncia Mario Vita –. In due settimane abbiamo raccolto 500 firme contro la chiusura, le abbiamo depositate lunedì via Pec al Comune, e la raccolta continua. Gli anziani saranno costretti a spostarsi con il bus fino agli uffici postali di piazzale Oberdan o in via Corridoni, mentre prima si spostavano a piedi, per loro sarà un bel problema. Le Poste sono solo il problema più urgente, le criticità sono diverse. Il quartiere fa tanto, perché sono tante le associazioni attive che fanno rete e cercano di rispondere ai bisogni delle persone. Ma la rete di quartiere non può arrivare dappertutto: chiediamo che la politica e le istituzioni intervengano e si facciano carico delle problematiche». Sulla chiusura dello sportello di via Tremana da parte di Poste italiane, il Comune fa sapere di essersi attivato per chiedere le ragioni ed eventuali alternative: «Abbiamo sollecitato una risposta – dicono da Palafrizzoni – che non è ancora arrivata».
Negozi e case vuoti
Il quartiere di Monterosso vive dinamiche che stanno indebolendo anche altre zone della città, come la mancanza di negozi di vicinato. Margini di manovra, però, ci sarebbero, continua Mario Vita, seduto ai tavoli del Centro per tutte le età (Cte) insieme alla consigliera Agnese Mossali e Paolo Crippa, dell’associazione Propolis. «Gli esempi positivi nel quartiere ci sono, come il fruttivendolo e il panettiere – premettono i tre residenti –. Ma in piazza Pacati c’è un negozio che ogni due anni cambia gestione senza dare un servizio al quartiere, questa cosa va avanti da almeno 15 anni: adesso è in fase di allestimento, sembra che sarà un negozio-deposito per la vendita di profumi online. Ci sono anche degli spazi commerciali di Aler che da anni sono chiusi. Sappiamo che è stato fatto un bando per la loro concessione e che sono state presentate alcune proposte da parte di operatori interessati, ma a 6 mesi dalla chiusura dell’avviso ancora non si muove niente. Perché non concederli alle associazioni o trasformarli in spazi per il co-working a prezzi calmierati?». Sempre ad Aler i cittadini lanciano l’appello: «Sono almeno una quarantina gli appartamenti chiusi – denuncia Crippa –. La Regione Lombardia deve intervenire e fare entrare le famiglie».
Altra carenza è quella del trasporto pubblico locale che dopo le ore 20 cessa di servire il quartiere. E poi c’è il problema dell’ostello, da tempo chiuso
Gli interlocutori sono diversi. E Mario Vita insiste: «Ringraziamo il Comune perché spesso sostiene le nostre iniziative. Ma sarebbe bello se si interfacciasse con le altre istituzioni per risolvere i problemi, che sono seri». Altra carenza è quella del trasporto pubblico locale che dopo le ore 20 cessa di servire il quartiere. «Sono tante le donne senza patente o auto che lavorano la sera, alcune ad esempio fanno le pulizie nelle strutture sanitarie della città – fa un esempio Crippa, di Propolis –. Come possono rientrare a casa se non c’è un bus?». E ancora l’ostello, da tempo chiuso, «sappiamo che non è comunale – interviene il presidente del Cte Mario Vita –. Ma credo che il Comune dovrebbe comunque interessarsi».
La replica
La chiusura delle Poste di via Tremana è dunque l’appiglio per tornare a bussare alle porte di Palazzo Frizzoni. Perché la situazione è già in parte nota. «Abbiamo parlato con alcuni cittadini e con l’operatore di quartiere – afferma Claudia Lenzini, assessore alla Partecipazione e Reti di quartiere –. Rispetto ai negozi di Aler abbiamo detto che siamo disponibili ad aprire un’interlocuzione con la proprietà per capire la loro disponibilità, anche rispetto alla possibilità di concedere l’utilizzo alle associazioni. Per quanto riguarda i bus serali, parlerò con il collega alla Mobilità per vedere se si può fare qualcosa».
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