Cronaca / Bergamo Città
Venerdì 04 Ottobre 2019
Minori al voto, 23 mila i bergamaschi
«Ma noi non ci sentiamo pronti»
La proposta dell’ex premier Letta di concedere il diritto a 16enni e 17enni non scalda gli studenti. «Difficile fare una scelta consapevole». Ma c’è chi è a favore: «Sbagliato generalizzare, pro e contro da valutare»
Un potenziale esercito di nuovi elettori che si sentono tuttavia impreparati, titubanti, poco informati per esprimere un voto ragionato e recarsi consapevoli ai seggi. In una parola: contrari. La proposta dell’ex premier Enrico Letta di abbassare il diritto di voto a 16 anni non scalda la platea dei quasi 23 mila ragazzi bergamaschi tra i 16 e i 17 anni (11.340 i 16enni, 22.771 il dato complessivo di 16enni e 17enni riferito al 2019) che potrebbero beneficiare di questo diritto.
Anzi, se il fronte politico sembra essersi quasi compattato nel voler far votare la «generazione Greta Thunberg» che imperversa nelle piazze non solo virtuali, la risposta degli adolescenti bergamaschi è piuttosto fredda.
Parola ai ragazzi
«A 16 anni un ragazzo non ha ancora gli strumenti necessari per interessarsi di politica e del funzionamento degli organi di governo – dice Riccardo Zani, studente sedicenne del Lussana –. È difficile assumere una posizione consapevole. Leggo talvolta i quotidiani on line e provo a interessarmi alla politica e ai suoi meccanismi, eppure la vedo così distante dal linguaggio dei giovani e dalle loro aspettative». Marta Siciliano, studentessa del Cfp Gleno, compirà 16 anni tra 3 mesi, e di politica non vuol sentir parlare: «Non mi sento abbastanza grande e consapevole. Ho partecipato alla manifestazione sull’ambiente ed è giusto farsi sentire su questi temi, ma altro è esprimere preferenze politiche. Alla nostra età siamo ancora troppo facilmente influenzabili». C’è poi chi individua il male assoluto nei social network. «I ragazzi di 16 anni non sono pronti al voto perché vivono sui social, un grande frullatore – sottolinea Lorenzo Valsecchi, 17 anni, al quinto anno al Lussana –. Il voto è manipolabile e ci si fa ingannare dai soloni che popolano la rete e fanno tendenza. Sono contrario ad abbassare la soglia di età per votare». Ambientalisti, movimentisti, sempre di più in prima linea nelle proteste e negli scioperi quando serve, ma non parlate ai sedicenni e ai diciassettenni di voto. «A scuola si imparano altre cose e non si affrontano questi temi – aggiunge Francesco La Ferla, studente dell’High School –. Oggi non me la sentirei di votare. La politica è una roba da adulti».
E c’è chi è a favore
Si registra anche qualche voce favorevole all’abbassamento della soglia di età per recarsi ai seggi, ma è in netta minoranza. «Non è una cattiva idea, bisogna valutare i pro e i contro – rimarca Daniele Castioni, studente del Mario Rigoni Stern –. Non si può generalizzare perché ci sono ragazzi già maturi a 16 anni e consapevoli, e diciottenni apatici e irresponsabili». «Un’idea potrebbe essere graduare il diritto di voto in base alla tipologia di elezioni – propone Francesco Grassi, studente dello Stern che ha da poco compiuto i 18 anni –. Per le elezioni amministrative farei votare anche i 16enni perché sono più sentite e scegli i rappresentanti vicini al territorio e alle sue problematiche». Ipotesi non condivisa da Paolo Longobardi, studente 18enne del Lussana che ha votato per la prima volta alle europee: «A scuola la politica è quasi un tabù. Si forniscono concetti astratti con poca attinenza alla realtà. Ho votato con pochi strumenti di conoscenza a 18 anni, figurati a 16 anni». Luca Baroni, docente di comunicazione e orientamento al lavoro, si interfaccia con vari enti di formazione e sposa la proposta di far votare i 16enni: «Alcuni ragazzini sono più svegli degli adulti. Nei corsi professionalizzanti per gli studenti di quarta e quinta superiore ci sono tanti adolescenti che meriterebbero di poter esprimere il voto. Il problema della mancanza di rappresentatività dei giovani esiste. L’ambiente e la tecnologia sono i temi del loro mondo. Escluderli dai processi decisionali è ingiusto». Si stima che se il diritto di voto sarà esteso a partire dai 16 anni, saranno un milione e centomila i nuovi elettori in tutta Italia. Un plotone equamente ripartito tra uomini e donne. Ma sui ragazzini questi numeri fanno poca presa. Gabriele Rossi, 16 anni, studente del Secco Suardo, non si lascia impressionare e sferza i politici: «Cercano solo un bacino elettorale in più. Lasciateci godere i 16 anni, siamo troppo piccoli per cambiare il mondo».
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