«M’improvvisai fotografo, così riuscii a incontrare la regina Elisabetta»

Selvino. Il racconto di Luigi Latorraca, che negli anni ’80 varcò la soglia del castello di Leeds.

Muore la regina Elisabetta alla veneranda età di 96 anni e subito emergono i ricordi di chi ha avuto la fortuna di incontrarla nei lunghi anni del suo regno. È il caso di Luigi Latorraca, abitante di Selvino che qui si è trasferito da Milano anni fa attratto dalle bellezze dell’Altopiano e da tutto quello che di buono offre per una vita quotidiana all’insegna della tranquillità; non ha più lasciato Selvino, vive tutt’ora con gli arzilli genitori che, guarda caso, sono praticamente coetanei della defunta regina. E allora basta aprire il baule dei ricordi dove si trovano sommersi i vecchi e polverosi album di fotografie del tempo che fu, alcune sbiadite dagli anni. Fra queste ecco spuntare alcune immagini ricordo del soggiorno di Luigi a Londra negli anni ’80 per studiare, imparare la lingua e intraprendere alcune attività lavorative.

«Non ero solo a Londra grazie a Dio», incalza Luigi, «poco distante, nella contea di Kent c’era mio cugino emigrato dal Sud Italia per cercare fortuna all’estero, partito proprio con la classica valigia di cartone». E la fortuna il cugino l’ha trovata grazie anche alle sue abilità culinarie, caratteristica unica di noi italiani. Diventò responsabile della gestione delle cucine presso il castello di Leeds alle dipendenze dei nobili che qui risiedevano; questo si trovava poco distante dal centro abitato di Maidstone, a Sud di Londra. Sembra tutto normale finché un bel giorno il cugino avvisa Luigi che la regina Elisabetta avrebbe fatto visita al castello. Un’occasione ghiotta, talmente unica, da non perdere assolutamente.

«Non sapevo in quale veste sarei potuto accedere al castello – ricorda divertito Luigi –, il personale di cucina era al completo e non essendo previste figure nuove la questione sembrava sfumare sul nascere». Ma come ben si sa, noi italiani pecchiamo magari in molte cose ma non certo in fantasia: cosa fare allora? Trovata l’ispirazione, Luigi s’improvvisa fotografo. Vestito nuovo rigorosamente realizzato per l’occasione, macchina fotografica in prestito e una buona dose di coraggio: Luigi varca la soglia del magnifico castello accompagnato dal cugino e, incredulo, si mette nel cortile in attesa dell’arrivo della Regina. L’emozione è grande, Elisabetta attraversa un porticato in abito verde e giunge nell’ampio e curato giardino. «Furono secondi memorabili – ricorda commosso Luigi –. La regina salutò cordialmente tutti, chiedendo di stringere la mano prima alle maestranze e ai servitori che alla nobiltà presente: non lo dimenticherò mai». Tanti altri ricordi emergono mentre Luigi sfoglia l’album alla luce del magnifico tramonto settembrino dell’Altopiano di Selvino e, quasi commosso ripercorre gli attimi vissuti: «Ciò che mi colpì fu innanzitutto la grande umanità mostrata dalla regina nei confronti di tutti, senza distinzione alcuna; s’intrattenne con noi a dialogare, mostrandosi incuriosita riguardo alle nostre storie, alle nostre vite. Una grande donna, insomma, che prima di essere regina amava essere persona semplice per il suo popolo».

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