Mense scolastiche, Bergamo la città più cara in Lombardia e decima in Italia

IL RAPPORTO. Cittadinanzattiva: fino a 5,50 euro a pasto, 110 euro al mese e 990 euro all’anno. L’assessore Poli: «Ma negli ultimi anni estese le gratuità anche per ragioni economiche. E i pasti sono di qualità superiore».

Quanto può costare una mensa scolastica a Bergamo? Fino a 5,50 euro a pasto, 110 euro al mese e 990 euro all’anno. Sono le stime del rapporto annuale di Cittadinanzattiva – associazione di monitoraggio civico – sulle mense scolastiche in Italia. Secondo l’associazione, Bergamo risulta la città più cara in Lombardia e la decima in Italia per quel che riguarda le scuole dell’infanzia. «5,50 euro è però il prezzo massimo, non il prezzo medio – precisa Loredana Poli, assessore all’Istruzione del Comune di Bergamo –: il sistema delle tariffe presenta diverse fasce Isee con costi più basti, così come una serie di riduzioni legate ad esempio alla disabilità o alla presenza di fratelli, e anche una parte di gratuità che negli ultimi anni è stata estesa sia a motivazioni di povertà economica sia ad altre situazioni di particolare fragilità familiare segnalate dai Servizi sociali».

Milano la più economica

I dati di Cittadinanzattiva riferiti alla Lombardia indicano una spesa media per pasto di 4,79 euro, equivalente a 96 euro mensili e 864 euro l’anno; Milano è la città lombarda con i prezzi più bassi (3,63 euro a pasto, 73 euro al mese, 653 euro all’anno). «Sono dati che vanno valutati, anche perché invece recentemente Food Insider (associazione che nasce come osservatorio sulle mense scolastiche, ndr) aveva rilevato un quadro diverso (Bergamo risultava ottava in Italia per qualità ed equilibrio nutrizionale, ndr) – spiega Poli -. I pasti che vengono proposti nelle mense di Bergamo hanno una qualità anche superiore a quelle che sono le indicazioni, è una decisione che abbiamo preso in collaborazione con Ats e pediatri di base perché il tema dell’alimentazione tra i bambini sta diventando cruciale. Il riscontro pare positivo, perché i pasti erogati sono in aumento».

Le proposte di Cittadinanzattiva

Nel report sulla Lombardia diffuso lunedì 13 maggio, Cittadinanzattiva mette nero su bianco alcune proposte sulla ristorazione scolastica, partendo dal «riconoscere le mense scolastiche come servizio pubblico essenziale e nel frattempo: impedire qualsiasi forma di esclusione dai bambini le cui famiglie siano in condizioni di povertà, contrastare i casi di morosità ingiustificata; uniformare le tariffe minime e massime, almeno per aree territoriali del Paese (Nord, Centro e Sud)», ma anche «predisporre un piano quinquennale, successivo al Pnrr, per costruire nuove mense e arrivare a garantire il tempo pieno, a partire dalla scuola primaria e soprattutto nelle aree del Sud, in quelle interne e ultra-periferiche del Paese». Tra le proposte, anche quella di «eliminare dai distributori automatici delle scuole il cibo spazzatura e inserire solo prodotti freschi e naturali, possibilmente locali».

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