Cronaca / Bergamo Città
Lunedì 18 Dicembre 2023
Medici, terzo sciopero nel giro di un mese ma disagi contenuti
SANITÀ. Dissenso verso la legge di bilancio. Adesione dei camici bianchi lunedì 18 dicembre, ma si è cercato di limitare i problemi.
È stato il terzo sciopero in un mese quasi esatto, dopo le precedenti agitazioni del 17 novembre e del 5 dicembre. Lunedì 18 dicembre la sanità è stata interessata dallo sciopero proclamato da Aaroi-Emac, Fassid, Fvm e Cisl Medici per «manifestare dissenso rispetto a una legge di bilancio che tradisce tutte le dichiarazioni che il governo di oggi e quelli di ieri si sono sprecati a declamare a favore del rilancio del Servizio sanitario nazionale». Negli ospedali si sono registrati alcuni disagi, ma ridotti rispetto al 5 dicembre.
Al «Papa Giovanni» – spiegano dall’Asst cittadina – «sono state riprogrammate 12 sedute operatorie sulle 30 totali previste» per la giornata di lunedì. «È stato garantito il canale dell’urgenza e sono stati rinviati in prevalenza interventi per patologie non oncologiche. Non si segnalano particolari criticità nei servizi ambulatoriali». L’Asst Bergamo Ovest ha registrato l’adesione di 9 dirigenti medici e 6 altri professionisti tra dirigenti sanitari, professionali, tecnici e amministrativi. All’Asst Bergamo Est «disagi limitati – spiega l’azienda –. Garantite tutte le urgenze e rinviati alcuni interventi chirurgici e visite specialistiche in alcune discipline. L’afflusso degli utenti è stato moderato».
«Il bilancio dello sciopero è positivo – commenta Marilina Giudici, segretaria generale della Cisl Medici Lombardia –, con un’adesione significativa. È stato uno sciopero indetto per diverse ragioni: sulle pensioni troviamo ingiusto che vi siano ancora delle decurtazioni se un medico si ritira prima dei 70 anni. Continuare a lavorare fino a 70 anni è pesante; allo stesso tempo, non c’è però turnover: è la conseguenza di una programmazione errata negli anni scorsi, che non ha garantito il giusto ricambio. Non volevamo scioperare, perché sappiamo che può creare disagi e può allungare ulteriormente le liste d’attesa: volevamo dialogare, ma non abbiamo avute risposte e questo era l’unico modo per tenere alta l’attenzione».
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