Cronaca / Bergamo Città
Venerdì 07 Marzo 2025
Medici in rivolta: il sistema digitale non va. «E le ricette rosse sono contingentate»
IL CASO. «Gravi rallentamenti» del Siss. I professionisti devono usare prescrizioni cartacee. I sindacati: «E se finiscono? Esaurita la pazienza».
Il problema di fondo non è una novità: il Siss, il Sistema informativo sociosanitario della Regione Lombardia, l’infrastruttura digitale da cui passa gran parte dell’attività dei medici di famiglia (le ricette, i certificati di malattia e molto altro ancora) oltre che delle farmacie, va a rilento e continua a bloccarsi. Ma da giovedì 27 febbraio, secondo gli addetti ai lavori, la situazione è peggiorata e si segnalano «gravi rallentamenti e interruzioni prolungate». C’è però un altro aspetto, strettamente collegato, che sta amplificando i disagi, ed è il contingentamento dei ricettari rossi: cioè quei «blocchetti» che si utilizzano per le ricette cartacee, la cui distribuzione ai medici è stata ridotta dall’inizio dell’anno per ottemperare alla dematerializzazione delle ricette, accelerata dall’ultima legge di bilancio.
Il grido d’allarme
Il combinato disposto innesca il cortocircuito. Se il Siss non funziona, i medici non riescono a produrre le ricette e le impegnative digitali, e allora tocca tornare a quelle cartacee; ma se i ricettari rossi finiscono non c’è modo neanche di farle alla maniera classica. Il grido d’allarme parte dalla Fimmg Bergamo, sindacato dei medici di medicina generale: «Abbiamo raccolto in questi giorni moltissime segnalazioni di colleghi costretti a lavorare ben più delle ormai solite 12 ore al giorno – interviene il segretario Ivan Carrara –, con diversi di noi che hanno atteso fino a notte inoltrata per procedere all’invio delle impegnative o delle certificazioni di malattia. Riteniamo che tutto questo sia inaccettabile e gravemente irrispettoso verso una categoria come la nostra che si spende quotidianamente, nonostante i mille aggravi burocratici che negli ultimi anni abbiamo tollerato, per il bene dei nostri pazienti. A tutto ciò si aggiunge la notizia che nel 2025 i ricettari rossi saranno contingentati a numeri minimi per ogni singolo medico. Cosa faremo se dovessimo esaurirli e il Siss fosse fuori uso? La pazienza è da tempo esaurita e chiediamo, a gran voce, rispetto per la nostra categoria». La fornitura centrale dei ricettari è in capo alla Regione, poi la distribuzione passa per i Distretti (che fanno capo alle Asst); fino all’anno scorso i medici di base non avevano limiti nell’uso dei blocchetti (una volta finiti, li richiedevano e ne ricevevano di nuovi), ma con l’anno nuovo è stato introdotto un limite di 14-16 blocchetti per medico. Ogni blocchetto ha 50 ricette: in una giornata senza Siss, ipoteticamente, si fa presto a finirlo.
«Ultimo baluardo»
Insomma, la rabbia monta: «Il tempo dei proclami e delle belle parole è finito – prosegue Carrara –. Noi siamo tutti i giorni in prima linea per assistere i nostri pazienti e, mentre alcuni media ci attaccano gratuitamente e i politici discutono di una fantasiosa modifica del nostro rapporto contrattuale, ci chiediamo chi si stia impegnando davvero per risolvere le problematiche reali che noi siamo costretti ad affrontare ogni giorno. Siamo rimasti l’ultimo baluardo a difesa dell’universalità del Sistema sanitario nazionale, ma ci sentiamo ogni giorno sempre più soli e abbandonati. Ma non staremo a guardare il sistema sanitario crollare senza far sentire la nostra voce e, insieme ai nostri assistiti, siamo determinati a salvarlo».
Nel 2024, raccogliendo le testimonianze di medici e farmacisti, era stato stimato un disservizio a settimana per il Siss, su una scala che va dai blocchi di pochi minuti (ma ugualmente impattanti sull’attività di ambulatorio, anche perché non si può mai prevedere quanto effettivamente duri il malfunzionamento) al tilt totale per diverse ore.
Nuove incognite
La luce però ancora non si intravede, anzi s’aggiungono nuove incognite. «Che il Siss non funzioni non è quasi più una notizia – sospira Guido Marinoni, presidente dell’Ordine dei medici di Bergamo –. La situazione grave, ora, è quello che può succedere col contingentamento dei ricettari rossi, che restano ancora fondamentali in caso del blocco del Siss. La digitalizzazione è una buona cosa, ma non può andare a scapito dei cittadini».
Marco Agazzi, presidente dello Snami Bergamo, altro sindacato dei medici di base, consegna un’amara metafora: «Il Siss è ormai un canguro: salta, va due minuti, poi salta ancora, e in una giornata possono capitare anche dieci blocchi momentanei, come sta accadendo nell’ultimissimo periodo. Sono problemi che segnaliamo da tempo immemore, senza però vedere soluzioni. Ora c’è la questione del contingentamento dei ricettari, che vengono distribuiti in numero ridotto perché si è voluto dematerializzare la ricetta, ma come facciamo se il Siss non va? Per di più, il nuovo nomenclatore (il provvedimento in vigore dal 2025 che disciplina i nomi di tutte le prestazioni da prescrivere, ndr) ha cambiato diversi codici delle prestazioni da prescrivere, e questo allunga ulteriormente i tempi».
Burocrazia infinita
Insomma, uno stillicidio che fa traboccare il vaso: «La burocrazia ha raggiunto livelli impossibili, il lavoro del medico di famiglia sta diventando quello del bibliotecario – aggiunge una metafora Agazzi –. Di fronte a tutto ciò, capisco i tanti colleghi che abbandonano la professione».
Dall’assessorato regionale al Welfare, contattato in merito ai disservizi del Siss, al momento non sono giunte repliche.
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