Maturità, è l’anno del riscatto. Voti alti nei licei, bene anche gli istituti tecnici

PRIMO BILANCIO A BERGAMO. Brillano gli studenti liceali: tante le votazioni sopra il 71. Bene anche i tecnici. Il record dei 100 al Falcone. Al Sarpi i risultati migliori degli ultimi 20 anni. Al Paleocapa promozioni con lode.

Una maturità tutto sommato brillante con studenti motivati e preparati. Archiviato il lavoro delle commissioni è tempo di bilanci per gli istituti superiori che, a distanza di cinque anni dall’esame di Stato fatto in piena emergenza Covid, sono ormai tornati alla normalità. Una normalità che registra in generale performance più che soddisfacenti da parte degli studenti, soprattutto dei licei, dal momento che una buona parte di loro si colloca nella fascia di voto che va dal 71 all’80, con numeri alti anche per le fasce dall’81 al 90.

I numeri

Studenti più numerosi nella fascia dal 60 al 70 negli istituti tecnici. Anche se va sottolineato che al Paleocapa su 274 studenti sono 15 quelli che hanno preso 100 (5,4%), appena più alti i numeri del Mascheroni: 17 su 280 studenti (6%). I 100 sono presenti in percentuali che vanno dal 5,4% del Lussana al 7,9% del Sarpi. Liceo che, storicamente giudicato di manica stretta, pare aver cambiato rotta negli ultimi anni. Il record dei 100 va al liceo linguistico Falcone con 19 studenti, anche se in percentuale (7,9%) è pari merito con il Sarpi. «Quest’anno abbiamo una media dei voti che si attesta sull’81. È il risultato migliore degli ultimi 20 anni, se escludiamo le valutazioni date fino all’anno scorso quando sull’onda lunga del Covid la tendenza in generale è stata quella di essere più attenti alle fragilità dei ragazzi – commenta il dirigente Claudio Ghilardi –. Il 10% degli studenti ha preso il massimo dei voti, meritatissimi, mentre un altro 20% ha ricevuto valutazioni tra il 91 e il 99».

Lo scotto dei lockdown

Va ricordato che le quinte che si sono diplomate quest’anno hanno fatto il biennio pagando lo scotto dei diversi lockdown: «Sappiamo bene che le basi acquisite durante questi primi due anni sono quelle che maggiormente strutturano le competenze chiave per affrontare in modo solido un triennio e un esame di Stato – ricorda il rettore del Sant’Alessandro, don Emanuele Poletti –. Per questo la scuola non può essere semplicemente uno scambio di nozioni ma in primis un luogo di condivisione, unico tramite per una crescita proficua». «Questi ragazzi hanno comunque affrontato l’esame con qualche difficoltà in più rispetto ai quinquenni degli anni pre-Covid – conferma Andrea Locatelli, collaboratore della dirigente del Mascheroni, Paola Crippa –. La maggior parte delle nostre commissioni ha interpretato al meglio le indicazioni ministeriali che raccomandavano di avere un occhio attento non solo alle conoscenze, ma anche alle competenze acquisite dagli studenti durante il percorso scolastico». Soddisfatto dei risultati raggiunti anche Imerio Chiappa, storico dirigente del Paleocapa che da pochi giorni ha assunto l’incarico di dirigente all’Ufficio scolastico provinciale di Cremona: «Rispetto agli anni scorsi c’è stata una maggiore valorizzazione degli studenti per il percorso fatto nel quinquennio e questo non vuol dire aver regalato voti alti, ma aver valorizzato il lavoro fatto». «In generale i voti, a differenza degli altri anni, sono concentrati nella fasce più alte, abbiamo avuto molti 100 e anche 100 e lode» specifica il vicepreside del Paleocapa, Valerio Felici.

«I voti non sono tutto»

«È importante sottolineare che l’esame rappresenta un momento cruciale nel percorso educativo dei nostri studenti, ma il voto finale non è l’unico indicatore del loro successo – fa notare la dirigente del Falcone, Gloria Farisè –. Gli esami sono una prestazione significativa che mette in luce diverse competenze degli alunni, tra cui la capacità di sintesi, l’abilità di affrontare situazioni di pressione e la competenza nel gestire il tempo. Naturalmente, i voti sono un aspetto importante e ci aiutano a misurare il livello di preparazione raggiunto, ma dobbiamo sempre ricordare che dietro ogni voto c’è un percorso di apprendimento unico».

C’è soddisfazione anche per il comportamento tenuto dagli studenti: «I miei ragazzi non hanno festeggiato fuori da scuola, sporcando con spumante e farina il cortile della scuola come in molti altri istituti – sottolinea la dirigente del Pesenti, Veronica Migani –. Sono venuti a scuola da soli, senza genitori e fiori ad attenderli all’uscita. Sono ragazzi che ho visto crescere, sono stati accolti a scuola ancora piccoli e con tante fragilità, adesso sono uomini e donne maturi per affrontare la vita. E questo anche grazie ai risultati che hanno raggiunto in classe».

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