Mascherine, via gli ultimi obblighi: «Raccomandate in ospedali e Rsa»

REGIONE. Decidono le singole strutture. L’uso è consigliato a contatto con pazienti fragili, al pronto soccorso e durante le visite.

Dagli obblighi si passa alle «valutazioni», alle «buone pratiche» e – nel concreto – alle «raccomandazioni». Dal 1° luglio sono infatti caduti gli ultimi obblighi in tema di mascherine – sia per gli operatori sia per i visitatori – nei reparti degli ospedali che ospitano pazienti fragili, così come per le Rsa (case di riposo) e le Rsd (strutture per persone con disabilità). Dopo la circolare del ministero della Salute è arrivata la nota della Direzione generale Welfare che sostanzialmente replica anche in Lombardia le nuove disposizioni: «Le attività ordinarie di prevenzione e controllo della diffusione delle malattie infettive sono in capo alla direzione sanitaria – si legge nella nota della Regione –. Per le strutture sociosanitarie, come Rsa e Rsd, ove non è previsto il direttore sanitario, tali funzioni vengono svolte dal medico responsabile, se presente. Si rimanda pertanto a loro l’implementazione delle misure di Ipc (prevenzione e controllo delle infezioni, ndr) necessarie a garantire un ambiente salubre e all’abbattimento del rischio infettivo».

La «raccomandazione»

Le Asst bergamasche ancora ieri stavano valutando quali eventuali nuove norme introdurre: in attesa di disposizioni più compiute, l’orientamento sembrerebbe quello della «raccomandazione» – non dell’obbligo – dell’utilizzo dei dispositivi di protezione individuale, in linea con la nota della Regione. La Regione, in particolare, ricorda anche «l’importanza di una corretta igiene delle mani come strumento principale di prevenzione in tutti i contesti». In fatto di mascherine, «nell’implementazione delle indicazioni si tenga conto delle buone pratiche e raccomandazioni relative all’uso dei dispositivi di protezione delle vie respiratorie»: in concreto, le raccomandazioni riguardano «gli operatori delle strutture sanitarie e sociosanitarie nei momenti di assistenza ai pazienti anziani e fragili», così come «gli operatori e per i pazienti/accompagnatori negli spazi interni ai pronto soccorso e nelle sale d’attesa», poi «sempre in ogni caso per tutti i pazienti di strutture sanitarie e sociosanitarie in caso di sintomi o di sospetto di malattia infettiva diffusibile», ma anche «in ogni momento della visita per i visitatori nelle strutture sanitarie» e per i «visitatori nelle stanze di residenza delle strutture sociosanitarie nei casi di grave fragilità dell’ospite».

Le Rsa

«La responsabilità ricade sulle direzioni sanitarie – ricorda Barbara Manzoni, presidente dell’Associazione San Giuseppe che rappresenta le Rsa d’ispirazione cattolica –: dovrà essere valutata la situazione epidemiologica esterna e interna, e soprattutto tener conto delle fragilità di chi vive nelle nostre strutture. Il nostro approccio è per la raccomandazione dell’uso delle mascherine, per il bene degli ospiti in primis». «Gli allentamenti rispetto all’obbligo possono essere condivisibili nella stagione estiva – commenta Cesare Maffeis, presidente dell’Acrb, l’Associazione delle case di riposo bergamasche d’ispirazione laica -, poi si vedrà dopo settembre: con l’autunno e l’inverno penso ripristineremo periodicamente l’obbligo. Il Covid dovrebbe averci insegnato un po’ di buona educazione sanitaria». Per Fabrizio Ondei, presidente dell’Uneba Bergamo (a livello nazionale sono oltre mille le strutture associate Uneba), «le disposizioni nazionali e regionali sono chiare, ma ancora una volta si demanda alle strutture ogni responsabilità decisione: per le nostre strutture cambierà ben poco, a nostro malgrado». «Andiamo avanti con la raccomandazione delle mascherine – commenta Fabrizio Lazzarini, direttore generale della Fondazione Carisma –: è una decisione in linea con la prassi consolidata, è giusto che rimanga ancora del buonsenso».

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