Cronaca / Bergamo Città
Giovedì 09 Gennaio 2025
Mamadi, venerdì sera il ricordo in via Tiraboschi. Poi il rimpatrio in Gambia
IL LUTTO. Giovedì 9 gennaio alle 15 l’ultimo saluto per familiari e amici di Mamadi Tunkara, prima del rimpatrio della salma. Venerdì un momento di ricordo alle 21.30 in via Tiraboschi, sabato il rimpatrio della salma.
Sabato 11 gennaio un volo in partenza dall’aeroporto della Malpensa riporterà per sempre il corpo di Mamadi Tunkara nel suo paese dov’era nato 36 anni fa, il Gambia.
Il feretro verrà imbarcato su un volo internazionale a cura di un’impresa di onoranze funebri di Milano, che già nella giornata di venerdì 10 gennaio provvederà al trasporto dalla camera mortuaria dell’ospedale Papa Giovanni XXIII per l’appunto all’aeroporto, in vista dell’imbarco il giorno successivo. Giovedì 9 sarà invece il giorno dell’ultimo saluto per i familiari e gli amici del trentaseienne ucciso lo scorso venerdì pomeriggio in via Tiraboschi: alle 15 si terrà il rito del lavaggio della salma, come previsto dal funerale islamico.
«Seguirà poi un momento di preghiera – spiega Kebba Jammeh, segretario dell’associazione Giovani gambiani di Bergamo, che parteciperà al rito – e di raccoglimento per ricordare il nostro fratello. Poi lo saluteremo per sempre, mentre la prossima settimana organizzeremo in centro a Bergamo una fiaccolata per ricordarlo».
Nel frattempo un cartello segnala che per venerdì 10 gennaio è previsto un momento di ricordo: alle 21.30 l’appuntamento è nel passaggio Cividini dove Mamadi è morto.
Venerdì sera il ricordo
Nel frattempo un cartello segnala che per venerdì 10 gennaio è previsto un momento di ricordo: alle 21.30 l’appuntamento è nel passaggio Cividini dove Mamadi è morto.
Il fronte giudiziario
Ad accompagnarlo nell’ultimo viaggio dall’Italia al Gambia ci saranno alcuni familiari: non Alieu Tunkara, il fratello che viveva con lui a Verdello, in una abitazione del Patronato San Vincenzo. Resterà infatti in Italia, eventualmente a disposizione delle autorità che hanno indagato sull’omicidio del fratello: omicidio per il quale è stato fermato, la mattina seguente al confine con la Svizzera, il ventottenne del Togo Sadate Djiram, ora in carcere in via Gleno a Bergamo con l’accusa di omicidio volontario aggravato dai futili motivi e dalla premeditazione. Il giudice per le indagini preliminari, che l’ha interrogato martedì 7 gennaio in carcere, ha infatti confermato le due aggravanti contestate anche dal sostituto procuratore titolare del caso, Silvia Marchina. Si tratta di due aggravanti che aprono le porte al processo in Corte d’Assise e alla potenziale condanna all’ergastolo.
L’analisi dei cellulari
Nei prossimi giorni saranno anche analizzate le copie forensi dei cellulari che la Procura ha fatto sequestrare: quello della vittima, quello di Sadate Djiram e quello dell’ex compagna di quest’ultimo. Più passano i giorni e più anche agli stessi inquirenti il quadro in cui è maturato il brutale omicidio – undici le coltellate, di cui tre letali e una dritta al cuore, inferte in pieno centro, tra la folla intenta a fare shopping – sembra dettato più da quanto Djiram si era immaginato che da fatti documentati.
Il ventottenne si era infatti messo in testa che l’ex compagna l’avesse lasciato il 30 dicembre scorso per avviare una relazione proprio con Tunkara. Ma la stessa interessata, un’italiana che vive in città, si è solo limitata a confermare che l’uomo con cui conviveva (in casa di lei) dallo scorso luglio fosse sì molto geloso, ma senza mai indicare Mamadi, addetto alla vigilanza del Carrefour che l’ormai ex coppia aveva incrociato qualche volta facendo la spesa proprio lì.
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