Malore nella tenda dove viveva, clochard muore in via Tommaseo

LA TRAGEDIA. Senzatetto conosciuto sul territorio, è morto a 48 anni per un malore improvviso che l’ha colpito nella tenda dove aveva scelto di vivere da sei mesi in via Tommaseo, a poche centinaia idi metri dalla stazione.

Gli operatori della Caritas e degli altri servizi attivi nella zona della stazione Autolinee lo conoscevano bene. Anzi, era uno di quei senzatetto ai quali volevano davvero bene. Le prime notizie di lui risalgono addirittura al 2004. Per questo giovedì sera 3 ottobre la notizia della sua morte improvvisa, nella tenda dove aveva scelto di vivere da sei mesi in via Tommaseo, a poche centinaia idi metri dalla stazione, ha gettato tutti nello sconforto.

E così mentre in questi giorni la città è tornata a interrogarsi sul tema della grave marginalità, riflettendo tra le pieghe di un fenomeno che riguarda senz’altro la sicurezza, ma anche le condizioni di vita delle decine di senzatetto che vivono attorno alla stazione, intorno alle 19 di giovedì un malore si è portato via Fabio Bellini, bergamasco di 48 anni, gli ultimi venti dei quali passati a cercare un riparo nelle carrozze dei treni abbandonate sulla ferrovia, su qualche panchina o nei locali di edifici dismessi.

«Aveva frequentato il nostro dormitorio, ma anche le docce e altri servizi, poi però si era staccato, come purtroppo capita a tante altre persone»

Lo conoscevano bene anche gli operatori del dormitorio del Galgario, dove aveva fatto capolino più volte, prima di tornare a vivere in strada. «Lo avevamo “agganciato” tante volte – è il ricordo di don Roberto Trussardi, direttore della Caritas –. Aveva frequentato il nostro dormitorio, ma anche le docce e altri servizi, poi però si era staccato, come purtroppo capita a tante altre persone». La sua vita, Fabio, aveva deciso di viverla all’aperto. Simpatico, rispettoso, «sorrideva spesso e non era un rompiscatole»; così lo ricorda uno dei tanti operatori che da anni, per lavoro, condivide giorni e notti con gli invisibili. «Aveva saputo creare un bel legame con tutti, ci dispiace tanto – continua don Trussardi –. Oggi è una giornata triste per coloro che hanno provato a stargli vicino e ad accompagnarlo in queste sue fatiche».

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Giovedì sera il dramma si è consumato in pochi attimi, quando nel prato di via Tommaseo stavano calando le tenebre della notte: Fabio si è sentito male all’improvviso, l’amico che in quel momento era insieme a lui è uscito dalla tenda ed è corso sulla strada, dove ha attirato l’attenzione di alcuni automobilisti, che hanno allertato i soccorsi. L’ambulanza è arrivata in pochi minuti, ma a nulla è servito il massaggio cardiaco che i sanitari gli hanno praticato sul posto per una ventina di minuti. Il clochard è morto sul posto.

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