L’usura spaventa più di furti e rapine. «Momento delicato per il commercio»

L’indagine Ascom Per il 29% del campione (200 imprese) è la minaccia più grave. Fusini: «Con la fine delle moratorie, molti imprenditori in difficoltà a restituire i debiti».

L’usura spaventa più di furti e rapine. Per il 29% degli imprenditori bergamaschi del terziario (su un campione di circa 200), secondo l’indagine Ascom Confcommercio Bergamo presentata in occasione della nona edizione della Giornata «Legalità, ci piace», la minaccia più grave è proprio quella di cadere in mano agli strozzini. «Una novità figlia di questi tempi – commenta il direttore di Ascom Oscar Fusini –, visto che storicamente nella nostra provincia faceva fatica a passare il messaggio del rischio di usura e di infiltrazioni mafiose».

Un dato anche più alto di quello nazionale, dove la «percezione» del pericolo si ferma al 27%. Difficile, poi, analizzare il numero di chi effettivamente è caduto nella rete o ne è solo venuto a contatto ma episodi recenti - emblematico il caso del candidato sindaco dei 5 Stelle Nicholas Anesa, ex gestore di un bar pasticceria in Borgo Palazzo, vittima di estorsioni - dimostrano come il fenomeno sia diffuso anche sul nostro territorio. «Purtroppo – spiega Fusini – spesso l’imprenditore vede ancora nell’usura l’unica ancora di salvezza e la va a cercare. Ammaliato da una mano amica, che si presenta con un approccio soft, e che invece diventa un cappio al collo, che si stringe sempre di più». Il momento attuale è particolarmente favorevole per l’infiltrazione di queste pratiche. «C’è una forte discrasia tra l’opinione pubblica che vede ormai finite crisi e pandemia – riflette Fusini – e la realtà, perché è proprio ora che cessano le moratorie e le imprese sono in difficoltà, per mancanza di liquidità, a restituire i debiti». Tra le attività più in difficoltà i bar, «penalizzati dalla pandemia, stanno registrando chiusure altissime. Hanno infatti contratto prestiti che ora sono tornati esigibili da parte delle banche. I pagamenti sono ripartiti ma molti non hanno le risorse e quindi vanno in default».

Fusini: «Purtroppo spesso l’imprenditore vede ancora nell’usura l’unica ancora di salvezza e la va a cercare. Ammaliato da una mano amica, che si presenta con un approccio soft, e che invece diventa un cappio al collo, che si stringe sempre di più»

L’obiettivo è prevenire, rafforzando la collaborazione tra le istituzioni. «La ricerca evidenzia una crescita del timore da parte dei nostri imprenditori, esigenza di fronte alla quale la nostra Associazione non può restare inerte – assicura Giovanni Zambonelli, presidente Ascom Confcommercio Bergamo in apertura dell’incontro che ha visto anche gli interventi del tenente colonnello Salvatore La Bella, comandante del nucleo di polizia economica e finanziaria della Guardia di Finanza di Bergamo, e Francesco Breviario, referente provinciale dell’associazione Libera –. Negli anni con il Comando provinciale della Guardia di Finanza si è consolidato un rapporto diretto e fattivo e, di recente, con l’associazione Libera e il tavolo della legalità del Comune abbiamo rafforzato la collaborazione per potenziare la sensibilizzazione di cittadini e imprese verso questo pericolo».

L’indagine (che a livello nazionale ha considerato un campione di 4mila imprese) mette in evidenza che il 16% degli imprenditori bergamaschi è molto preoccupato a causa dell’esposizione al rischio di usura, racket ed estorsioni

I dati

L’indagine (che a livello nazionale ha considerato un campione di 4mila imprese) mette in evidenza che il 16% degli imprenditori bergamaschi è molto preoccupato a causa dell’esposizione al rischio di usura, racket ed estorsioni. Nel Nord Ovest (area in cui rientra la Bergamasca) il 9,7% delle imprese del terziario di mercato percepisce un peggioramento dei livelli di sicurezza nel 2021. Un valore inferiore al dato nazionale che si attesta all’11,8%. I fenomeni che colpiscono maggiormente la percezione degli imprenditori dopo l’usura (al 29%) sono quelli dei furti (23%), abusivismo (21%), aggressione (18%), contraffazione (17,7%), estorsione (17%), rapine (16,2%) e atti di vandalismo (13,9%).

© RIPRODUZIONE RISERVATA