Cronaca / Bergamo Città
Mercoledì 04 Dicembre 2024
Lupi, la Ue decide nuove regole di contenimento
LA PROPOSTA. Declassata la protezione della specie, sarà più facile abbatterli. Corti (Tutela rurale): siamo sulla buona strada. Wwf: «La natura è in pericolo».
Il lupo non sarà più una specie animale «strettamente» protetta, ma una specie animale «protetta». La differenza di un avverbio non è solo strettamente semantica perché apre a soluzioni di gestione e di contenimento meno restrittive rispetto a quelle finora in vigore. A dare il via libera a questa modifica è stato il Comitato permanente della Convenzione di Berna del Consiglio d’Europa, che ha accettato una proposta dell’Unione Europea per declassare lo status di protezione del lupo. Il cambiamento entrerà in vigore fra tre mesi, a meno che almeno un terzo degli Stati firmatari della Convenzione di Berna (17 su 49) non si opponga.
I branchi presenti in provincia di Bergamo sono attualmente tre: uno tra l’Alta Valle Seriana e la Valle di Scalve; uno tra la Val Seriana, la Val Serina e la Val Brembana; il terzo sulle montagne che segnano il confine tra Bergamo e Lecco. Una trentina di esemplari in tutto, a cui si aggiungono i lupi che attraversano il territorio orobico senza fermarsi
Il dibattito
La decisione si inserisce nel dibattito che vede contrapporsi da una parte gli ambientalisti e dall’altra cacciatori e allevatori. I branchi presenti in provincia di Bergamo sono attualmente tre: uno tra l’Alta Valle Seriana e la Valle di Scalve; uno tra la Val Seriana, la Val Serina e la Val Brembana; il terzo sulle montagne che segnano il confine tra Bergamo e Lecco. Una trentina di esemplari in tutto, a cui si aggiungono i lupi che attraversano il territorio orobico senza fermarsi. Le difficoltà a convivere con questi animali sono state rilanciate da tanti allevatori bergamaschi che hanno trovato amministratori pronti ad assecondare la richiesta di contrastarne la presenza. Secondo loro, la decisione presa ieri a Berna va nella giusta direzione «perché ritengo - evidenza Walter Semperboni, sindaco di Valbondione, da sempre contrario al progetto Life Wolfalps per la coesistenza tra lupo e attività umane – che prima di aiutare i lupi vada aiutato chi faticosamente lavora sulle nostre montagne. Ora auspico che sulla scorta di quanto deciso a Berna i legislatori italiani proseguano convintamente, e velocemente, su questa strada»
«Poi la Regione potrà predisporre un piano di contenimento del lupo che non dovrà più dipendere dal parere favorevole del Governo»
Michele Corti, presidente dell’associazione Tutela Rurale, conferma: «Declassare il lupo da “strettamente protetto” a “protetto” significa che siamo sulla buona strada, ma il percorso normativo che noi chiediamo è ancora lungo. Ci sono tre mesi di tempo per un ricorso; se non verrà presentato, l’Europa modificherà la direttiva Habitat; l’Italia la dovrà recepire e a quel punto potrà modificare la legge nazionale numero 157 del 1992. Credo che servirà almeno un altro anno di tempo». E poi? «Poi la Regione potrà predisporre un piano di contenimento del lupo che non dovrà più dipendere dal parere favorevole del Governo».
Wwf: decisione pericolosa
«Invece di allentare le tensioni, questa decisione potrebbe esacerbare la polarizzazione ed erodere la fiducia negli sforzi per gestire efficacemente le popolazioni di lupi»
Secondo il Wwf, invece, la decisione presa a Berna «ci riporta indietro di mezzo secolo e apre una strada pericolosa per il futuro della conservazione della natura in Europa. Tradotto in parole povere: l’abbattimento dei lupi sarà molto più facile». Secondo Legambiente«le popolazioni di lupi si sono a malapena riprese dopo l’estinzione nella maggior parte dell’Europa e l’indebolimento della loro protezione potrebbe mettere a repentaglio questa fragile ripresa. Invece di allentare le tensioni, questa decisione potrebbe esacerbare la polarizzazione ed erodere la fiducia negli sforzi per gestire efficacemente le popolazioni di lupi: il declassamento di queste protezioni – secondo Legambiente – rischia di acuire le divisioni sociali piuttosto che promuovere soluzioni costruttive».
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