
Cronaca / Bergamo Città
Martedì 18 Marzo 2025
Locatelli: «Covid, il lockdown ha salvato vite. Ma non ne siamo usciti migliori»
L’INTERVISTA. Il presidente del Consiglio superiore di sanità: «Troppo bassa la spesa pubblica».
Cinque anni dopo, l’Italia è più pronta. Ma diversi nodi, nodi cruciali, restano irrisolti: la spesa pubblica per la sanità, le carenze d’organico e la fragilità della medicina di territorio, l’annunciato hub nazionale antipandemico. Il Covid, che cinque anni fa viveva il suo terribile apice, resta ancora oggi «una tragedia che ha artigliato le nostre coscienze».
Il professor Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di sanità e già coordinatore del Comitato tecnico scientifico per l’emergenza Covid, riparte da quella metafora scandita nelle settimane più aspre: vale tuttora, anche dopo cinque anni, «un tempo importante per provare a guardare con un minimo di distacco emotivo quella situazione unica – ragiona Franco Locatelli –. L’impatto emotivo è ancora molto forte; il ricordo di tutte le vite perse, soprattutto nei nostri territori, è qualcosa di ancora drammatico. È stata una situazione imprevedibile, che ha mietuto tante vittime, soprattutto nelle persone più anziane e nei più fragili».
Professore, in un flash, cosa racconta meglio la drammaticità di quei giorni?
«Alcune immagini sono particolarmente dolorose, resteranno sempre scolpite nella memoria e servono da monito: i camion militari carichi di bare, il Papa da solo in Piazza San Pietro, il Presidente della Repubblica da solo all’Altare della Patria».
La fotografia dei camion militari fu un monito per il mondo intero.
«Ha suscitato emozione e commozione anche all’estero. Mi arrivarono messaggi di vicinanza e solidarietà da tanti colleghi nel mondo: in molti di loro ha evocato l’immagine precisa dell’impatto devastante di un patogeno rispetto al quale non avevamo vaccini, non avevamo farmaci, non c’era alcuna immunità. E questo spiega perché ha mietuto così tante vittime e perché si è dovuti ricorrere a una misura estrema come il lockdown».
È stato fatto tutto il possibile per contrastare il virus?
«Credo che oggettivamente fosse impossibile fare di più. L’Italia ha poi rappresentato un modello su cui altri Paesi hanno provato a sviluppare politiche contenitive».
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