L’incontro con i poveri: gli studenti cucinano alla mensa in stazione

GRAVE MARGINALITÀ . La Giornata contro l’esclusione ha visto in campo tutti gli enti: il pranzo dei giovani cuochi al «Posto caldo» e le iniziative al Galgario.

Anche nella nostra città, si è celebrata ieri la Giornata internazionale per il contrasto alla povertà e all’esclusione sociale che ha coinvolto enti ed istituzioni attive nell’ambito della grave marginalità. «Questo appuntamento – spiega Marcella Messina, assessore alle Politiche sociali – costruito in sinergia con i numerosi soggetti che lavorano in rete, è occasione per la narrazione di un fenomeno che vede un mutamento in atto perché coinvolge categorie di persone molto diverse: anziani, persone con dipendenze, giovani, migranti. Le risposte non possono che essere diverse per bisogni differenti».

«Lavorare insieme – aggiunge don Roberto Trussardi, direttore di Caritas bergamasca – permette di dare risposte belle ai nostri fratelli e sorelle che vivono situazioni di difficoltà. I numeri aumentano, aumenta anche l’aggressività, mettendo a dura prova gli operatori.

«Nonostante le fatiche, la nostra città dà vita a progetti significativi per contrastare la povertà»

Nonostante le fatiche, la nostra città dà vita a progetti significativi grazie a tante persone che ci mettono la testa e la passione del cuore. La Giornata ha l’obiettivo di sensibilizzare e scalfire i pregiudizi che ancora ci sono». Per don Dario Acquaroli, direttore della Comunità Don Milani di Sorisole, «la Giornata può aiutarci a ricordare che, oltre alle persone che vivono la grave marginalità, i poveri sono vicino a noi, sono conoscenti, familiari che stanno attraversando situazioni di difficoltà».

Gli studenti Abf al «Posto caldo»

Giovedì alla mensa «Posto Caldo», il pranzo ha visto protagonisti gli studenti dell’Azienda bergamasca formazione (Abf). «Per i ragazzi che hanno cucinato e servito i piatti – commenta don Dario – è stata l’occasione per incontrare in modo diverso le persone che vedono in stazione». Nel pomeriggio le proposte si sono svolte al Galgario, a partire dal laboratorio curato da Young Caritas. «A un gruppo di una ventina di giovani – illustra Giorgia Lozza – facciamo vivere l’esperienza di una persona senza fissa dimora che si deve destreggiare tra i servizi per trovare ciò di cui ha bisogno». Ad accogliere e orientare i partecipanti, gli operatori di Caritas. Ma essere senza fissa dimora non significa dover soddisfare solo bisogni primari. Tutti hanno diritto e bisogno di bellezza, arte, cultura.

Il progetto Punto di Sosta

Nasce così il progetto di Punto Sost a, Fondazione Bernareggi e Tantemani, «Passeggeri nella storia» che ha visto utenti, operatori, volontari condividere emozioni, scoprendo luoghi belli della città, rappresentati poi su carte che saranno fruibili sul sito di Caritas, come ha illustrato Federica Zinnarelo, operatrice culturale della Fondazione Bernareggi.

«Essere senza fissa dimora non significa dover soddisfare solo bisogni primari. Tutti hanno diritto e bisogno di bellezza, arte, cultura»

Durante la serata è stata presentata anche la pubblicazione «Tatoo. Non può piovere per sempre», esito di un progetto promosso da Punto sosta, Dormitorio Galgario, Drop in, Housing First, Comunità residenziali Opera Bonomelli. Il pieghevole raccoglie sette storie raccolte tra gli utenti dei servizi, narrate a partire dai tatuaggi che ognuno di loro ha sul proprio corpo e che sono poi stati trasformati in disegni nel laboratorio di Tantemani. «Il tatuaggio – spiega l’autore della pubblicazione Giuseppe Goisis – rappresenta una scelta che una persona ha compiuto. Un tatuaggio dice molto di sé. Nel racconto poi si scopre che chi narra e chi ascolta hanno molto in comune, ovvero l’umanità». Dopo il buffet, offerto dall’associazione Cuochi bergamaschi, la giornata si è conclusa con l’esibizione di «San Cioc, Bayfall, Betel, Krishna. Quattro storie improprie», raccolte anch’esse tra gli utenti dei servizi, diventate uno spettacolo di letture e musiche con Giuseppe Goisis, Andrea Maggioni e Samuele Piazzi della cooperativa «Il pugno aperto».

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