Le Poste chiudono anche a Boccaleone. Restano solo 12 uffici per 23 quartieri

LA DECISIONE. Una riorganizzazione dovuta al crescente utilizzo dei servizi on line, spiega l’azienda. I cittadini protestano: «Anziani costretti a spostarsi per ritirare la pensione o pagare i bollettini».

Bello il progresso tecnologico, ma non troppo, se comporta il «taglio» di servizi sul territorio. I cittadini, in pochi giorni, hanno ricevuto la notizia della chiusura di ben due uffici postali in altrettanti quartieri: prima Monterosso, ora Boccaleone. Il cartello è apparso in questi giorni fuori dalla sede di quest’ultimo rione: dal 16 dicembre stop alle attività dell’ufficio postale. E così per ritirare la pensione o pagare i bollettini bisognerà spostarsi nei quartieri vicini. In Borgo Palazzo, all’ufficio di via Malj Tabajani, o alla sede centrale di via Locatelli, aperta anche di pomeriggio.

I residenti di Boccaleone sono rimasti di sasso: «Sono basito. A Boccaleone non siamo pochi, non riesco a capire perché venga chiuso l’ufficio postale. È scomodo spostarsi in altri quartieri, soprattutto per i tanti anziani» commenta Paolo Algisi, un residente.

Restano 12 uffici per 23 quartieri

Così, a fronte di una popolazione sempre più anziana - sono oltre 30mila in città i residenti con più di 64 anni, il 25% del totale - e spesso non al passo con la tecnologia, si chiudono servizi di riferimento nei quartieri, come gli uffici postali. Con le chiusure delle sedi di via Tremana e di via Boccaleone, sono 12 gli uffici rimasti in città per 23 quartieri: 1 cittadino su 2 quindi, per ritirare la pensione o pagare un bollettino, deve recarsi in un quartiere diverso da quello di residenza. Un disagio soprattutto per quei quartieri, come Boccaleone, non certo piccoli: secondo i dati di Bergamo in Cifre al 31 dicembre 2023 è il 6° più popoloso con 6.785 residenti (nonché il 5° con il dato più alto per cittadini over 64).

Da Boccaleone a via Malj Tabajani sono quasi 2 chilometri

Per qualche anziano in buona salute la chiusura non rappresenta un grande problema, come per la signora Maria Luisa Frigeni, che commenta: «In effetti sarebbe più comodo avere le Poste qui, ma io mi reco in pullman a quelle del Triangolo. Faccio due passi». Ma per gli anziani che hanno difficoltà a spostarsi o a camminare, la musica cambia. Anche perché la distanza non è agevole: da via Boccaleone a via Malj Tabajani il tragitto da compiere è di quasi 2 chilometri, almeno 20 minuti a piedi. «Magari riuscissi a fare due passi - sospira la signora Silvana Bacis -. Faccio fatica a camminare».

Le motivazioni di Poste Italiane

Il motivo della chiusura dell’ufficio, stando a quanto comunica Poste Italiane, è il ricorso sempre più massivo degli utenti ad app e home banking: «Poste Italiane, in conformità ai provvedimenti adottati dall’Agcom, ha predisposto un piano di riorganizzazione della rete che tiene conto dalle mutate abitudini dei cittadini, ogni giorno più orientati all’uso dei prodotti e servizi online. Ad oggi le interazioni giornaliere con i canali online del Gruppo sono oltre 20 milioni. Gli uffici postali oggetto di riorganizzazione - specificano - sono Bergamo 14 in via Tremana e Bergamo 12 in via Boccaleone». Al momento all’orizzonte non sono previste altre chiusure. Poste Italiane ribadisce ad ogni modo la propria presenza fisica sul territorio: «Poste Italiane continua a essere l’azienda più capillarmente diffusa sul territorio nazionale e in particolare nel Comune di Bergamo, dove, al netto degli interventi che interesseranno due sedi, sono disponibili 12 uffici postali, di cui 8 con accesso su prenotazione, 14 Atm Postamat, di cui 12 disponibili 24 ore su 24, 66 Punti Lis (esercizi convenzionati quali bar, edicole) e 27 Punto Poste (punti di ritiro e locker per gli acquisti online e la spedizione di resi e pacchi prepagati)». Tra le nuove attività del Gruppo a Bergamo, fa sapere l’azienda, c’è anche la realizzazione di «Spazi per l’Italia», ovvero nuovi luoghi digitali dedicati al coworking e a disposizione della cittadinanza.

L’ex dipendente: «La tecnologia ha rovinato tutto»

Eppure la chiusura della sede di Boccaleone fa storcere il naso anche a chi, come Claudio Caviglia, alle Poste ci ha lavorato per 43 anni fra Calusco d’Adda, Curno e Bergamo. Pensionato, il signor Caviglia è residente a Celadina, dove 4 anni fa si è visto chiudere la sede. «Di solito vado a Seriate, ma il parcheggio è un problema e così venivo a Boccaleone. Ora tornerò a Seriate». Da ex dipendente di Poste non ha dubbi: «La tecnologia ha rovinato tutto. Il fatto è che Poste Italiane non tiene conto della popolazione anziana, a loro interessano i guadagni con buoni fruttiferi, buoni postali e servizi bancari. Alla gente però servono i servizi pratici come i pagamenti dei bollettini». Caviglia propone un meccanismo «solidale» per fare coesistere la presenza degli uffici con la tecnologia: «Si potrebbero introdurre tariffe diversificate per salvare gli sportelli: se vieni in Posta paghi un tot, se usi i servizi online paghi una cifra in più, per sostenere l’ufficio. Perché la comodità - conclude - si paga».

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