Cronaca / Bergamo Città
Domenica 02 Febbraio 2025
Le droghe diventano sempre più potenti. E tra i giovani cresce il consumo di ketamina
DIPENDENZE. Negli anni il principio attivo per una dose di marijuana in media è passato dal 9 al 14% e per l’hashish dal 10 al 29%. Gli esperti: «Dosaggi elevati, si rischia. E la dipendenza accelera». La sostanza sintetica diffusa tra i giovani.
Da un lato c’è il proliferare di nuove sostanze. Dall’altro, ci sono quelle «classiche» che diventano sempre più potenti. Nell’ultimo decennio, il principio attivo delle droghe – cioè il composto chimico che genera gli effetti e le conseguenze – s’è fatto sempre più alto, più forte, in Italia come così anche a Bergamo.
Basta mettere in fila i dati delle ultime relazioni della Direzione centrale per i servizi antidroga, frutto delle analisi tossicologiche eseguite dalle forze dell’ordine sulla «merce» sequestrata: dal 2015 al 2023 il principio attivo di una dose di marijuana è passato in media dal 9% al 14%, per l’hashish è aumentato dal 10% al 29% (praticamente triplicato), mentre il grado di purezza della cocaina è salito dal 50% al 71%. Per il Thc, cioè il principio attivo contenuto nell’hashish o nella marijuana, «l’incremento di questi valori è confermato anche dai laboratori tossicologici di Bergamo – spiega Marco Riglietta, direttore della struttura complessa Dipendenze dell’Asst Papa Giovanni –. Siamo a livelli molto più elevati di un tempo, mentre per la cocaina la purezza è sempre stata abbastanza alta, non meno del 70% e vicina all’80%».
Una «potenza» diversa
Ma cosa cambia, in concreto, se il principio attivo – è il caso in particolare dei cannabinoidi, le sostanze più diffuse tra i giovani – aumenta? «Vuol dire che siamo di fronte a una potenza completamente diversa, con rischi molto più alti di sintomi psicotici», spiega Riglietta. «I dosaggi rilevati negli esami tossicologici danno spesso risultati impressionanti – spiega anche Maurizio Campana, direttore del Servizio dipendenze dell’Asst Bergamo Est –. Questo porta ad amplificare i rischi legati agli effetti, ma può anche rendere più veloce lo sviluppo della dipendenza». Lo scenario delle dipendenze consolida poi elementi noti: «La cocaina, crack incluso, rimane la sostanza più preoccupante, anche perché non vi sono strumenti farmacologici per intervenire – spiega Riglietta –: tra i nuovi utenti dei Serd, da ormai 15 anni la cocaina è la sostanza più utilizzata. Considerando tutti gli utenti in carico, cioè anche quelli con percorsi che durano da anni, un terzo delle persone ha una dipendenza da eroina, un terzo da cocaina, un terzo da alcol».
«Sui Serd c’è ancora uno stigma: per questo occorre provare a intercettare l’utenza nei contesti dove le sostanze vengono utilizzate, serve stare sul territorio»
L’andamento recente delle persone prese in carico resta «stabile», sono poco più di 7mila i pazienti seguiti dai Serd delle Asst bergamasche. Resiste però una certa difficoltà nell’intercettare davvero tutte le persone in una situazione di bisogno: «Sono stati fatti dei passi avanti – riconosce Riglietta –, specie l’offerta per i più giovani è stata ampliata in termini di strutture, ambulatori e metodi di lavoro. Sui Serd c’è però ancora uno stigma: per questo occorre provare a intercettare l’utenza nei contesti dove le sostanze vengono utilizzate, serve stare sul territorio». «Soprattutto per i giovani – aggiunge Campana –, è importante creare dei servizi di counseling e individuare modalità comunicative più moderne».
La ketamina
Business in continua evoluzione, quello delle droghe. Tra le sostanze «di nicchia» ma con un consumo in crescita c’è la ketamina: «La diffusione è aumentata anche sul nostro territorio – rileva Campana –, per questo l’abbiamo inserita con maggior frequenza nei nostri monitoraggi: è utilizzata soprattutto dai giovani, in contesti quasi sempre correlati alla musica, come discoteche e concerti techno».
«Fentanyl, sul nostro territorio non abbiamo avuto riscontri sulla diffusione, ma è corretto mantenere la massima attenzione. A breve un nuovo monitoraggio al Papa Giovanni»
Circa un anno fa, il ministero della Salute alzò invece al «livello 3» – il massimo grado nel sistema di monitoraggio delle sostanze stupefacenti – l’allerta legata al Fentanyl, oppioide sintetico contenuto anche nei farmaci per la terapia del dolore, ma che sul mercato illecito delle droghe è diventato un potentissimo stupefacente che negli Stati Uniti è arrivato a causare anche 100mila decessi per overdose all’anno. «Sul nostro territorio non abbiamo avuto riscontri sulla diffusione, ma è corretto mantenere la massima attenzione», osserva Campana. «Il Italia il problema non c’è, ma è giusto che ci sia e si mantenga questa allerta – ribadisce Riglietta –, sia per la pericolosità in sé sia perché può “contaminare” eroina, cocaina e amfetamine se il Fentanyl è usato come sostanza da taglio».
Proprio per questo, il «Papa Giovanni» attiverà un nuovo monitoraggio: «Dopo la prima allerta, nel 2024 tra maggio e luglio abbiamo fatto un monitoraggio a tappeto tra tutti i nostri pazienti con esami del capello e delle urine, per verificare l’eventuale assunzione – spiega Riglietta –. Quello screening ha dato esiti negativi, ma a breve sarà avviato nuovamente, proprio per mantenere costante l’attenzione rispetto a questa allerta».
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