Le azioni-chiave in caso di pandemia: Ats vara il piano

Sanità. Predisposto il documento «Pan-Flu 2021-2023». Tra le misure, incremento del personale, anche per il contact-tracing, e formazione dei medici di territorio.

È uno degli insegnamenti della pandemia: essere preparati a ogni evenienza. Così, in funzione della nuova normativa nazionale e regionale, l’Ats di Bergamo ha definito il «Piano pandemico locale PanFlu 2021-2023»: un documento operativo che, «sulla scorta di quanto affrontato e delle criticità emerse dalla pandemia Covid», ha lo scopo «di migliorare la capacità organizzativa al fine di garantire una migliore risposta a una futura pandemia simil-influenzale». Il piano, articolato su scala locale in un testo di 18 pagine, è infatti applicabile - come si legge - a «tutte le sindromi influenzali che si trasmettono in modo prevalente per via respiratoria», come il Covid, l’influenza, l’influenza aviaria e «altro nuovo patogeno a trasmissione aerea».

Pagina dopo pagina, il piano descrive quelle che sono le azioni fondamentali per prevenire e affrontare una nuova emergenza, una volta segnalata dai diversi livelli di sanità pubblica (a partire dall’Oms). Il piano si sviluppa secondo una catena di fasi: fase «interpandemica», fase di «allerta», fase «pandemica», fase di «transizione»; le azioni-chiave ruotano attorno a temi come l’«attività di sorveglianza epidemiologica e virologica», la «valutazione rischio e gravità», i «servizi sanitari e gestione clinica» l’«analisi delle risorse» (servizi territoriali, ospedalieri e di prevenzione), le «misure di prevenzione e controllo dell’infezione», il «personale e formazione», i «sistemi informativi».

Per migliorare la capacità organizzativa in caso di nuove ondate Covid e non solo

Si parte dall’attività di sorveglianza, sia sugli esseri umani sia su specifici animali a rischio.Una delle prime misure attuabili in caso di emergenza, per esempio, è quella dell’incremento del personale da dedicare al contact tracing. Fondamentale è la tutela degli operatori sanitari, e il documento disciplina anche la distribuzione dei dispositivi di protezione individuale (Dpi) partendo dal personale di Ats: «In ottemperanza a quanto sarà previsto da Regione, la fornitura potrà essere garantita a tutti i professionisti sanitari e ad altri enti/strutture», spiega il documento. La valutazione del rischio è affidata al Servizio epidemiologico aziendale, che «individua le aree del territorio a maggior criticità»; i flussi di dati «consentiranno alle autorità regionali/ministeriali di prendere decisioni rispetto al passaggio delle fasi pandemiche con rimodulazione di tutte le attività». Centrale è l’analisi dei servizi sanitari, con una mappatura - da parte di Ats - che permette per esempio di monitorare i posti letto negli ospedali e il personale disponibile.

previsto il monitoraggio dei posti letto negli ospedali e dell’organico

Altra azione da mettere in campo: «Ats provvede alla formazione di medici del territorio sull’utilizzo corretto dei Dpi sulla scorta del patogeno e ne garantisce la fornitura in ottemperanza a quanto previsto da Regione. Se indicata, la distribuzione sarà garantita anche alle strutture sociosanitarie residenziali».

Sul fronte delle risorse umane, «il personale di Ats garantisce le attività istituzionali; in corso di pandemia, se necessario e qualora fosse reso fruibile dalla normativa, può ricorrere al potenziamento delle risorse umane ricorrendo alla sottoscrizione di contratti di scopo “ad hoc”». «Il documento - si legge nelle considerazioni finali - è suscettibile di aggiornamenti che gli attori di Ats coinvolti saranno tenuti a effettuare in coerenza con quanto verrà applicato all’interno dei singoli contesti».

© RIPRODUZIONE RISERVATA