«L’autobus in sede protetta è una vera sfida culturale per una mobilità più sostenibile»

Trasporti Carlo Mazzoleni, presidente della Camera Commercio, sul progetto di autobus in sede protetta tra Bergamo, Dalmine e Verdellino. «Passiamo dai convegni ai fatti».

«Secondo me la questione è culturale, e pure la sfida: vogliamo continuare a riempirci la bocca di mobilità sostenibile e a fare convegni su convegni oppure proviamo a passare ai fatti?». Carlo Mazzoleni, presidente della Camera di Commercio, chiama a raccolta il territorio sul progetto del Brt, il Bus rapid transit, il sistema di trasporto collettivo con mezzi elettrici che corre in buona parte su corsie protette e riservate. Nel caso del progetto made in Bergamo, finanziato dal Pnrr con 80 milioni di euro, da Bergamo a Dalmine e da qui a Verdellino.

Una proposta che ha però suscitato anche reazioni critiche. Tra le opposizioni di Palafrizzoni (centrodestra in primis) che, nel corso del recente Consiglio comunale sulle infrastrutture, non hanno lesinato critiche sul tema, ma anche da parte dell’assessore regionale alle Infrastrutture (e già sindaco di Dalmine, la questione non è affatto secondaria) Claudia Terzi, perplessa su alcuni aspetti.

«Un’infrastruttura europea» Tutti e tre i progetti presentati in sede di Pnrr sono stati concertati nell’ambito del cosiddetto tavolo Ocse, ma il Brt fa in un certo senso più capo all’ente camerale, così come la nuova stazione europea al Comune e il potenziamento del polo scolastico di via Gavazzeni (il solo rimasto fuori, ma potrà comunque accedere ai fondi ministeriali) alla Provincia.

«Io mi fido dei tecnici, buona parte dei problemi emersi hanno già trovato soluzione: bisogna farli lavorare» prosegue Mazzoleni. Del resto «non si tratta di andare su Plutone: l’opera agisce sì su un territorio fortemente antropizzato e con diversi punti critici, ma le soluzioni si possono trovare, sia per gli accessi privati che le aziende. Non è il caso d’ingigantire i problemi: per esempio, stiamo parlando di impianti semaforici che fermano il traffico (sulla 525 - ndr) ogni 10 minuti e comunque solo per il tempo, minimo, necessario al passaggio dei mezzi. Sono infrastrutture che ci sono in tutti i Paesi europei».

«Migliora la qualità della vita» Sono 6 i comuni interessati dal progetto: Bergamo, Lallio, Dalmine, Osio Sotto, Osio Sopra e Verdellino per un totale di poco più di 29 chilometri tra andata e ritorno e un numero di fermate tra le 24 e le 21, secondo il senso di marcia.

L’80% del tracciato è in corsia protetta.

Un disegno che, per quanto riguarda il capoluogo, ha già portato a una sollevazione di scudi del centrodestra sia per il sistema di corsie preferenziali che la conseguente eliminazione degli stalli di sosta in alcune vie, oltre ai possibili problemi di traffico. «Si creano problemi alla mobilità privata? Il nostro scopo è semmai spostare quote di traffico importanti su quella pubblica con un’offerta che sia davvero attrattiva e conveniente. Questo è un progetto che incide in modo importante sulla qualità della vita» sottolinea il presidente della Camera di Commercio, «Tutti i comuni a parte Dalmine, che chiaramente è fondamentale, mi sembrano aver dato il loro sostanziale assenso dopo tutti i passaggi necessari: restano dei problemi tecnici?

Per carità, si possono risolvere, ne sono assolutamente convinto». Anche (e soprattutto) perché «qui la sfida è davvero culturale: vogliamo davvero passare ai fatti e provare a cambiare le cose con un progetto di trasporto collettivo che sia davvero incisivo?».

E Mazzoleni sottolinea un’ulteriore peculiarità, la certezza dei tempi di percorrenza del sistema Brt: «Questo è un punto centrale che va anche oltre il possibile risparmio di tempo. Un servizio del genere è strutturato in modo da dare percorrenze affidabili: ora da Bergamo a Dalmine e Verdellino ci si può impiegare un quarto d’ora così come 40 minuti. Non è una situazione sostenibile per nessuno, dagli studenti dell’Università a chi deve per esempio recarsi nelle strutture sanitarie di Zingonia». E a proposito di tempi, quelli indicati nel Pnrr sono tassativi: novembre 2026. Quindi c’è da chiarirsi prima e correre poi.

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