Latte materno, raccolti 350 litri all’anno. «Ma ne servirebbero di più»

ASST PAPA GIOVANNI . Sono una trentina le mamme volontarie che lo donano: viene utilizzato soprattutto per i neonati prematuri ricoverati in Terapia intensiva o Patologia neonatale. Mangili: «Non basta mai. Siamo in cerca di partner per organizzare un servizio di raccolta a domicilio».

Un tempo c’erano le balie e i «fratelli di latte» per aver ricevuto nutrimento dalla stessa mamma, che donava il suo latte ai bambini che ne avevano bisogno. Ora i tempi sono cambiati, ma il bisogno di latte materno per i piccoli in difficoltà non è diminuito. «Per ogni neonato il latte della propria mamma è il miglior alimento possibile», spiega la dottoressa Giovanna Mangili, direttrice del Dipartimento materno-infantile e pediatrico e della Patologia neonatale dell’Asst Papa Giovanni XXIII dove, dal 2017, è presente una Banca del Latte, registrata all’Associazione italiana Banche del latte umano donato, che conta 43 Banche del latte in Italia.

«La peculiarità dei nutrienti rendono il latte materno un alimento unico ed inimitabile. Purtroppo, per varie cause, non è sempre disponibile per tutti i neonati ed è per questo che sono nate le Banche», fa presente Mangili. La Banca del Latte è un servizio adibito alla raccolta, selezione, trattamento, conservazione e distribuzione del latte umano offerto da donatrici volontarie, selezionate con molta cura. Il latte raccolto viene sottoposto ad analisi microbiologica, quindi pastorizzato e congelato per la conservazione a lungo termine: viene utilizzato soprattutto per l’alimentazione dei neonati prematuri ricoverati in Terapia intensiva o Patologia neonatale in caso di assenza o insufficiente produzione di latte da parte delle loro mamme. Sono 4mila all’anno i nuovi nati al Papa Giovanni. Nel 2023 sono stati ricoverati in Patologia neonatale circa 550 neonati, di cui 61 con peso molto basso alla nascita (sotto il chilo e mezzo). «Nel 2024 potremmo arrivare a circa 80 neonati gravemente prematuri – dice Elena Sala, della Patologia neonatale – . Il latte materno è molto importante per questi bambini, perché rappresenta l’alimento più adatto per il suo organismo non ancora completamente sviluppato. Inoltre è considerato come un farmaco perché permette di prevenire patologie gravi», puntualizza la direttrice del Dipartimento materno-infantile e pediatrico dell’ospedale bergamasco. La Banca del Latte del «Papa Giovanni» raccoglie circa 330–350 litri di latte materno. «Per tanti anni abbiamo lavorato per avere questa realtà di fondamentale importanza – aggiunge Sala – . Il latte materno è importantissimo anche per quei neonati con patologie congenite che richiedono un’operazione a pochi mesi di vita. Per riprendersi al meglio e avere una migliore tolleranza alimentare i migliori risultati li dà il latte materno. La nutrizione con latte materno riduce i tempi di ospedalizzazione, permette una crescita migliore con meno complicanze e più veloce».

Verso la raccolta a domicilio

Le donatrici della Banca del Latte sono mamme con una produzione di latte superiore alla quantità necessaria per il loro bambino che possono offrire il latte in eccesso alla Banca del Latte. Ogni donna in salute e con un corretto stile di vita può diventare una donatrice. Il percorso richiede una valutazione del proprio stato di salute e l’esecuzione gratuita di alcuni esami del sangue, indispensabili per poter escludere patologie specifiche. Sono circa una trentina all’anno le donatrici della Banca del Latte del Papa Giovanni. «Il 90% sono mamme che hanno figli in Terapia intensiva che, producendo latte in abbondanza per il proprio figlio, scelgono di donare il latte in eccesso agli altri bambini della Terapia Intensiva», aggiunge Sala. Ma spesso il latte donato non basta. «Non sempre riusciamo a dare risposta a tutti i bisogni. Per questo cerchiamo di stimolare la donazione volontaria da parte di mamme che producono molto latte indipendentemente del loro legame con la Terapia intensiva», puntualizza Giovanna Mangili. Per incrementare le donazioni, nei progetti futuri della Banca del Latte c’è quello di strutturare una modalità di raccolta a domicilio del latte. «Stiamo cercando i modi per rendere questo progetto realtà: sappiamo che un grande limite alle donazioni è il dover portare autonomamente il latte raccolto in ospedale. E capiamo che la distanza fisica può essere un ostacolo a un gesto di cui i nostri bambini ricoverati hanno un grande bisogno. Siamo in cerca di partner per organizzare un servizio di raccolta a domicilio», conclude Mangili.

© RIPRODUZIONE RISERVATA