L’astensionismo cresce soprattutto in periferia: Grumello «maglia nera»

LA MAPPA. Nel rione si è espresso solo il 48,73%, meno di un elettore su due Nei quartieri più a sud si resta sotto al 60%. L’affluenza migliore a San Paolo.

Anche questo, in fondo, è un modo di esprimersi: restando a casa, scegliendo di non scegliere. È il segno di sfiducia o di disinteresse, di distacco dalla cosa pubblica. Bergamo, città tradizionalmente affezionata al voto, ha mostrato segnali di «freddezza» soprattutto in periferia, in particolare nella fascia sud della città, riservando una competizione invece ben più partecipata tra il centro e la zona che fa da ponte tra il centro e la periferia.

Lo sguardo d’insieme ha visto un’affluenza per il voto delle Comunali in città pari al 60,84%. È il segno di disaffezione ormai endemica in tutto il Paese, basta mettere in parallelo i diversi livelli territoriali: l’affluenza media nazionale – sempre per le Comunali – è stata del 62,21% e quella regionale del 61,88%, mentre a livello provinciale la Bergamasca si è attestata a una partecipazione del 62,60%. La Bergamasca ha così perso 7,76 punti rispetto alla partecipazione del 2019 (quando l’affluenza era stata del 70,36%), la città è arretrata di 7,04 punti; tra l’altro, qui – sia su scala cittadina sia sull’intera provincia – l’astensione è cresciuta in modo leggermente più forte, visto che a livello nazionale la partecipazione al voto è calata «solo» di 5,01 punti, passando dal 67,62% del 2019 al 62,1% di questa tornata.

Dove pesa l’astensione

L’analisi delle 103 sezioni delle Comunali di Bergamo, poi accorpate sulla base dei quartieri, dà conto delle zone della città in cui si è votato di meno. La geografia elettorale vede la situazione più problematica a Grumello del Piano, l’unico rione dove – metaforicamente – ha «vinto» l’astensione: lì l’affluenza è stata del 48,73%, ha votato meno di un elettore su due. Più nel dettaglio, scavando tra i seggi emerge una fotografia ancora più nitida: la sezione 102 ha contato solo 251 votanti su 551 elettori, il 45,55%, mentre è andata appena meglio nella limitrofa sezione 103 – entrambe raccolgono gli abitanti di Grumello – dove i votanti sono stati 423 su 832 aventi diritto, pari al 50,84%. Ma la combinazione delle due sezioni è sotto l’asticella del 50%.

Sembra un caso a parte, quello di Grumello, perché poi lo stacco è più marcato. Al penultimo posto c’è un quartiere semiperiferico, Carnovali, dove l’affluenza si è fermata al 57,39%, e poi le zone più ai confini della città: l’affluenza di Boccaleone (terzultimo quartiere per partecipazione al voto) è stata del 57,91%, a Celadina si sale leggermente al 57,94%, a Colognola ha votato il 58,02%, al Villaggio degli Sposi il 58,15%, a Campagnola il 58,87%, alla Malpensata il 59,79%. Tutti quartieri sotto il 60%, in coda alla classifica dei rioni e con una partecipazione inferiore alla media cittadina.

E dove, viceversa, si è votato con maggior partecipazione? La palma della maggior affluenza spetta a San Paolo, dove ha votato il 66,23% degli elettori, mentre il podio è completato da Longuelo (65,81%) e Santa Lucia (65,56%).

Gli effetti sul voto

I flussi di voto, analizzati nei giorni scorsi da InTwig, hanno mostrato come l’astensionismo selettivo abbia penalizzato il centrodestra guidato da Andrea Pezzotta, che ha patito una emorragia di voti da parte del proprio elettorato tradizionale (quello che alle Politiche 2022 ha votato i partiti di quella coalizione) e dei vecchi elettori (quelli che alle Comunali 2019 avevano votato Stucchi), mentre Elena Carnevali ha saputo conservare meglio il bacino del centrosinistra e «riattivare» fasce di cittadini che in precedenza avevano scelto l’astensione.

Così, astensione e andamento del voto si saldano in maniera abbastanza evidente. La traiettoria generale mostra infatti un tendenziale allargamento della forbice in favore di Carnevali nei quartieri dove l’affluenza è stata più elevata: la neosindaca ha infatti ottenuto 18,9 punti in più di Pezzotta a San Paolo (la zona con la più alta partecipazione al voto) e +13,8 punti a Longuelo, ad esempio. Detto che Pezzotta è risultato il candidato più votato solo sui Colli (dove ha riportato il 51,7%, mentre Carnevali s’è fermata al 46,5%; il restante 1,8% è andato a Vittorio Apicella del Movimento 5 Stelle), la dinamica delle periferie è stata diversa, ma appunto conferma il «link» tra astensionismo e perdita di consensi del centrodestra (e vantaggio di Carnevali). Nelle tornate recenti, tra Politiche e Comunali, i partiti di centrodestra si erano infatti dimostrati più competitivi nelle periferie; lì stavolta s’è però votato meno, un’astensione che ha riguardato principalmente gli elettori di quell’area politica: quelli del centrosinistra sono rimasti più «fedeli» e «attivi», il risultato è che Carnevali ha preso percentuali più alte rispetto a Gori nel 2019. Il caso emblematico è proprio Grumello: nel 2019 fu l’unico quartiere dove vinse il centrodestra guidato da Giacomo Stucchi, mentre a questo giro – in cui Grumello è stato il quartiere con l’affluenza più bassa – Carnevali e il centrosinistra hanno ottenuto la maggioranza dei voti anche lì.

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