L’assessore Angeloni: «Sicurezza, trovate le risorse per mettere altre 25 telecamere»

PALAZZO FRIZZONI. Riconfermato in Giunta per la terza volta, prende anche la delega che fu di Gandi. A breve anche il bando per assumere otto nuovi agenti. Si costituirà un Nucleo appiedato con sede in Porta Nuova. L’intervista su L’Eco di Bergamo del 4 luglio.

Un quaderno - con copertina a tema - per ogni delega. Quello appena inaugurato è dedicato alla sicurezza, già pieno di nomi e numeri di telefono. «Il primo impegno è tessere i rapporti istituzionali, con Questura, Prefettura, Carabinieri, Guardia di finanza, per lavorare tutti insieme». Giacomo Angeloni, dopo aver preso il testimone da Sergio Gandi, è operativo, col debutto a due Comitati provinciali per l’ordine e la sicurezza pubblica (con focus sulla stazione) ma anche andando sul posto quando ci sono le segnalazioni. «Sto facendo un po’ il “presidio mobile”», ammette.

La sindaca Elena Carnevali ha assegnato a lei la delega alla Sicurezza, sorprendendo un po’ tutti.

«Anche a Milano l’assessore alla Sicurezza Marco Granelli viene dal Terzo settore, prima come operatore Caritas e poi come presidente Ciessevi. L’avevo conosciuto quando lavoravo con i giovani del servizio civile, ora gli ho scritto, perché vorrei incontrarlo prima delle vacanze. Abbiamo uno “stile comune”».

Il suo background da operatore di strada può esserle utile?

«Ho iniziato nel 2001 come obiettore con don Fausto Resmini, per proseguire poi in Caritas. Un’esperienza che mi ha insegnato che la strada è complicata e che la soluzione non sono gli sgomberi, che spostano solo il problema».

Serve un intervento integrato?

«A Bergamo c’è una rete che funziona bene. Da un annetto al “Tavolo strada”, oltre ai Servizi sociali, partecipa la polizia locale. La collaborazione tra mondi che solitamente non si parlano è l’emblema di come si deve lavorare».

Ci vuole anche un certo physique du rôle per questo ruolo, pensa di averlo?

«Lo dimostrerò con i fatti, raggiungendo gli obiettivi che ci siamo posti. Il programma sulla sicurezza è molto chiaro e condiviso dalle forze che sostengono la sindaca».

Un programma che promette l’assunzione di nuovi agenti. Quali sono i tempi?

«Nei prossimi giorni verrà pubblicato un bando per le assunzioni: i primi saranno otto agenti, necessari per costituire il nuovo Nucleo appiedato di polizia locale, che avrà base in Porta Nuova, e presidierà soprattutto l’asse Propilei-stazione».

Fronte telecamere. Il progetto va a rilento, il sistema sarà implementato?

«Il 29 luglio, con la variazione di Bilancio, troveremo le risorse per incrementare la videosorveglianza con altri 25 “occhi elettronici”».

Avete già deciso dove posizionarli?

«Coinvolgerò l’Osservatorio partecipato sulla sicurezza per un “matching” tra le richieste dei quartieri e quelle della polizia locale, per individuare le priorità. C’erano già una quarantina di richieste, che vanno però aggiornate in base alle nuove esigenze emerse. Particolare attenzione sarà dedicata al quadrante via Paglia-Bonomelli-Quarenghi-Malpensata». La sindaca ha detto che l’ha scelta anche per la sua capacità d’ascolto.

La sta già mettendo in campo?

«Credo che relazione e pazienza siano fondamentali anche in questo assessorato. Sto cercando di capire le dinamiche e di attivarmi anche in prima persona quando ci sono le segnalazioni. Siamo chiamati a dare un segno di vicinanza, soprattutto a chi subisce episodi spiacevoli». Le è già capitato qualche intervento «diretto»?

«Ho chiamato e incontrato una signora che è stata scippata in centro; sono andato a vedere con la polizia locale la situazione della Clementina, dove ci hanno segnalato un uso improprio delle fontanelle in via Gandhi. Ho incontrato le mamme del parco Diaz, dove è stato spruzzato dello spray al peperoncino ai bambini che giocavano, ho fatto visita a un estivo che ha subito un furto. Con la consigliera comunale Viviana Milesi andrò sicuramente al Villaggio degli Sposi, dove sono ripresi i vandalismi, soprattutto ai danni delle auto».

Le è rimasta la delega all’Innovazione. Crede che ce ne sia bisogno anche nel campo della sicurezza?

«L’innovazione è il mio grande amore. L’innovazione nei servizi significa semplificare la vita ai cittadini ma anche ai lavoratori. Sarà quindi sicuramente utile implementare l’uso delle tecnologie anche nella polizia locale, per efficientare i provvedimenti, ad esempio le ordinanze». Ha detto che i prossimi cinque anni saranno all’insegna dell’Intelligenza artificiale.

Un tema controverso.

«L’Intelligenza artificiale, applicata in modo sano ed etico ai servizi della pubblica amministrazione, ci porterà alla terza rivoluzione digitale, migliorando ancora di più la vita dei cittadini». Proseguirà anche sulla strada del decentramento?

«In otto quartieri ci sono già l’Anagrafe e i Servizi sociali decentrati. Nei prossimi cinque anni l’obiettivo è portarli in altri quartieri come Malpensata, San Tomaso, Valtesse, Longuelo».

Anche per la polizia locale si era cercato di dare un segnale di decentramento con le Unità mobili.

«Il camper delle Unità mobili inizialmente era previsto nei quartieri in giorni diversi come ufficio per segnalazioni e denunce. Negli ultimi tempi, però, le Unità sono state usate nei quartieri critici per dare un segnale di “visibilità” con una funzione di deterrenza. L’obiettivo è triplicarle nei prossimi cinque anni, parallelamente alle nuove assunzioni, per dare un servizio ai quartieri. Sempre però come “ufficio mobile”, non come pronto intervento». Nello scorso mandato aveva la delega alla Partecipazione.

Anche la sicurezza può essere partecipata?

«Deve esserlo. Citavo prima l’Osservatorio sulla sicurezza, un luogo di partecipazione, che può essere anche ripensato in un’ottica di prevenzione, attraverso l’organizzazione di gruppi tematici di lavoro e la collaborazione con altri assessorati».

Su quali fronti si può lavorare sulla prevenzione?

«Penso al consumo di droga in città, che fa impressione, oppure al disagio giovanile. Non si può governare i fenomeni, senza conoscerli». A proposito di disagio giovanile, l’assessore Marzia Marchesi dice di voler coinvolgere anche le comunità d’origine dei ragazzi per affrontare il fenomeno. Lei nello scorso mandato teneva i rapporti con le comunità islamiche.

Possono essere utili anche in un’ottica educativa?

«Le relazioni instaurate con le comunità islamiche vanno mantenute, anche in quest’ottica di prevenzione del disagio tra le giovani generazioni. E poi c’è il progetto ”Giovani Onde” , con gli educatori di strada che hanno un ruolo importante».

Ci ha pensato un po’ ma poi ha voluto mantenere anche la delega ai Servizi cimiteriali.

«Dopo quello che abbiamo passato col Covid, ho un legame affettivo col cimitero. Ci sono anche una serie di scadenze importanti da affrontare».

Quali?

«Scade il project financing del forno crematorio e bisogna decidere come gestirlo. E bisogna decidere cosa fare della Bof: potrebbe diventare la società per gestire il forno crematorio, ma bisogna verificare se è fattibile con le norme in vigore». Lei, come altri assessori, è al terzo mandato.

Una sorta di «occupazione» del posto?

«Siamo solo in tre su nove al terzo mandato (oltre ad Angeloni, Sergio Gandi e Francesco Valesini, ndr). Siamo un pezzo di quella “continuità” che è stato un valore fondamentale della campagna elettorale. Gli elettori hanno dimostrato di apprezzare il lavoro fatto in questi dieci anni, un patrimonio da non buttare».

Le ha fatto piacere essere votato anche a Boccaleone, il quartiere più critico nei confronti dell’amministrazione Gori?

«Le preferenze ricevute a Boccaleone sono il frutto di amicizie storiche, persone con cui sono cresciuto insieme lavorando per il quartiere. Credo molto nella partecipazione, da lì bisogna ripartire e voltare pagina».

La Partecipazione è una delega che ha dovuto cedere.

«È stata una sofferenza, era diventato un abito su misura. Ma serve un assessore molto presente e trasversale per dare riscontro ai quartieri, non era compatibile con la sicurezza, che è molto impegnativa, anche per numero di personale. C’è stato il passaggio di consegne a Claudia Lenzini, che saprà fare bene».

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