Cronaca / Bergamo Città
Sabato 29 Ottobre 2022
L'assedio delle auto : 625 ogni mille abitanti . In coda per 44 ore all’anno
Il report. Nel rapporto sulle città a impatto zero del Mims, anche i dati sulla mobilità di Bergamo: tasso di motorizzazione ancora elevato e 2 giorni persi nel traffico.
Il traguardo è molto ambizioso, ma la strada è lunga, in salita e a tratti pure in coda. Stiamo parlando dell’impatto climatico zero e della missione Ue nella quale Bergamo è stata inserita assieme ad altre 99 città europee per la sfida urbana all’eliminazione delle emissioni di CO2 entro il 2030. Nel rapporto che il Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibile ha reso noto nei giorni scorsi, uno degli ultimi documenti presentati dall’ex ministro Enrico Giovannini, tra i tanti dati dedicati allo scenario di partenza delle nove realtà italiane coinvolte dall’Unione europea (oltre a Bergamo, Bologna, Firenze, Milano, Padova, Parma, Prato, Roma e Torino) nella sfida, ci sono alcuni dati sulla mobilità che ne restituiscono tutta l’entità e le difficoltà.
La densità di veicoli privati
Tra gli aspetti più penalizzanti per Bergamo, così come per le altre città di piccola e media dimensione, la densità di veicoli privati: con 625 mezzi ogni mille abitanti il nostro capoluogo è quasi ai vertici di questa infelice classifica, superato solo da Parma che ne conta 631, mentre la media italiana si attesa a 627 veicoli. Un dato inversamente proporzionale alle dimensioni urbane e alle reti di trasporto pubblico disponibili (non a caso Milano offre il numero di mezzi più basso, 497 ogni mille abitanti) e che va di pari passo invece con un altro indice ben noto a quanti si trovano ogni giorno a utilizzare le auto nei centri urbani: quello delle ore perse nel traffico. Ecco: nella classifica delle code (tratta dall’indice Inrix e non dal Tom tom index utilizzato dal rapporto dove il dato per la nostra città non è disponibile), Bergamo si piazza al 23° posto con 44 ore all’anno, mentre al vertice della classifica c’è Palermo con 109 ore, Roma è seconda con 107 e Torino è terza con 93. «L’elevatissimo numero di mezzi privati nel traffico delle nove città - si legge nel rapporto - è causa di cronici problemi di congestione, che aggravano le problematiche dovute alle emissioni di gas serra e di inquinanti atmosferici, causano notevoli danni economici per la perdita di ore di lavoro nel traffico urbano e rendono poco piacevole l’ambiente cittadino».
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