Lasciata in Borgo Canale 25 anni fa: «Imbattersi nella piccola Francesca, un’emozione che non scorderò mai»

LA STORIA. Il ricordo di un cronista de «L’Eco di Bergamo» del ritrovamento della piccina in via Costituzione, poco lontano dagli ex Riuniti il 24 novembre 1998.

Sono trascorsi quasi 25 anni, ma mi è impossibile non emozionarmi ancora ricordando il ritrovamento della piccina di 4-5 mesi abbandonata in un borsone lasciato nella cabina telefonica in via Costituzione, all’angolo con via Borgo Canale, a poca distanza dagli allora Ospedali Riuniti, in largo Barozzi. Cronista «di nera», intorno alla mezzanotte del 24 novembre 1998, ero di turno in redazione a «L’Eco di Bergamo» e ricevetti la segnalazione da un agente della polizia in servizio su una Volante, in città. Mi precipitai sul posto con l’inseparabile fotografo del giornale, Beppe Bedolis. Tra i primi ad arrivare, vedemmo la piccina coccolata dalla dirigente della questura, Francesca Ferraro (attuale capo di gabinetto della questura) e dal ventiseienne Francesco Perolari che aveva da poco scoperto la bimba, attirato dai suoi continui lamenti.

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L’emozione che provai fu intensa e non la scorderò mai: chiesi e ottenni dalla dottoressa Ferraro di stringerla tra le braccia dandole anche un bacetto sulle guance rosee. Sopraggiunse quindi un’ambulanza della Cri, con un medico che accertò subito le buone condizioni della neonata. Buone condizioni che vennero poi confermate anche dai medici del reparto di Pediatria del vicino ospedale.

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Pochi istanti dopo le venne dato il nome di Francesca in omaggio a Perolari e Ferraro. Gli stessi Perolari (oggi imprenditore come lo è stato il padre «Ciccio») e Ferraro seguirono a lungo il percorso di Francesca interessandosi e sostenendola. Così come del resto fecero i medici e gli infermieri della Pediatria degli allora Riuniti, oltre che tanti cittadini colpiti da quel ritrovamento. Dai successivi esami a cui fu sottoposta la piccola emerse che nelle prime settimane di vita Francesca era stata sottoposta ad un intervento per curare la Spina Bifida, una grave malformazione congenita che interessa la colonna vertebrale del nascituro ed il suo contenuto nervoso durante i primissimi mesi di gravidanza. Anche per Francesca, il Tribunale dei minorenni dichiarò poi lo stato di adottabilità. Un iter che andò a buon fine, garantendo così alla piccola un futuro e un’accoglienza in una nuova famiglia.

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