L’acciaio è rincarato del 200%: al palo
da un mese i lavori al ponte di Canonica

È l’effetto dell’aumento dei costi delle materie prime nelle costruzioni. Provincia e azienda incaricata cercano soluzioni, i tiranti devono arrivare dalla Germania. Ance: serve un Osservatorio che monitori i prezzi.

La messa in sicurezza del ponte sul fiume Adda fra Canonica e Vaprio (Milano) è a rischio a causa dell’aumento dei costi delle materie prime. L’acciaio dei tiranti che dovranno andare a sostituire quelli vecchi è aumentato di prezzo. Una crescita choc: oltre il 200%. Il cantiere ha già accumulato un ritardo di un mese: doveva essere allestito alla fine di maggio.

L’allarme lanciato ad aprile da Ance Bergamo (associazione nazionale costruttori edili) sta diventando una realtà: il rincaro dei materiali da costruzione, già ravvisato a dicembre rischia di bloccare gli appalti pubblici: questi appalti sono infatti assegnati sulla base di progetti redatti utilizzando il prezziario regionale che però, visti gli aumenti registrati da diverse materie prime, è fuori mercato. Il tanto atteso intervento sul viadotto fra Canonica e Vaprio (atteso visto il degrado dei tiranti e i 18 mila mezzi che ogni giorno ci passano sopra), del costo preventivato di 600 mila euro (almeno per il primo lotto), potrebbe essere uno dei primi casi di appalto pubblico bloccato per questo motivo.

Il condizionale è d’obbligo: Provincia e l’azienda Bergamelli di Albino, che si era aggiudicata i lavori con il 13% di ribasso, hanno infatti iniziato a confrontarsi per scongiurare questa eventualità. Ma il rischio c’è: «Contiamo di riuscire a trovare la quadra della situazione - affermano dalla Bergamelli - ma non possiamo lavorare in perdita. Del tempo è stato anche perso per scegliere meglio il modello dei tiranti da utilizzare. Stiamo parlando di un intervento complesso e tutto deve essere definito nel dettaglio».

Preferiscono non sbilanciarsi dall’ufficio Ponti provinciale anche se, da quanto lasciano trapelare, si capisce che la situazione non è affatto facile: «Se avessimo a che fare con un intervento più grande si potrebbe magari “tirare” su alcune voci di spesa per coprire l’aumento del costo dell’acciaio, ma in questo caso è prevista esclusivamente la sostituzione dei tiranti. Quindi non c’è molto spazio di manovra».

Previsioni e sicurezza

Gli incontri fra le parti, comunque, continuano. La situazione sta cominciando a preoccupare il sindaco di Canonica Gianmaria Cerea che non entra nel merito: «Va bene che non si poteva prevedere l’aumento dell’acciaio, però è da anni che si sta parlando della necessità di mettere in sicurezza il nostro ponte sull’Adda». Ad ogni modo uno slittamento dei tempi sembra inevitabile: anche se Bergamelli e Via Tasso dovessero venire a capo della difficile situazione, poi il materiale dovrà essere ordinato in Germania. «Si tratta - spiegano ancora dall’azienda di Albino - di un prodotto molto particolare che realizzano solo ditte specializzate». E un ordine del genere richiederà del tempo anche perché negli ultimi mesi, oltre al rincaro del costo delle materie prime, si sta registrando anche un allungamento dei tempi di consegna. Le restrizioni causate dall’epidemia di Covid a livello mondiale e la crescita dei costi dei trasporti sono all’origine dei pesanti problemi che oggi fronteggia il settore delle costruzioni e degli appalti pubblici.

«Meccanismi di compensazione»

Per l’Ance, però, aumenti così elevati come quelli verificatesi sono ingiustificati e, quindi, per l’associazione dei costruttori hanno una finalità prettamente speculativa. Per Vanessa Pesenti, presidente di Ance Bergamo, «è necessario creare un Osservatorio nazionale che monitori l’andamento dei prezzi di questi materiali, con rilevazioni ufficiali, oltre alla previsione di meccanismi di compensazione. Pensiamo ad esempio all’attuale Codice degli Appalti che non prevede, purtroppo, adeguati sistemi di revisione prezzi: i contratti non risultano più economicamente sostenibili e il rischio conseguente, nonostante gli sforzi messi in campo dalle imprese per far fronte agli impegni assunti, è quello di un progressivo rallentamento dei lavori in corso. Al fine di evitarne il blocco, a livello nazionale Ance sta lavorando attivamente per la reintroduzione di adeguati meccanismi affinché si possano compensare gli aumenti eccezionali registratisi negli ultimi mesi».

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