La vita di Daniel in Perù e un libro di speranza

IL PROGETTO. Storie dal lontano Perù, al piccolo Daniel è dedicato il nuovo libro della collana Volti di Speranza della Fondazione Santina di monsignor Luigi Ginami. E commuove l’incontro con una detenuta in carcere.

Lo ha visto tra le fessure di legno di una baracca, in una strada sterrata in Perù, a Puerto Maldonado in Amazzonia. Un villaggio inesistente, quattro case e una povertà incredibile. Daniel, figlio di Milagros, era a casa da solo: a tre anni, ha guardato monsignor Luigi Ginami dalle fessure della sua catapecchia e non ha detto nulla. «Era solo, quello sguardo di solitudine e povertà è diventato sguardo di speranza – ricorda don Gigi, come preferisce farsi chiamare -: a lui è dedicato il nuovo libro della collana Volti di Speranza della Fondazione Santina».

«Era solo, quello sguardo di solitudine e povertà è diventato sguardo di speranza»

La storia di Daniel

Una storia straziante, quella di Daniel: cinque fratelli, uno gravemente malato, padre inesistente e la mamma sempre al lavoro per garantire un po’ di cibo alla famiglia. «In un mondo che tanto parla di tutela dei minori, di rispetto dei piccoli, quel bambino peruviano mi lanciava una grossa provocazione. Quanti bimbi vivono nelle stesse condizioni drammatiche di Daniel?» si è domandato don Gigi. Una storia che ha commosso anche il cardinale Angelo Comastri, Vicario Generale emerito di Papa Francesco per la Città del Vaticano che ha seguito passo dopo passo il 62esimo viaggio di solidarietà compiuto in Perù da don Gigi dal 21 luglio al 10 agosto scorso. «Leggo questo testo e mi accorgo che i miei occhi sono pieni di lacrime, mentre nel cuore nasce un grande sdegno per tanta sofferenza incontrata nel viaggio – scrive il cardinale Comastri nella prefazione del libro -. E contemporaneamente sboccia il coraggio per fare qualcosa per asciugare qualche lacrima. Commovente la storia di mamma Milagros – continua -. Con un piccolissimo gesto di generosità potremmo rendere felice questa mamma e i suoi figli. Perché non lo facciamo?».

«Si tratta di trecento euro l’anno, 25 euro al mese in tutto, per un totale di 900 euro nel triennio che però faranno sì che 15 bambini peruviani, nell’Amazzonia e sulle Ande, ricevano il nostro aiuto in cibo, medicine o scuola»

Adozioni a distanza con il Perù

Con la storia di emarginazione di Daniel la Fondazione Santina ha infatti riaperto un nuovo programma di adozioni a distanza che coprirà i prossimi tre anni: «Si tratta di trecento euro l’anno, 25 euro al mese in tutto, per un totale di 900 euro nel triennio che però faranno sì che 15 bambini peruviani, nell’Amazzonia e sulle Ande, ricevano il nostro aiuto in cibo, medicine o scuola».

La prefazione del cardinal Comastri

«In Perù tanti sono i progetti: appena inaugurate la cucina e la lavanderia per il centro anziani “Apachtone” di Puerto Maldonado, una ristrutturazione dedicata ai genitori del cardinale Comastri: «Lui ha benedetto la nascita della nostra associazione prima e della Fondazione dopo – ha spiegato don Gigi -. La sua generosità, l’altruismo e l’umiltà che lo contraddistinguono ci hanno portato a ricordare con gratitudine i suoi genitori».

E sempre in Perù per l’anno 2025 è in programma la ristrutturazione di una cucina per il refettorio dei bambini di strada a Puno «e poi, dopo l’incontro con le detenute di Lampa, il piccolo progetto di un allevamento di porcellini d’India, che abbiamo già avviato». Ed è proprio nel carcere che don Gigi ha conosciuto e confessato una detenuta, Edith: «In un percorso di conversione, sta risalendo la china». Commuovente l’incontro e il dono di Edith a don Gigi: il laccio delle sue scarpe è diventato un braccialetto per il sacerdote, che ha ricambiato con la sua stringa. «Nel libro impressiona la confessione della detenuta Edith. Penso che custodirà gelosamente il regalo del laccio delle scarpe di don Gigi e don Gigi vedrà luccicare come oro il laccio delle scarpe della detenuta» ha scritto il cardinale Comastri.

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