La roggia Colleonesca coperta per i lavori del bus: «Ma sarà più controllata»

IL CANTIERE. Finiti al 40% i lavori di copertura del corso d’acqua, lascerà spazio alla corsia dei bus E-brt. Donato (Atb): «Abbiamo bonificato e ampliato la portata». Tombini ogni 40 metri.

Tra qualche decennio ci saranno solo le immagini a raccontare ciò che oggi accade sotto gli occhi dei bergamaschi: istantanee della roggia Colleonesca ancora semi scoperta (come non la vedremo più) lungo via Moroni, e delle ruspe calate nell’alveo durante i lavori di tombinatura per fare spazio alla corsia della e-Brt, la linea di autobus elettrici che dal 1° luglio 2026 collegherà la stazione di Bergamo a quella di Verdellino passando per Lallio, Dalmine, Osio Sopra e Osio Sotto.

Cinque chilometri di roggia «spariti»

Sono circa cinque chilometri di roggia quelli che stanno scomparendo a vista d’occhio da circa otto mesi, da quando cioè si è aperto il cantiere della nuova infrastruttura (del valore di 86 milioni di euro, finanziati dal Pnrr).

Ne sanno qualcosa i residenti del Villaggio degli Sposi e i pendolari che ogni giorno transitato lungo il tratto urbano dell’ex SS 525 in ingresso e in uscita dalla città, che dallo scorso autunno si percorre solo a senso unico alternato. Si lavora di corsa per chiudere il cantiere fino al ponte dell’Asse interurbano alla Grumellina entro la fine di marzo. Dopodiché gli operai si sposteranno verso sud, in direzione di Lallio dove per alcuni tratti i lavori di copertura sono terminati e già si può intuire l’ampiezza della sede stradale lungo la quale saranno ricavate le due corsie preferenziali per gli autobus . A Dalmine i lavori sulla roggia sono iniziati con qualche settimana di anticipo rispetto alle previsioni e proseguiranno nei prossimi mesi. Dopodiché i cantieri punteranno verso il santuario Madonna della Scopa a Osio Sopra.

Posati due km di manufatti

La copertura della roggia Colleonesca alla quale sta lavorando la ditta Vitali Spa (che si è aggiudicata l’appalto per la realizzazione dell’opera) è l’attività senz’altro più impegnativa. I lavori hanno raggiunto un avanzamento pari al 40% che corrisponde alla posa di circa 1.600 metri lineari di manufatti prefabbricati su 4.650 metri totali e 320 metri lineari di tubazioni in materiale plastico rinforzato con fibra di vetro su 510 metri lineari complessivi.

La copertura della roggia è un discorso delicato

La chiusura di un corso d’acqua – soprattutto dopo quello che è successo a settembre, con lo straripamento dei torrenti Morla e Tremana – è argomento molto delicato: per questo prima di intervenire Atb, su richiesta del Consorzio di bonifica, ha realizzato uno studio idraulico con l’obiettivo di migliorare lo stato attuale della roggia e il flusso del corso d’acqua, nonostante la copertura. Il bacino che correrà sotto terra sarà più ampio, con una capacità di raccogliere il 30% (e in alcuni tratti anche fino al 50%) in più di acqua.

Nella zona di via Moroni la portata massima arriva fino a 9 metri cubi al secondo: «Stiamo ricostruendo la roggia con una portata ben più ampia – conferma Liliana Donato, responsabile unico del procedimento e direttore generale di Atb, stazione appaltante dell’opera –, tenendo comunque presente il fatto che quel tratto non è mai esondato. Va ricordato che si tratta di una roggia artificiale, regolata mediante delle chiuse (che la rendono ancora più sicura, ndr), e che in base allo studio idraulico effettuato prima dei lavori, è stata valutata la quantità d’acqua portata all’interno della roggia degli ultimi 50 anni, tenendo conto di tutte le acque, anche quelle provenienti dalla strada e dai tetti».

Sono previsto tombini ogni 4 metri

La tombinatura dell’alveo viene effettuata con scatolari in calcestruzzo armato o con tubazioni in vetroresina. La parte più complessa da realizzare è proprio quella iniziale di via Moroni, dove i prefabbricati da posare sono molto ingombranti e difficili da maneggiare, installare e consolidare. «Altri punti – spiega Donato – verranno rifatti in opera, con getti di calcestruzzo per costruire elementi utili a distribuire l’acqua in altre rogge».

Lungo il corso d’acqua sono previsti anche tombini ogni 40 metri per il monitoraggio e un accesso ogni 400 metri per la manutenzione e la pulizia. «Abbiamo costruito anche uno sgrigliatore nella parte alta di via Moroni per impedire che rami o rifiuti di qualsiasi genere possano entrare nell’alveo – prosegue Donato – e aggiunto altri elementi utili alla perlustrazione e al monitoraggio del corso d’acqua». Alcuni di questi prendono il nome di disoleatori, vale a dire dei «filtri» che separano l’acqua dalle particelle chimiche e oleose, impedendo a queste ultime di entrare nell’alveo. Una sorta di bonifica permanente che renderà l’acqua della roggia Colleonesca più pulita.

La riapertura della strada

In queste settimane di cantiere, l’attenzione è concentrata inevitabilmente anche sui tempi di realizzazione dell’opera: tra una decina di giorni un primo tratto di via Moroni che oggi è percorribile a senso unico alternato tornerà a doppio senso: «È un cantiere che impatta sul traffico e di questo siamo tutti consapevoli – dice Donato –. Dobbiamo stringere i denti e continuare a lavorare, perché prima riusciamo a ridurre i disagi, meglio è per tutti».

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