La ricetta per ridurre il caldo. Astino, aiuole a «sfalcio ridotto»

IL PROGETTO. Iniziativa dell’Orto Botanico. Rinaldi: tutela della biodiversità. E il Comune ora pensa di riprodurre l’idea in parchi e giardini cittadini.

Provate a sdraiarvi su un prato di erba un po’ spettinata: rispetto al «green» del campo da golf percepirete almeno cinque gradi di calura in meno. È un’evidenza scientifica che emerge da uno studio che rientra nel progetto «Area a sfalcio ridotto», portato avanti dall’Orto botanico del Comune di Bergamo. Un progetto che si è concretizzato in una prima aiuola sperimentale ad Astino, nei pressi della valle della Biodiversità. Non un pezzo di verde dimenticato, ma «un laboratorio di studio e cura della biodiversità urbana, per contribuire ad armonizzare il rapporto tra uomo e natura» recita la segnaletica che spiega l’iniziativa alla quale ha collaborato anche il Comune di Brescia e il suo museo di scienze naturali nell’ambito di Bergamo e Brescia Capitale della Cultura 2023.

Il progetto pilota

Un progetto pilota che l’assessorato al Verde di Palafrizzoni vorrebbe riproporre in altri punti della città: non solo nella valle della Biodiversità, luogo di sperimentazione dell’Orto botanico, ma anche in alcuni parchi e giardini cittadini. Le ragioni dell’erba «alta» saranno spiegate con apposita segnaletica a contenuto didattico, a scanso di equivoci sulla mancata manutenzione. Intanto il primo seme è stato gettato, ad Astino. Spiega Gabriele Rinaldi, direttore dell’orto botanico di Bergamo: «In particolare d’estate, durante le ore più calde, se l’erba è bassa i raggi del sole colpiscono il suolo che si riscalda. Se invece l’erba è un po’ più alta, il sole viene intercettato dalle foglie e il terreno si scalda meno. Si arriva anche a una differenza di 10-15 gradi. Il prato falciato è già di per se più fresco, ma se falciato poco è ancora più fresco: questo significa che dove c’è più vegetazione soffriamo meno dell’effetto “isole di calore”, uno dei drammi della città che porta poi i cittadini ad accendere gli impianti di raffrescamento che emettono calore all’esterno».

Bergamo, città amica delle api

E con le temperature al suolo elevate, si riduce la capacità di assorbimento dell’acqua e dell’anidride carbonica. L’iniziativa per i prati a sfalcio ridotto ha radici in Beepathne t, che a che fare con leapi e più in generale con la tutela della biodiversità: «È un progetto europeo terminato lo scorso anno che aveva l’obiettivo di far diventare la nostra città “amica” delle api, progetto che sta continuando dato che ha lasciato buoni segni – fa un passo indietro Rinaldi –. Per far sì che le api possano vivere, bisogna che abbiano nutrimenti, quindi che crescano fiori. Ma dove i tagli dell’erba sono ripetuti, i prati non arrivano a fioritura e gli insetti impollinatori, tra i quali ci sono le api, vengono fortemente penalizzati, perché non trovano “cibo”. I benefici sono molteplici: nel prato poco falciato si può nascondere la piccola fauna della città che qui ha la possibilità di fare il nido, di sopravvivere anche nei nostri ambienti. Così gli ecosistemi e le catene alimentari sono più complesse, tenendo sotto controllo anche le specie dominanti. Pensiamo alle zanzare tigre: più animali che se ne cibano ci sono, penso alle rondini, meno insetti molesti ci saranno».

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