La Regione agli ospedali: preparate i letti
Papa Giovanni, 80 posti in terapia intensiva

Il Covid rialza la testa. venerdì nella nostra provincia 38 nuovi casi, ma nel resto della Lombardia gli incrementi sono preoccupanti. Alle strutture sanitarie l’invito a rendere disponibili terapie intensive e degenze per acuti.

La crescita del numero dei nuovi contagi non si arresta. in Lombardia. Diminuiscono i tamponi (ieri +30.587 rispetto ai +32.057 di giovedì) ma aumentano i positivi al Covid (+2.419, il giorno prima +2.067) e si innalza il livello di allerta per non farsi trovare impreparati dinanzi a una seconda ondata di Covid-19, sempre più tangibile nei numeri. Regione Lombardia ha già allertato le strutture ospedaliere con una lettera inviata ai direttori generali delle Asst, Ats, Areu, Irccs pubblici e privati e case di cura accreditate: «Preparate i posti letto» è il senso della missiva, perché l’evoluzione del quadro epidemiologico fa presagire la necessità di una risposta adeguata.

La nota del dg del Welfare Dinanzi ai numeri del Covid di nuovo in ascesa in Lombardia, la Regione insiste nel raccomandare prudenza, e ieri ha fornito precise indicazioni operative agli ospedali per arginare l’epidemia. «Abbiamo incontrato le direzioni sanitarie dei 17 hub di riferimento per il livello 1 dell’epidemia - si specifica nella nota del direttore generale del Welfare, Marco Trivelli -. È necessario rendere rapidamente disponibili da parte di tutti gli hub la dotazione di posti letto semi intensivi (400) e di degenza per acuti (1000 posti letto). Indicativamente per ciascun presidio 50-55 posti letto di degenze acute e 20- 25 posti di degenze semi intensive». Nelle ultime ore la pressione sulle strutture ospedaliere si è registrata soprattutto nel Milanese. La Regione, vista la crescita dei pazienti bisognosi di cure in ospedale, ha previsto che «in aggiunta ai 17 ospedali hub vengano individuati anche gli ospedali pubblici e privati accreditati per accogliere pazienti Covid, dotati di unità di Pneumologia e con immediato ripristino di adeguati percorsi e procedure di isolamento». «Ridurre i ricoveri».

Poi un invito - che gli ospedali bergamaschi, almeno fino a questo momento, sarebbero riusciti a far restare tale - a tutte le direzioni sanitarie «a reintrodurre riduzioni delle attività di ricovero programmato definendo, per ogni presidio, quali attività potranno essere mantenute e quali dovranno essere temporaneamente sospese, in funzione della capacità ricettiva», raccomandando la massima accuratezza nel definire i percorsi da dedicare ai pazienti Covid rispetto agli altri pazienti. Queste misure vengono ritenute necessarie vista l’evoluzione del quadro epidemico, in funzione anche di un passaggio a livelli successivi di interventi se il quadro sanitario dovesse peggiorare. Infine un’altra indicazione operativa per il trattamento e la gestione dei pazienti risultati positivi al virus ma non affetti da problematiche Covid: «A seguito delle osservazioni emerse nell’incontro con le direzioni sanitarie - specifica Trivelli - si ritiene che questi pazienti dovranno essere gestiti direttamente nel presidio ospedaliero accettante, in aree isolate»: sarà proposto il trasferimento verso gli ospedali hub solo nel caso in cui «sviluppino una patologia Covid con necessità di assistenza in

Terapia intensiva, semintensiva o in Malattie infettive». Quindi un piano articolato per prevenire i problemi organizzativi e sanitari dei mesi scorsi, con gli attuali positivi che in Lombardia hanno raggiunto quota 19.128 mentre sono 18.223 le persone in isolamento domiciliare.

L’ospedale Papa Giovanni XXIII risponde all’appello della Regione: individuato da Palazzo Lombardia tra i 17 hub per la cura anche intensiva dei pazienti Covid, provvederà a una riorganizzazione dei posti letto, vista la presenza simultanea dei reparti di pneumologia, terapia intensiva e malattie infettive. La Regione ha chiesto di mettere a disposizione tra i 50 e i 58 posti letto di degenza ordinaria: attualmente 16 posti letto in Torre 5 e 18 posti letto in malattie infettive sono già attivi. Saranno aperti altri 6 posti letto in malattie infettive, in modo da arrivare a 40 posti letto complessivi per pazienti Covid acuti ordinari. La Regione ha chiesto inoltre la disponibilità di 20-24 posti letto di sub intensiva e nei prossimi giorni saranno convertiti 12 posti letto di pneumologia in letti di subintensiva che corrispondono ai pazienti che necessitano di supporto ventilatorio senza però essere intubati.

Successivamente sarà valutata l’attivazione di altri 12 posti letto. Il Papa Giovanni ha già messo a disposizione 8 letti di terapia intensiva. Al momento sono 7 i pazienti ricoverati tra terapia intensiva e subintensiva e 30 i pazienti in degenza Covid. L’ospedale Papa Giovanni da maggio ha aumentato del 10% i posti letto di terapia intensiva (8 posti). Dal plesso ospedaliero fanno notare che si è quindi passati da 72 a 80 posti letto complessivi nei reparti di terapia intensiva, grazie all’assunzione del personale necessario qualificato (8 anestesisti e 24 infermieri). Inoltre il Papa Giovanni ha prolungato fino alla fine dell’emergenza 160 contratti a tempo determinato e le libere professioni attivati nei mesi precedenti. È in corso la formazione di 39 figure qualificate come infermieri di famiglia.

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