La proposta: più vaccini contro l’influenza
«Così si scoprono subito i casi di Covid»

Greco, pediatra: va reso gratuito per i bimbi da 0 a 6 anni, siamo pronti alla somministrazione. Signorelli, geriatra: l’ideale sarebbe farlo tutti.

La stagione estiva di convivenza con il Covid ormai è all’avvio, e mentre ci si attrezza per imparare a convivere con il coronavirus tra desiderio di spiagge, mare, gite in montagna e obblighi di distanziamenti sociali e protezioni individuali, si comincia anche a pensare all’autunno e a quando tornerà l’influenza. E non si può escludere, anche una recrudescenza del Covid. Allo studio del ministero della Salute, infatti, l’ipotesi di avviare in anticipo una campagna antinfluenzale, già da settembre, coprendo con la vaccinazione gratuita anche la fascia dei bambini da 0 a 6 anni, e abbassando da 65 a 60 anni l’età della popolazione più «a rischio» da proteggere, oltre, ovviamente, alle categorie già previste di popolazione considerata fragile per diverse patologie croniche, dall’ipertensione alle malattie respiratorie, agli immunodepressi.

Perché coprire la fascia dei bambini da 0 a 6 anni? «Perché si tende sempre ad abbinare alla parola influenza l’aggettivo banale, e non è così, soprattutto per la tenerissima infanzia, oltre che per gli anziani – rimarca Luigi Greco, pediatra, vicecoordinatore provinciale del sindacato Simpef – . Tra i 6 mesi e i due anni d'età le complicanze di un’influenza possono essere anche decisamente importanti, e proteggere questi bambini è quindi determinante, adesso, in quella che potremmo definire “era Covid”. Una protezione influenzale su questa fascia di popolazione, peraltro, che arriva a rappresentare il 10% del totale, significa avere una grande arma di valutazione epidemiologica in mano , perché permetterebbe. alla comparsa dei sintomi, di poter fare un’ immediata scrematura sui casi, da quelli influenzali a quelli riconducibili al Covid. Oltre, evidentemente ad essere uno strumento importante di prevenzione. Da tempo i pediatri stanno rimarcando l’importanza di rendere gratuito e obbligatorio questo tipo di vaccino per i bambini, e da tempo stanno rimarcando la loro disponibilità alla collaborazione per la somministrazione. Certo, arrivare a ipotizzare questo sforzo significa, dal punto di vista della politica sanitaria pubblica progettare congrui approvvigionamenti, e una precisa organizzazione per i punti di somministrazione. L’obiettivo ottimale, ma non facilmente raggiungibile, sarebbe quello di offrire gratuitamente a tutti il vaccino, ma se si vuole ragionare per obiettivi più a portata di mano sarebbe già un ottimo risultato puntare sui bambini da 0 a 6 anni, e sulle categorie a rischio degli adulti. Per la somministrazione la disponibilità dei pediatri c’è, così come siamo scesi in campo anche per la campagna dell’antimeningococco B. E per gli adulti, credo che non ci sarebbe certo ostacolo da parte dei medici di medicina generale».

Un'estensione della gratuità, ed eventualmente dell’obbligatorietà, forse potrebbe far allargare anche la platea dei vaccinati tra gli adulti.

«Che peraltro, non sono tantissimi, rispetto a quelli che già adesso potrebbero ottenere la copertura. Di solito le percentuali tra gli anziani non vanno oltre il 60%, e neppure le categorie a rischio di quei gruppi di popolazione che ne avrebbero diritto hanno un’adesione totale, anzi – rimarca Sergio Signorelli, geriatria, internista e gastroenterologo, in pensione da un anno dall’ospedale Papa Giovanni di Bergamo, e tornato per l’emergenza Covid, in corsia all’ospedale della Fiera – .Ora, la prossima stagione influenzale, che inevitabilmente convivrà con il Covid, andrebbe affrontata con la maggior copertura vaccinale possibile. Sia perché questo consentirebbe di distinguere in modo netto, alla comparsa dei primi sintomi o dell'influenza o eventualmente del Covid, chi è vaccinato per l’influenza e chi no, così da non confondere i casi. E quindi per questo sarebbe auspicabile l'obbligatorietà del vaccino antinfluenzale almeno per chi è over 60, abbassando l'età della gratuità del vaccino che oggi è per gli over 65. In più non andrebbe mai dimenticato che nella popolazione più anziana, dagli 80 anni in su con polipatologie, colpiti da polmonite causata dall’influenza fino il 30% può arrivare a morire. E quindi anche il vaccino antipneumococco nelle categorie a rischio e nella popolazione anziana andrebbe sempre fatto. Il problema, purtroppo, è che quando il vaccino non c’è, lo invochiamo, quando c’è tendiamo a dimenticarlo. Oggi, per la pandemia Covid, stiamo ricordando i milioni di morti causati dall'influenza Spagnola. Milioni di morti che erano svaniti dalla memoria collettiva. Ora però il vaccino per l’influenza c’è. Facciamolo tutti».

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