Cronaca / Bergamo Città
Sabato 22 Aprile 2023
La pioggia di aprile più dell’intero 2023: «Aiuta, ma non risolve»
METEO E SICCITÀ. Caduti tra i 60 e i 150 millimetri d’acqua. In alcune zone il doppio del trimestre gennaio-marzo. Coldiretti: colture in corso salve, ma le scorte sono sotto.
Una fine di aprile come fossimo a gennaio. Anzi, se si parla di precipitazioni, un aprile che supera non soltanto gennaio, ma l’intero primo trimestre del 2023. Insomma, tra mercoledì, giovedì e in misura minore ieri, finalmente ha piovuto e in molte zone della Bergamasca i millimetri di acqua caduta al suolo hanno superato quelli regalati dal cielo dall’inizio dell'anno.
Due le precipitazioni che hanno riportato questo aprile in linea con gli anni passati: «Sono i due episodi di giovedì 13 aprile – ricorda Daniele Berlusconi di 3bmeteo – e di questo mercoledì e giovedì, quando sono caduti tra i 40 e i 50 millimetri di pioggia. In questi due episodi sono caduti complessivamente tra i 60 e i 150 millimetri in provincia di Bergamo che rappresantano la media mensile di aprile e sono quantitativi superiori a quelli dal 1° gennaio fino a pochi giorni fa», basti pensare che da inizio anno complessivamente siamo tra i 150 e i 250 millimetri, lo dicono le rilevazioni delle centraline del Centro meteorologico lombardo.
Fiocchi e rischi in quota
Un quantitativo di pioggia al quale si deve aggiungere, per le alte quote, un accumulo di neve dai 20 ai 50 centimetri oltre i 1.700 metri di altitudine. La neve anche nella notte tra giovedì e ieri sulle Orobie è caduta copiosa, tanto che Arpa Lombardia ha emesso, nel suo bollettino nivologico, un’allerta di rischio valanghe marcato. L’avvertimento è di «prestare particolare attenzione nell’attraversamento di pendii ripidi, nei cambi di pendenza, e nei versanti a nord ove continuano ad essere presenti discontinuità interne».
Ma i 120 millimetri di pioggia caduta ad Almè, Briolo e Mozzo e i 72 di Branzi (di cui 35 soltanto giovedì) riescono a farci uscire dall’emergenza siccità? La risposta è purtroppo no, anche se i coltivatori possono leggere in questa pioggia «uno spiraglio di positività». A livello meteorologico «non esiste la legge della compensazione – spiega il meteorologo Daniele Belusconi –: i 120 millimetri possono andar bene per aprile, ma siamo ancora in grave deficit, veniamo da 15 mesi in perenne sofferenza». Quanta pioggia e neve servirebbe, allora? «Per riempire i bacini idrici – prosegue – ci sarebbe bisogno di almeno due mesi piovosi: allora potremmo arrivare tranquilli all’estate».
Come va nei campi e prati
Per la nostra agricoltura, la buona notizia è che «quest’acqua è sufficiente per salvare le colture in corso – spiega il presidente di Coldiretti Bergamo, Alberto Brivio –: sicuramente salva grano e orzo, il fieno dei prati, i medicai, la vigna e le semine appena fatte come il mais. Ma per dichiararci del tutto fuori pericolo dobbiamo arrivare a giugno per raccogliere l’orzo e a luglio per il grano». Insomma, benedetta pioggia, anche se «non è stata sufficiente a ripristinare la media delle scorte: per questo servirebbero almeno 50 giorni di piogge buone».
Il che pare improbabile: se le previsioni annunciano un nuovo fronte tra domenica sera e lunedì mattina e anche il 25 aprile dovrebbe essere a rischio piovosità, i temporali saranno però «piuttosto rapidi – proseguono da 3bmeteo –: fronti veloci dovuti a una situazione che rimane anticiclonica, è difficile che porti piogge frequenti». E mentre la premier Meloni ha conferito al suo vice Matteo Salvini la delega a presiedere la Cabina di regia per contenere la crisi idrica, addio proverbi di un tempo: «Pioggia di aprile, ogni goccia un barile». Però va detto: anche due gocce sono meglio di zero.
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