La fontana del Lantro si rifà il trucco. «Pronta per la Capitale della Cultura»

L’obiettivo è renderla agibile e visitabile per il 2023. A nuovo gli ingressi,le passerelle e l’illuminazione. Brembilla: luogo dalla bellezza assoluta che va riscoperto.

L’acqua delle sorgenti non cessa di scorrere e da secoli alimenta la fontana del Lantro, citata per la prima volta in un documento del 928. Chiusa al pubblico da qualche anno, custodisce la sua magia dietro ad una porta, anche quella celata da una recinzione con tanto di siepe, lungo via della Boccola, accanto alla chiesa di San Lorenzo. Una bellezza nascosta che il Comune di Bergamo vuole svelare ai visitatori della Capitale della Cultura, nel 2023. L’assessore ai Lavori Pubblici Marco Brembilla ha già messo in conto alcuni interventi di valorizzazione, sul sito, ma anche sull’ingresso, «che insomma, ha proprio bisogno di essere sistemato» ammette Brembilla.

La fontana del Lantro entra così a pieno titolo, insieme alla fontana del Contarini in Piazza Vecchia, tra i cantieri portati dalla Capitale. Ieri il sopralluogo: «La fontana è di una bellezza assoluta, già valorizzata da alcuni punti luce, è un peccato che sia stata chiusa – continua l’assessore Brembilla –. L’obiettivo è renderla agibile e visitabile per il 2023. I lavori che dovremo fare, da un primo sopralluogo, riguarderanno la sistemazione dei gradini di accesso e delle passerelle in ferro, gli ingressi saranno ovviamente contingentati. Poi andremo a ridipingere alcune parti e ad aggiornare l’impianto di illuminazione. Abbiamo in programma anche una sistemazione generale dell’ingresso esterno dalla strada». Un luogo che oggi si apprezza per la bellezza architettonica e il fascino antico, ma che nella storia della città ha ricoperto un ruolo fondamentale, fornendo acqua fresca alla gente di Bergamo Alta, fino agli anni Cinquanta: «La fontana veniva utilizzata per l’approvvigionamento d’acqua a uso domestico, per la concia delle pelli, per lavare i panni e vi si conducevano gli animali ad abbeverarsi – si legge nei documenti del Comune di Bergamo –. Il Later fornì acqua alla popolazione sino a fine Ottocento, quando entrò in funzione l’acquedotto municipale».

La cisterna finì in uno stato di completo abbandono (addirittura utilizzata come discarica) fino a quando, nel 1992, i componenti del Gruppo speleologico bergamasco «Le Nottole» la recuperarono e la resero accessibile ai visitatori. Da quel momento partirono le prime visite, guidate dagli speleologi. Negli anni si sono susseguite aperture e chiusure al pubblico. La fontana del Lantro era stata inserita nel circuito de «La Bergamo sotterranea», insieme alle cannoniere di San Michele e San Giovanni. Visite sistematiche nei fine settimana che sono andate poi esaurendosi.

Ad eseguire gli studi sul sito, gli speleologi del gruppo «Le Nottole»: «La fontana è costituita da una vasca principale, capace di circa 400 metri cubi, e da una vasca minore in posizione sopraelevata rispetto alla prima – scrivono in una pubblicazione –. Le due cisterne erano alimentate da altrettante sorgenti: l’antica sorgente del Lantro, che nasceva in una piccola cavità dietro la chiesa di San Lorenzo e la sorgente di San Francesco, intercettata durante i lavori di costruzione delle Mura». L’attuale conformazione della struttura risale alla seconda metà del Cinquecento, ma le origini sono più antiche. La fontana fu citata per la prima volta in un documento del 928, da cui si apprende l’etimologia del nome «Lantro»: antro dell’acqua.

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