La Carrara studia come rinnovarsi
Taglio dei costi e nuovo allestimento

Il futuro prevede spazi espositivi riorganizzati e prestiti delle opere incentivati. Rodeschini: museo più dinamico e flessibile. Ghisalberti: giusto cambiare in questa fase.

Lavori in corso sul futuro dell’Accademia Carrara. La pinacoteca ha risentito del lockdown e del drastico calo delle presenze turistiche, con un aggravante, la mostra su Peterzano costata diverse centinaia di migliaia di euro e inaugurata poco prima che la pandemia costringesse a chiudere i battenti. Eventi infausti che hanno accelerato quella che la direttrice Maria Cristina Rodeschini definisce «una riflessione molto attenta» sulla nuova identità del museo.

L’idea a cui sta lavorando la Fondazione è quella da un lato di ridurre i costi di gestione ­ cresciuti non poco ­dopo la riapertura e dall’altra di valorizzarne maggiormente il patrimonio espositivo. Come? Innanzitutto riallestendo e riorganizzando gli spazi. Il che significherebbe ridurre il numero delle opere in mostra ­– attualmente seicento –­ e liberare alcune sale da destinare alle esposizioni temporanee che normalmente vengono allestite in Gamec. Ricompattare la Carrara rinunciando agli spazi esterni ­– ogni due anni la Gamec è tenuta a mettere a disposizione della pinacoteca le sue sale per quattro mesi ­– sarebbe un primo passo verso la riduzione delle spese. I costi di sorveglianza, guardiania e delle varie utenze verrebbero ulteriormente ridimensionati se il nuovo allestimento prevedesse lo svuotamento di alcune sale. Ad esempio quelle attigue alla barchessa che già è predisposta ad accogliere piccoli eventi.

Si ragiona su come e quando procedere. Temi dei quali dovranno occuparsi il Cda e il Comitato dei garanti. I tempi non saranno comunque lunghi, il 2023 è dietro l’angolo e il titolo di Capitale italiana della cultura per Bergamo e Brescia impone che il principale museo della città sia pronto ad accogliere i visitatori. C’è chi vorrebbe anticipare il riallestimento al prossimo anno, chi suggerisce il 2022. Gli incerti scenari futuri pesano sulla programmazione di tutti i musei del mondo, Carrara compresa, e in questa fase prendere decisioni non è facile.

Sul fronte della valorizzazione delle opere c’è l’intenzione di incentivare i prestiti ad altri musei non solo europei, ma anche oltreoceano. Stati Uniti e Cina sono fortemente interessati all’arte italiana, e ci sono relazioni internazionali già ben avviate tra la Carrara e istituzioni culturali prestigiose. Una campagna di «esportazione» delle opere, peraltro già sperimentata durante gli anni di chiusura del museo, potrebbe avere riscontri economici importanti proprio a partire dai mesi dedicati al riallestimento. «Vogliamo rendere il museo più dinamico e flessibile – spiega la direttrice – senza rinunciare ai nostri capolavori. Certamente la ricchezza del primo allestimento rimarrà. È ipotizzabile una rotazione delle opere, magari in un’ala dedicata, così da rendere fruibile l’intero patrimonio. Al momento non c’è un progetto definito ma ci stiamo lavorando, forti dell’esperienza fatta in questi anni». Sono momenti in cui la capacità di reinventarsi fa la differenza, spiega l’assessore alla Cultura del Comune di Bergamo Nadia Ghisalberti. «Siamo in un periodo in cui bisogna saper essere flessibili in termini di orari, proposte, sbigliettamenti. È giusto che l’Accademia Carrara cambi e si rinnovi pensando a un pubblico di prossimità che già conosce il museo. Certo il riallestimento dovrà essere il risultato di un percorso scientifico –sottolinea l’assessore – che porti nei prossimi anni a raccontare la nuova identità della pinacoteca».

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