«La Carrara non è un museo azienda». La sindaca Carnevali intervistata da L’Eco di Bergamo

IL CASO. «Mi dispiace che la dottoressa Bagnoli non abbia colto la fiducia che abbiamo posto nei suoi confronti». La sindaca Elena Carnevali interviene in una lunga intervista dopo le dimissioni di Martina Bagnoli da direttrice dell’Accademia Carrara.

La sindaca Elena Carnevali, presidente della Fondazione Accademia Carrara, in un’intervista a L’Eco di Bergamo interviene sul «caso Bagnoli», la direttrice della pinacoteca che si è dimessa a soli otto mesi dall’incarico.

In particolare in dissenso con la gestione del museo e il ruolo crescente del general manager Gianpietro Bonaldi.  Il Comune ha gestito in maniera confusa la situazione, subendola anziché governarla? «Respingo fortemente questo giudizio che non rispecchia la realtà di quanto è avvenuto» ­ risponde la sindaca Carnevali.

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«Mi dispiace che la dottoressa Bagnoli non abbia colto la fiducia che abbiamo posto nei suoi confronti e, nemmeno, la dimensione positiva della proposta che sarà utile anche nel prossimo futuro»

«Di fronte alle dimissioni che sono un atto unilaterale di chi le rassegna, avevamo due possibilità: accettarle o respingerle; abbiamo scelto la seconda, e questo già dice molto. Inoltre abbiamo formulato, in modo unanime con l’assessore alla Cultura Sergio Gandi e il Cda, una proposta che facesse chiarezza sulle rispettive attribuzioni di responsabilità e operatività, a partire dalle acquisizioni di opere e progetti di collaborazione di ordine artistico e sui contenuti culturali per valorizzare l’identità del museo e la comunicazione delle mostre. Mi dispiace che la dottoressa Bagnoli non abbia colto la fiducia che abbiamo posto nei suoi confronti e, nemmeno, la dimensione positiva della proposta che sarà utile anche nel prossimo futuro». Con un chiarimento: «Non esiste il museo azienda. La Fondazione non deve generare né inseguire profitti perché la sua mission sta nella valorizzazione, conservazione, promozione del patrimonio storico artistico».

Approfondisci l'argomento con l’intervista integrale sulla copia digitale de L'Eco di Bergamo del 4 novembre

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