La Capitale della Cultura nelle vetrine

IL CONCORSO. Sono quelle dei commercianti aderenti all’iniziativa organizzata dal Duc con L’Eco di Bergamo. La gallery sarà sul nostro sito e sui social.

Bandierine colorate, il logo di Bergamo Brescia Capitale della Cultura 2023 e un hashtag che si è diffuso nelle ultime settimane sui social: #bgbsinvetrina. Se qualcuno ancora non lo sapesse, prosegue il viaggio alla scoperta del mondo del commercio di Bergamo città attraverso un concorso di vetrine organizzato dal Duc in collaborazione con L’Eco di Bergamo. Un progetto iniziato qualche settimana fa che premierà le vetrine più «BgBs» di Bergamo.

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Molte sono già allestite e possono essere ammirate dai passanti in Città Alta, in centro, in via Borgo Palazzo e in Borgo Santa Caterina, molte altre sono in fase di preparazione. Il Duc ha fornito un kit, uguale per tutti i commercianti aderenti al progetto e poi ognuno ci ha messo del suo: ci sono pupazzi, fiori, i colori dell’Atalanta, scritte fantasiose, allestimenti artistici, prodotti enogastronomici tipici del territorio. C’è chi ha anche usato il nostro giornale tra una bottiglia di vino made in Bergamo e una polentina. Insomma: chi più ne ha più ne metta e ogni bottega sta giocando con le sue specialità, raccontando l’unicità di Bergamo e della Capitale della Cultura.

Foto e video

La gallery con le fotografie di tutte le vetrine in gara sarà disponibile nei prossimi giorni su ecodibergamo.it e sulla pagina Facebook del giornale: i tre vincitori riceveranno premi in visibilità sui canali de L’Eco e nel frattempo, in attesa di scoprire il vincitore, i lettori potranno seguire l’iniziativa sulla pagina Instagram @ecodibergamo, dove ogni settimana sono pubblicati caroselli e reel di presentazione dei partecipanti al concorso, nonché aggiornamenti sull’allestimento delle vetrine.

Al concorso hanno aderito più di un centinaio di commercianti delle associazioni appartenenti al Duc: attività aderenti a Bergamoincentro, le Botteghe di Borgo Palazzo, Borgo Santa Caterina e le Botteghe di Bergamo Alta. Sono, infatti, molte le storie che i negozianti della nostra città hanno voglia di raccontare: per loro questa iniziativa è prima di tutto un’occasione per metterci la faccia e farsi conoscere dalla città come imprenditori e professionisti, ma anche come persone con cui scambiare quattro chiacchiere per scoprire la storia di Bergamo. Qualche commerciante si diverte, per esempio, a fare da Cicerone a turisti stranieri, molti altri si sono concentrati su tutte le declinazioni della «bergamaschità» durante quest’anno di Bergamo Brescia Capitale della Cultura: dai bicchieri con la scritta «Biif che l’è mei» al profilo di Città Alta sulle montature degli occhiali.

Del resto l’anno della Cultura è stata una grande opportunità per molti negozi al fine di farsi apprezzare anche fuori dalla solita clientela ed esaltare la qualità del made in Italy e Bergamo. I prodotti italiani, e dove possibile locali, sono stati infatti tra le principali richieste dei turisti, in tutti i settori. Il Moscato di Scanzo e i vini bergamaschi hanno ottenuto un grandissimo successo, così come il made in Italy va per la maggiore anche nel mondo della moda, del beauty e del bijoux. Con un monito importante di molti: non perdere il contatto con il territorio e i suoi abitanti, «perché l’evoluzione e la capacità di rigenerare il commercio cittadino sono fondamentali, ma le proprie origini non vanno perse di vista. La storia di Bergamo si racconta anche con i negozi che hanno fatto la storia della città» hanno spiegato molti.

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