La Capanna de L’Eco accende la speranza: le offerte per spazi familiari in carcere

L’INIZIATIVA. La casetta di legno, presente sul Sentierone da oltre settant’anni, ospita la Sacra Famiglia fino all’Epifania. I fondi devoluti alla Fondazione Don Resmini: «Un contributo per rendere più accogliente un luogo di sofferenza».

È una tradizione che si ripete da oltre settant’anni, quella dell’allestimento della Capanna di Natale che L’Eco di Bergamo porta in piazza Vittorio Veneto dal 1951, anno in cui fu installata per la prima volta sul Sentierone per volere del direttore don Andrea Spada. La piccola casetta in legno ricostruita in mezzo alle vetrine del centro, addobbate e luminose come in nessun altro periodo dell’anno, vuole ribadire che il Natale non è solo la ricorrenza dei regali e delle tavole imbandite, ma è soprattutto il sorriso e la gioia che guardano al domani con speranza. E a vegliare sulla Capanna anche quest’anno c’è la stella che porta nella sua etimologia la radice di ogni desiderio: Natale significa anche rinnovare il patto con il Cielo per vivere una vita buona nella comunità dei fratelli.

Le donazioni alla Fondazione don Fausto Resmini

L’Eco ha scelto di devolvere le offerte alla Fondazione don Fausto Resmini, per dare continuità a uno dei progetti cari al sacerdote scomparso nei mesi del Covid. I fondi serviranno per rendere più confortevoli gli spazi all’interno dei muri e nel piccolo giardino del carcere di via Gleno riservati ai carcerati per incontrare i loro figli. In questi ambienti in cui i genitori possono abbracciare i loro bambini, i tavoli con le sedie in legno e i giochi portano i segni del tempo, così come hanno bisogno di una sostituzione gli arredi colorati che provano a rendere più lieve e meno cupo lo spazio dell’abbraccio.

«Per un detenuto il rapporto con la famiglia è fondamentale»

«La volontà condivisa con la direzione del carcere è di poter offrire un contributo per lo spazio colloqui tra i detenuti e i loro bambini per rendere più caldo ed ospitale un luogo come il carcere che non è certo accogliente – spiega don Dario Acquaroli, direttore della Comunità don Milani di Sorisole e cappellano del carcere –. Il rapporto con la famiglia e soprattutto con i figli per una persona detenuta è fondamentale, perché permette di mantenere vivo un contatto di speranza che può aiutare a trovare la forza nei momenti più difficili, che nel carcere sono tanti».

Prima Santa Lucia, poi la Sacra Famiglia

Allestita a fine novembre, la Capanna di Natale ha ospitato, com’è ormai consuetudine, anche l’allestimento dedicato a Santa Lucia (quest’anno il nuovo mantello della Santa è stato curato dal laboratorio Tantemani). Ora nella casetta di legno hanno fatto il loro ingresso le statue della Sacra Famiglia, tipiche del presepe che con i suoi 800 anni di storia rappresenta una tradizione che unisce fede, arte e cultura, testimoniando un legame profondo con le radici storiche e religiose, e continuando a trasmettere il messaggio di speranza e serenità tipico del Natale.

Le luci donate dal Distretto urbano del commercio

Manca, in questi giorni, la statua del Bambino Gesù che sarà portata dai padri domenicani al termine della celebrazione della Messa della notte di Natale, dalla vicina chiesa di San Bartolomeo. Anche quest’anno le luci che illuminano la Capanna sono studiate e donate alla città dal Distretto urbano del commercio. «Da una decina d’anni ci occupiamo delle luminarie natalizie in città – spiega Beppe Acquaroli, il direttore creativo delle luminarie del Duc –. Da cinque-sei anni abbiamo voluto illuminare anche la Capanna, donando l’illuminazione per tutti i bambini e le persone che in generale si fermano davanti. Siamo molto orgogliosi di questo e della collaborazione con il giornale. I pini decorativi che circondano la Capanna sono stati forniti da Licini Giardini, Vivai e Piante di Curno, mentre ad occuparsi del montaggio è la Società Trasporti Bergamo di Lallio.

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