Cronaca / Bergamo Città
Lunedì 06 Gennaio 2025
La Befana riporta Mamma e Papà Orso rapiti al «Baretto» di San Vigilio - Video
IL LIETO FINE . Non poteva esserci conclusione più magica per la disavventura che ha coinvolto due dei tre grandi orsi di peluche che tutti i giorni nei mesi invernali durante i pasti siedono ai tavoli esterni del ristorante «Il Baretto» a San Vigilio.
Gli orsi di peluche più fotografati di Instagram. Mamma e Papà Orso sono stati rapiti la sera tra il 29 e il 30 dicembre da due ragazzi incappucciati, lasciando solo e triste Orsetto. Ma a rendere «tutti felici e coccolati per sempre» ci ha pensato la Befana che nella sua magica notte, tra il 5 e il 6 gennaio, ha riportato al piccolo orso, la sua mamma e il suo papà, aiutata, nel trasporto dei due grandi e pensanti orsi di peluche, dalla Funicolare che arriva proprio in prossimità del «Baretto».
Un ritorno condito da magia e condiviso sui social del locale di San Vigilio che ha ispirato il proprietario, Beppe Acquaroli, nella scrittura di una favola. «Grazie ancora dell’affetto: ora possiamo far partire alla grande questo 2025!», ci tiene a dire il personale del locale.
La favola della famiglia Orsi
Questa la favola condivisa sui social del ristorante: La magia della famiglia Orsi del Baretto di San Vigilio.«C’era una volta, all’arrivo della Funicolare per San Vigilio, a Bergamo, una famiglia molto speciale. Non era una famiglia come le altre, perché erano… orsacchiotti giganti! Mamma Orsa, papà Orso e il piccolo Orsetto sedevano sempre fuori dal Barretto di San Vigilio, accogliendo turisti e clienti con il loro morbido abbraccio. Tutti li adoravano: grandi e piccini si fermavano a fare foto, a sedersi accanto, a sorridere con loro.
Ma un giorno accadde qualcosa di inaspettato. Era una fredda sera d’inverno, quando due loschi individui rubarono mamma e papà Orso, lasciando solo il piccolo Orsetto. Il cucciolo rimase solo e spaventato, e anche tutti gli amici del Barretto si sentirono tristi per la sua sorte. “Non temere, piccolo - lo rincuorò Beppe del Baretto -, faremo di tutto per aiutarti”. Così, il giorno dopo, la storia della famiglia Orsi rubata fu raccontata a tutti: di casa in casa, di messaggio in messaggio, finendo anche sul telegiornale. I clienti e amici del Baretto iniziarono a portare altri morbidi pupazzi a San Vigilio, per far compagnia al piccolo Orsetto, e la comunità mostrò un affetto incredibile.
Ma l’Orsetto aveva un desiderio nel cuore. Così, una sera, prese carta e penna e scrisse alla Befana:
“Cara Befana,
mi chiamo Orsetto e sono solo. Qualcuno ha portato via i miei genitori peluche. So che sei molto occupata, ma potresti aiutarmi a ritrovare una famiglia? Sarei felice se fossero i miei veri genitori, ma se tu non li trovassi mi basterebbe qualcuno che mi vuole bene”. La lettera volò nel cielo stellato e arrivò dritta alla Befana, che sorrise. “Che dolce Orsetto - penso la vecchia signora -. Non posso restituirgli mamma e papà, ma posso portargli una nuova famiglia”.
E così, il 6 gennaio, con la sua scopa magica, la Befana arrivò al Barretto. Portò con sé due nuovi Orsi giganti: “Benvenuto nella tua nuova famiglia” dissero al piccolo Orsetto. La famiglia si ricompose, e tutti al Baretto festeggiarono. I nuovi Orsi furono accolti con gioia da clienti e turisti, che continuarono a scattare foto e a portare sorrisi. Da quel giorno, la famiglia Orsi del Barretto (e non solo) imparò che la magia esiste davvero, quando c’è amore e solidarietà. E vissero tutti felici e coccolati per sempre.»
© RIPRODUZIONE RISERVATA