L’8 marzo il volto femminile del Galgario racconta l’«amor proprio»

AL DORMITORIO. Per la Giornata della donna la presentazione del libro frutto del laboratorio «Spazio Irene»: le partecipanti si raccontano.

«L’amor proprio è proprio amore». È il titolo del libro collettivo che sarà presentato sabato 8 marzo (ore 17,30) al dormitorio Galgario in occasione della Giornata internazionale della donna. «È il secondo anno che proponiamo un’iniziativa, una sorta di provocazione, per l’8 marzo all’interno della struttura che è identificata come spazio maschile – spiega Cristina Suardi, responsabile dell’area persona di Diakonia onlus – proprio per portare l’attenzione sul tema delle donne e sui percorsi di inclusione promossi da Caritas».

Spazio Irene

Alle donne che vivono una condizione di marginalità ogni lunedì è dedicato Spazio Irene, dove vengono proposte attività per riflettere su di sé, sui propri sentimenti, riportare al positivo una sfera che la vita di strada costringe a schiacciare sulle esigenze contingenti. Il libro, nato da questi incontri, ha come sottotitolo «Manuale per volersi bene» e nasce dal «gruppo di parola» guidato dalla psicologa Consuelo Facchinetti. «Una volta al mese – racconta – abbiamo approfondito il tema del femminile a partire dal contesto di vita, in cui la visione della donna è quella di una figura sottomessa, la cui felicità è connessa alla presenza di un uomo. Sono emerse parole come amor proprio, emancipazione, felicità. Per molte l’amor proprio è confuso con l’idea di egoismo. Siamo però giunte a comprendere che pensare a se stesse significa darsi valore, e se mi do valore, allora anche il resto del mondo me lo riconosce. Abbiamo toccato il tema delle origini e dell’esperienza, che tutti dovremmo vivere, di essere amati in modo incondizionato».

«Ogni volta portavo un cestino con biglietti che riportavano frasi e citazioni “motivazionali”. Nel contenitore non ne rimaneva mai nessuna»

Gli incontri hanno portato le donne che vi hanno partecipato, circa una decina, a comprendere che volersi bene è un diritto-dovere di tutti. «È stato un modo per normalizzare ed educare le persone a riconoscersi in quello che si desidera, a valorizzare se stesse. La partecipazione è sempre stata libera, con alcune delle donne che talvolta stavano al margine del gruppo, ma ascoltando, mettendosi in gioco in modo differente. Preziosa la presenza delle volontarie». Certo è che il momento conclusivo degli incontri ha sempre incontrato l’interesse di tutte: «Ogni volta portavo un cestino con biglietti che riportavano frasi e citazioni “motivazionali”. Nel contenitore non ne rimaneva mai nessuna». Dalle parole più significative condivise nel gruppo si è sviluppata l’idea di illustrarle attraverso la collaborazione, ormai collaudatissima, con Tantemani e i ragazzi che partecipano ai laboratori artistici, guidati da Francesca Moroni. «Ogni doppia pagina – spiega Facchinetti – riporta un momento di “amor proprio” vissuto o desiderato, come potrebbe essere trascorrere due ore sul divano leggendo un libro, e l’illustrazione di quel momento». Ogni lettore può trovare in quelle pagine un momento di amor proprio».

La performance teatrale

Dopo la presentazione del libro, frutto della collaborazione tra Fondazione Diakonia onlus, strumento operativo di Caritas Bergamasca, Laboratorio Tantemani di Cooperativa Sociale Patronato San Vincenzo e Fondazione Angelo Custode nell’ambito di un finanziamento di Fondazione Comunità bergamasca, la regista e attrice Silvia Briozzo, con il coinvolgimento delle persone presenti, proporrà una performance teatrale. «Spazio Irene – aggiunge Suardi – nasce nel 2022 in Galgario, in collaborazione con il Comune, dall’esigenza di creare un ambiente fisico, relazionale ed emotivo per le donne che vivono ai margini della società, spesso invisibili e silenziose. Questo luogo apre spazi alla creatività, alla gioia, al desiderio. Le donne possono trovare una pausa dalle difficoltà della strada, con un’attenzione particolare alla loro dignità e al loro protagonismo. Lo spazio prende il nome da Irene, una donna che ha lasciato un segno profondo nelle vite di operatori e ospiti».

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