Invalsi, alle medie fanno ancora fatica in italiano: «Il cellulare non aiuta»

SCUOLA. I risultati segnano una difficoltà crescente dei ragazzi con ortografia e comprensione del testo. La prof: «Nei temi replicano gli errori di Instagram».

La fotografia dei test Invalsi 2023-2024 sui divari negli apprendimenti degli studenti restituisce l’istantanea dei rendimenti degli alunni italiani provincia per provincia.

L’analisi riportata dal Sole24Ore si concentra sui rendimenti dei ragazzi rispetto all’anno scolastico più disastroso per la didattica e l’apprendimento, l’anno 2020 - 2021, che è stato fortemente segnato dalla pandemia Covid e dalla didattica a distanza. Analizzando la provincia di Bergamo con i relativi test Invalsi, il recupero post coronavirus procede spedito per le scuole superiori, mentre alcune lacune si riscontrano nelle scuole medie. Italiano è la materia su cui i piccoli fanno più fatica. Il 34,3% degli studenti che hanno svolto gli esami Invalsi alla fine della terza media nel 2023-2024 risulta avere competenze inadeguate, segnando un aumento di quasi il 2% degli insufficienti rispetto all’anno scolastico 2020/2021 quando gli stessi ragazzi frequentavano la quinta elementare.

«L’uso eccessivo del cellullare non permette loro di articolare bene il pensiero perché sono abituati ad utilizzare i messaggi sul telefono»

«Per quanto riguarda la comprensione del testo tra le cause senz’altro c’è il fatto che i ragazzi non leggono più o leggono molto poco», dice la professoressa di materie letterarie, Laura Bettoni, nell’IC di Borgo di Terzo. Ma le più grandi difficoltà sono nella scrittura. «L’uso eccessivo del cellullare non permette loro di articolare bene il pensiero perché sono abituati ad utilizzare i messaggi sul telefono che non fanno argomentare, ma utilizzare pensieri molto stringati e immediati - continua Bettoni -. Così anche nelle interrogazioni tendono ad accorciare tutto, non dimostrando abilità di pensiero critico né di metacognizione».

Lo stile da «post di Instagram»

I messaggini portano a grandi lacune anche in ortografia. «Per quanto lavoro possiamo fare noi docenti, è davvero difficile insegnare le regole ortografiche. Forse perché una volta fatto l’esercizio dedicato, nei messaggi non usano le regole ortografiche e se ne dimenticano. Fanno molta fatica anche nella concordanza del verbo e del soggetto, scrivendo nel tema periodi lunghi, senza usare l’ortografia e sbagliando la coniugazione. E questo è uno stile di scrittura che si vede molto nei testi dei post di Instagram», sottolinea la docente. «I ragazzi sono impoveriti nel linguaggio. Il lessico è molto scarso, anche dovuto al fatto che utilizzano poco il dizionario», spiega Laura Bettoni.

Difficoltà in concentrazione e memoria

Per quanto riguarda matematica, testata nelle prove Invalsi nello scorso anno in terza media, la percentuale di insufficienze (34,8%) è esattamente pari agli anni Covid. Infatti, «riscontro che ciò che è stato perso è stato riguadagnato nel percorso - dice la professoressa di matematica all’IC Mazzi di Bergamo, Concetta Mastrangelo -. Più che altro, vedo più difficoltà nella concentrazione e memoria di lavoro. Probabilmente ciò è dovuto ai ritmi incessanti che caratterizzano dispositivi elettronici e videogiochi».

I dati positivi

Bravi i ragazzi delle quinte superiori bergamasche che l’anno scolastico scorso hanno fatto le prove Invalsi di italiano (con il 27% di alunni con competenze inadeguate, il 4% in meno rispetto al 2020/21) e matematica (27,1%, segnando quasi un 2% in meno di insufficienti). Ai tempi del Covid questi ragazzi frequentavano la seconda superiore. «Negli ultimi test Invalsi abbiamo riscontrato alcune lacune in cui erano più carenti, come l’analisi del testo poetico. Ma nessuna delle competenze misurate andava sotto la media regionale e nazionale. A dimostrazione che ai tempi della pandemia i ragazzi erano già all’interno di un percorso di conoscenze e competenze strutturate e non hanno avuto difficoltà a rispondere al contraccolpo», spiega Omar Capoferri, professore di italiano al Liceo Falcone di Bergamo. Anche al Liceo Classico Paolo Sarpi, nonostante la propensione verso gli studi scientifici non ne caratterizzi i ragazzi, gli studenti si dimostrano in linea con i buoni esiti del test di matematica a livello bergamasco. «Le maggiori difficoltà le riscontro negli studenti che arrivano, evidenziati dai livelli molto bassi dei testi d’ingresso, nonostante il voto di uscita dalle medie sia elevato. Le più grosse difficoltà le vedo nel calcolo sulle frazioni in cui la calcolatrice non può aiutarti», dice la professoressa di matematica del Sarpi, Paola Pusineri.

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