Intitolato a Kika Mamoli e Arnaldo Minetti l’Hospice di Borgo Palazzo

LA CERIMONIA. Simbolo della stima, riconoscenza e affetto di tanti per due figure che hanno segnato la storia delle cure palliative a Bergamo e in Italia.

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A un anno dalla scomparsa, una folla commossa ha ricordato oggi - venerdì 14 marzo - Arnaldo Minetti, alla guida per 35 anni dell’Associazione Cure Palliative: il suo nome si aggiunge all’Hospice dell’Asst Papa Giovanni XXIII di Borgo Palazzo a Bergamo, già intitolato alla moglie Kika Mamoli.

Una doppia intitolazione: «Hospice Kika Mamoli e Arnaldo Minetti», come simbolo del legame per l’amata moglie scomparsa nel 2005, ma anche della stima, riconoscenza e affetto di tante persone verso due figure che hanno profondamente segnato la storia delle cure palliative a Bergamo e in Italia.

Il primo hospice pubblico in Italia

Negli anni ’90, accomunati dall’impegno nel volontariato e dalla fiducia verso le cure palliative e il diritto a non soffrire anche di fronte alle malattie più gravi, Kika Mamoli e Arnaldo Minetti, oltre a promuovere cure palliative domiciliari, iniziarono a pensare ad un luogo in cui i malati in una specifica fase della loro vita potessero ricevere cure, attenzioni e dedizione. Iniziò così un’imponente raccolta fondi, promossa dall’Associazione Cure Palliative, a cui parteciparono moltissime realtà locali, imprese, istituzioni, professionisti e tanti cittadini per realizzare l’Hospice di Borgo Palazzo, che, una volta completato, venne immediatamente donato agli allora Ospedali Riuniti di Bergamo, perché fosse un’opera afferente al Sistema sanitario nazionale. Venne inaugurato il 22 dicembre del 2000, diventando il primo hospice pubblico in Italia e il primo assoluto in Bergamasca.

«Collaboriamo attivamente fin dalla sua nascita, cioè da 36 anni, e anche grazie a loro continuiamo ad offrire cura e assistenza ai malati inguaribili in fase avanzata di malattia»

«Con la scomparsa di Arnaldo Minetti, Bergamo ha perso una figura di spicco del volontariato locale», ha detto Francesco Locati, direttore generale dell’Asst Papa Giovanni XXIII. «La collaborazione con l’Associazione Cure Palliative è proseguita senza interruzioni grazie all’infaticabile figlia Aurora che ne ha raccolto il testimone. Collaboriamo attivamente fin dalla sua nascita, cioè da 36 anni, e anche grazie a loro continuiamo ad offrire cura e assistenza ai malati inguaribili in fase avanzata di malattia».

«Ci ha lasciato in dono il suo esempio»

Alla cerimonia ha partecipato anche la sindaca Elena Carnevali: «Rendiamo omaggio a una figura straordinaria, Arnaldo Minetti, un amico di lunga data e un pioniere testardo che ha dedicato la sua vita alla battaglia per il diritto alla cura senza dolore e alla dignità del fine vita. Arnaldo ci ha lasciato in dono il suo esempio che rivive attraverso gli operatori e i volontari che ogni giorno assistono i malati e sono al fianco dei loro familiari in ogni gesto di vicinanza e cura». L’assessora alle Politiche sociali Marcella Messina ha ricordato «la sua solidità, il temperamento tenace, il suo profilo di imprenditore etico, caratteristiche e qualità che è riuscito a trasferire in ogni azione che ha compiuto».

Simonetta Cesa, direttore socio sanitario dell’Asst Papa Giovanni XXIII, ha sottolineato l’importanza di quanto fatto nel corso del tempo: «Mi piace pensare che dietro al lavoro quotidiano delle nostre équipe multidisciplinari di cure palliative ci sia la realizzazione di un sogno di chi quasi 40 anni fa iniziò ad impegnarsi a fondo per cambiare l’approccio culturale, collettivo e sanitario alle malattie inguaribili per offrire ai malati e alle loro famiglie la miglior qualità di vita possibile, anche nei momenti più drammatici».

«Un diritto troppo spesso maltrattato»

Aurora Minetti, oggi presidente dell’Associazione Cure Palliative, ricorda Kika e Arnaldo, «pionieri infaticabili di quel diritto troppo spesso maltrattato, chiamato Diritto alla Salute, nonostante a Bergamo, il nostro Papa Giovanni, spicchi per essere tra le migliori eccellenze d’Italia e in Eurorpa. L’hospice di Borgo Palazzo, da oggi porterà il loro nome, per non dimenticare, ma soprattutto per ricordarci tutti che di strada da fare assieme per garantire qualità di vita e fine vita, qui e sul territorio, ne abbiamo ancora tanta ed è solo grazie al contributo di tutti, pubblico, privato e no profit».

«L’eredità di Arnaldo non è solo in un nome, ma in ogni sorriso sollevato, in ogni sguardo rasserenato, in ogni sollievo donato»

Alessandra Gallone, consigliera del ministero dell’Università e della ricerca, ha ricordato Kika Mamoli e Arnaldo Minetti: «Oggi è la figlia Aurora, alla quale rivolgo tutta la mia stima e il mio affetto, a portare avanti questo percorso, con la stessa dedizione e la stessa luce. Un cammino fatto di ascolto e di presenza, di mani che sostengono e cuori che si prendono cura. Per i malati, per le famiglie, per chi affronta il momento più fragile della vita con il bisogno di sentirsi ancora amato. L’eredità di Arnaldo non è solo in un nome, ma in ogni sorriso sollevato, in ogni sguardo rasserenato, in ogni sollievo donato; e Aurora, con il suo impegno, continua a rendere quel sogno una realtà».

«Hanno lasciato un’impronta indelebile»

L’assessore alla Casa e housing sociale di Regione Lombardia, Paolo Franco, ha ricordato «due figure straordinarie, che hanno lasciato un’impronta indelebile. La loro dedizione e il loro impegno, tanto nella cura e assistenza delle persone più fragili, quanto nella promozione di un modello di accoglienza umana e dignitosa, sono un esempio per tutti noi. Intitolare questa struttura a Kika Mamoli e Arnaldo Minetti non è solo un gesto simbolico, ma un atto di gratitudine e riconoscimento per il loro impegno costante al servizio della comunità».

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