Influenza e Covid: boom di accessi nei pronto soccorso: +30%

NEGLI OSPEDALI . Al «Papa Giovanni» aumentata la richiesta soprattutto per i bambini: +30-40%. D’Antiga rassicura: «È il picco della stagione influenzale, non sono aumentati i casi gravi o i ricoveri». Anche all’Asst Bergamo Est +28% al Pronto soccorso di Seriate.

Alzi la mano chi non ha almeno un amico o familiare a letto con febbre e tosse. Il picco dell’influenza, spesso mixata con il Covid, si avvicina. Ne sanno qualcosa gli ospedali, alle prese con il boom di accessi ai Pronto soccorso durante le festività (tra il 20 e il 30% in più), con un inevitabile allungamento dei tempi d’attesa e un super lavoro da parte di medici e infermieri. Aumentano i casi soprattutto tra i bambini e gli anziani, anche se gli esperti assicurano che è la classica stagione influenzale, né più aggressiva né più diffusa degli anni scorsi. Il bilancio si avrà più avanti, ma già oggi la fotografia è dettagliata. Certo meritevole di attenzione e soprattutto di uno sforzo organizzativo da parte delle strutture sanitarie, visto anche la «combo» tra i molteplici virus in circolazione.

I dati degli accessi

All’Asst Papa Giovanni si parla di un +20% di accessi al Pronto soccorso in questo periodo (passati in media da 260 a 300 al giorno), con un incremento soprattutto nell’area pediatrica, dove i bambini visitati sono passati da 70 a 120 al giorno (con un aumento tra il 30 e il 40%). I virus insomma non vanno in vacanza e, anzi, in questi giorni di shopping nei negozi affollati, pranzi e cene di Natale e ritrovi vacanzieri, trovano terreno fertile per diffondersi. «Diciamo che il lavoro non manca – conferma Roberto Cosentini, direttore del Centro Eas-Emergenza di alta specializzazione –, gli accessi sono in aumento, soprattutto dovuti all’influenza, meno al Covid». Anche se il tampone, eseguito per ogni tipo di ricovero, segnala tanti casi di positività, anche se non grave. Un incremento che mette in crisi l’efficienza globale del sistema, «con i tempi di attesa che si allungano, sia per le visite sia per i ricoveri, con i pazienti fragili e anziani quasi tutti da ricoverare e tenere in osservazione, anche se non hanno la polmonite o forme particolarmente severe».

«Non c’è però allarme – ci tiene a precisare Lorenzo D’Antiga, direttore del dipartimento Percorsi pediatrici integrati e della Pediatria –: siamo passati da 70 a 120 accessi al giorno, ma non sono aumentati i casi gravi o i ricoveri. Tutti i bimbi vengono rimandati a casa, siamo di fronte al picco stagionale. I numeri di questi giorni sono dovuti soprattutto al “ponte lungo” e al fatto che i pediatri di famiglia non sono reperibili, per cui i genitori che si trovano con un figlio con la febbre alta si rivolgono al Pronto soccorso». Febbre alta per 4-5 giorni, tosse, dolori raffreddori e, più raramente, forme gastrointestinali i campanelli d’allarme. «Il carico di lavoro è notevolmente aumentato e inevitabilmente i tempi d’attesa si sono allungati, ma la situazione non è più grave degli altri anni», assicura D’Antiga.

Anche all’Asst Bergamo Est si parla di un incremento degli accessi ai Pronto soccorso tra il 25 e il 30%. In particolare a Seriate si è passati da una media di 155 accessi al giorno ai 200 di quest’ultimo periodo (+28%) e anche a Piario (centro di riferimento per la Valle Seriana, particolarmente gettonata dai vacanzieri) si è registrato un aumento sensibile. «L’aumento è significativo – osserva Filippo Manelli, direttore dei Pronto soccorso –, soprattutto la Pediatria sta facendo un lavoro molto intenso». Nelle ultime 72 ore sono anche aumentati i ricoveri per influenza (44). Sono quindi state attivate alcune misure per rispondere al bisogno crescente: «Abbiamo mantenuto lo stesso organico medico-infermieristico nonostante le malattie e il periodo festivo; il bed manager team è sempre operativo, abbiamo aumentato i posti letto internistici», fa presente Manelli.

Influenza e Covid: incubazione di 4-5 giorni

La curva epidemiologica sta salendo e se ancora non siamo al picco, poco ci manca. Per il prossimo weekend, a cavallo di Capodanno, ci si aspetta che i numeri crescano ancora. «Considerando che influenza e Covid hanno un’incubazione di 4-5 giorni, si avrà da qui all’Epifania», spiega l’infettivologo Enrico Bombana, direttore della struttura complessa Vaccinazioni e sorveglianza malattie infettive dell’Asst Bergamo Est. Ma non è una novità e ci si era preparati: «I virus aspettavano gli assembramenti delle feste, esattamente come tutti gli anni. Certo dopo quello che abbiamo passato, stiamo più attenti e tutti gli alert sono stati attivati». Anche Marco Rizzi, direttore di Malattie infettive all’Asst Papa Giovanni XXIII – ammettendo che «le sindromi respiratorie sul territorio sono tantissime e che, certo, due mesi fa eravamo più tranquilli» – parla di «trend non preoccupante. Come ci si aspettava sta arrivando il picco della stagione influenzale, che si somma alla circolazione del Sars-Cov2». Particolarmente monitorate sono le persone fragili, «per le quali le complicazioni sono più frequenti e serve una valutazione più attenta e precoce». Il vaccino è lo «scudo» raccomandato. Per le persone adulte senza particolari problemi, ma con febbre e sintomi, l’invito è «a stare a casa, per non portare in giro l’infezione e fare danni».

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